Capitolo 25 • Speranze

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C A P I T O L O X X I V
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• S p e r a n z e •

Sbuffai per l'ennesima volta, abbandonando la testa all'indietro sul muro di pietra, facendomi quasi male

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Sbuffai per l'ennesima volta, abbandonando la testa all'indietro sul muro di pietra, facendomi quasi male. Ormai avevo perso la cognizione del tempo: non sapevo da quanto Cesar e Joanne fossero usciti da quel portone, che ormai fissavo talmente intensamente da farmi bruciare gli occhi.

«Fra un po' ti usciranno gli occhi dalle orbite.»

La voce di Colton non mi fece né caldo né freddo: continuai imperterrita a scervellarmi su che cosa cavolo stessero facendo i due Domini del Fuoco, fissando la maniglia del portone d'ingresso senza quasi sbattere le palpebre.

Odiavo essere esclusa dalle missioni: l'unico motivo per cui non mi ero intrufolata dietro di loro era stato Colton, che mi aveva trattenuta per la vita e caricata sulla sua spalla come se fossi stata un sacco di patate particolarmente leggero. Ce l'avevo infantilmente con lui in quel momento, lo dovevo ammettere.

«Stai facendo uno sciopero della parola?» chiese ironicamente, sedendosi di fianco a me.

Quasi a stento vidi il giornale che aveva stretto fra le mani. Stupidamente non me ne importai, continuando a focalizzarmi sui miei pensieri. Erano andati ad incontrare la persona che voleva parlarci? Perché Joanne si era portata dietro solo Cesar? Perché mi escludevano continuamente dalle missioni?

«Matt è andato a leggere dei diari.» prese a parlare. «Prima ha trovato questo in cucina. Pensava volessi vederlo...»

Mi sventolò davanti ali occhi il giornale, ma io non demorsi ancora. Solo quando parlò di nuovo mi ritrovai a girare la testa così velocemente che mi feci male al collo.

«Che cosa?» quasi strillai, ritrovandomi a non pensare a Joanne e Cesar per la prima volta da molte ore.

«Leggilo tu stessa.» replicò sventolando un'altra volta il giornale come per invitarmi ad afferrarlo. «Ma io direi di andare in salotto. Non è molto comodo sedersi qui.»

Senza porgermi il giornale, si alzò dal pavimento, cominciando a camminare verso una porta lì affianco. Mi alzai talmente in fretta che mi si annerì la vista, ma cominciai a corrergli dietro, entrando in quella stanza non curandomi di chiudere la porta.

Colton ridacchiò, mentre si sedeva su una poltroncina di velluto giallo scuro, lanciando il giornale nel divano dello stesso colore, lì affianco. Attraversai l'accogliente salotto non preoccupandomi del fatto che qualcuno potesse vedermi dalle alte finestre che c'erano sulla parete di destra. Per fortuna le persiane erano chiuse, salvandomi da sguardi indiscreti.

Mi fiondai sul giornale, buttandomi di peso sul comodo divano e mettendomi a leggere frenetica.

IL RE CONVOCA IL CONSIGLIO: «L'ERRORE DELLA CASERMA SUPERIORE È IMPERDONABILE.»

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Where stories live. Discover now