Capitolo 12 • Accordo

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C A P I T O L O X I I
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• A c c o r d o •

Ci sedemmo in una piccola caverna del tempio, attorno ad un falò che la torcia umana ispanica aveva improvvisato

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Ci sedemmo in una piccola caverna del tempio, attorno ad un falò che la torcia umana ispanica aveva improvvisato. Eravamo tutti irrequieti e sicuramente tutti ci stavamo chiedendo il perché della presenza degli altri.

Gwen era di sicuro quella che ci stava capendo meno di tutti: guardava Cesar Soler e quell'altro come se fossero le persone più strane e pericolose del mondo. Inutile dire che era molto più all'erta di me.

Ci sedemmo una coppia di fronte all'altra e pensai che di sicuro, in altre circostanze, mi sarei messo a ridere alla vista di due Ribelli seduti a parlare civilmente con due nobili di Elyria, considerando sopratutto che uno dei due era il figlio del re che li voleva morti.

Io mi stavo tormentando le mani, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla mia fonte d'informazione vivente che era lì davanti a me. In quei momenti, la mia mente si era svuotata dal pensiero di Edvard il Cieco.

«Dov'è?» chiesi senza troppi giri di parole, chinandomi in avanti sul fuoco.

«E io te lo verrei proprio a dire.» replicò Davis, sporgendosi in avanti come avevo fatto io, tenendosi comunque a distanza di sicurezza dal fuoco, che era il suo peggior nemico.

Presi un respiro, cercando di mantenere la calma e di non saltargli addosso. Per fortuna riuscii a non scoppiare, dicendo lentamente: «Hai detto che è ad Elyria, no? Ma non mi hai ancora spiegato il perché.». La mia voce uscì comunque minacciosa, scatenando un sorriso nella faccia di Davis, cosa che mi fece salire il nervoso.

«Facciamo così, vostra altezza.» disse. «Scopriamo tutte le carte in tavola. Tutte, tranne una: non ti dirò dove si nasconde Evelyn per motivi di sicurezza.»

Lanciò un'occhiata a Gwen, prima di rivolgere il suo sguardo nuovamente su di me. Gwen fece per parlare, ma io la precedetti: «Accetto, ma posso garantirti una cosa: Gwen rimarrà qui per tutto il tempo, non dirà una parola.».

«Così farà anche Cesar.» replicò lui annuendo. «Bene. Premettiamo che Evelyn si trova in un posto sicuro e lontano.»

«Sempre che non faccia cazzate.» commentai conoscendola bene.

«Rose dovrebbe tenerla d'occhio ventiquattr'ore su ventiquattro.» fece lui, dicendolo in un modo così convincente che mi fece pensare che dovesse ripeterselo di continuo.

«E credi che Rosie sia affidabile?» feci quasi incredulo.

In risposta lui scrollò le spalle. Poi, vedendo che non ero affatto convinto, continuò a parlare: «Mandale un messaggio, se vuoi. Nulla di scritto, solo un segno che manderò io con il mio elemento.». Quasi gli risi in faccia, prima di rispondergli: «Perché dovrei farlo? A cosa servirebbe?».

«Probabilmente Evelyn si trova con Rose, in questo momento. Mio padre mi ha intimato di non scriverle nulla, visto che si deve concentrare sull'allenamento. Perciò potremmo mandarle un messaggio che lei possa capire ma Rose no.»

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Where stories live. Discover now