Capitolo 31 • Montagna Rossa

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C A P I T O L O X X X I
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• M o n t a g n a R o s s a •

Mi chiusi la porta alle spalle, cercando di capire che cosa diavolo gli fosse preso

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Mi chiusi la porta alle spalle, cercando di capire che cosa diavolo gli fosse preso. Ora che la confusione mi stava abbandonando, cercai di convincere che non me ne importava nulla di come mi avesse trattata. Erano problemi suoi e come si era comportato doveva solamente farmi da monito per il futuro.

Meno male che Gwenyth, la sua amica, mi aveva aiutata ad entrare nella stanza. Se non fosse stato per lei avrei dovuto aspettare che qualcuno passasse in quel corridoio, o comunque sarei dovuta andare a chiamare qualche Dominus che mi aiutasse con quella vecchia maniglia difettosa.

Ci trovavamo dentro uno dei luoghi più importanti e lussuosi di tutto il mondo e non si curavano nemmeno di aggiustare una maniglia difettosa? Una maniglia che mi era costata un incontro più che sgradevole con William, che era arrabbiato per chissà quale motivo. Forse aveva continuato il dibattito con Lord Blain...

Era stato una fortuna che non si fosse presentato a cena: ora vivevo inevitabilmente nel continuo timore che la situazione degenerasse, se non per la paura che provava Blain, per l'irascibilità di William. Era una situazione estremamente delicata: tutti i piani di Edvard il Cieco sembravano essere costruiti su un fragile castello di carta.

Sospirando, cercando di allontanare il pensiero di William dalla mia mente, mi andai a preparare per andare a dormire. Tornare a quella ormai strana quotidianità di poter vivere sotto un tetto, con il tempo scandito da orari ben precisi, mi faceva sentire un po' come se stessi tornando a Boston.

Togliendomi quei comodi vestiti e riponendoli accuratamente su un portabiti, entrai in bagno per prepararmi ad andare a letto. Visto che la doccia me la ero fatta non appena ero uscita dalla palestra, mi limitai a raggiungere il lavandino per darmi una sciacquata al viso e per togliermi quei residui del trucco di Ariadne che non ero riuscita a lavar via con la lunga doccia.

Tornata in camera dopo essermi lavata i denti, mi misi quella camicia da notte, alla quale non mi ero ancora abituata. Guardando l'ora nell'immenso orologio sulla cappa del camino del muro davanti al letto, mi infilai sotto le coperte di quel letto comodissimo. Erano solo le nove, ma senza il telefono, senza Grey's Anatomy e soprattutto senza Harry Potter, non sapevo che cosa fare se non dormire per dar tregua al mio corpo stremato dagli allenamenti che avevo avuto quel giorno.

Non appena chiusi gli occhi, pensando come ogni sera da quando mi trovavo a Fyreris a mia madre e al fatto che si trovasse non tanto lontana da me, crollai in un sonno disturbato e pieno di incubi.

***

Qualcuno stava bussando di nuovo alla mia porta, insistentemente. Per fortuna quella fu la prima mattina che non sentii la voce acuta di Ariadne chiamarmi ripetutamente con il soprannome che mi aveva affibbiato.

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Where stories live. Discover now