Capitolo 40

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Prima di tutto vi ringraziamo infinitamente per le 1k views!!!
Cioè...1k...rendiamoci conto.
Seconda cosa. Quello che scriveremo ora è una sottospecie di "sequel" che però volevamo inserire sempre in questo libro, perché non ci va di abbandorlo :,)
Ancora grazie per le 1k.
Ora vi lasciamo al capitolo♡

12 anni dopo

ERMAL'S POV
-Quindi con Nic?-
-Marco...non lo so...non gliel'ho ancora detto...-
-Ermal, ma santo cielo! Ha 14 anni! 14! Deve sapere la verità, non trovi?
-Hai ragione, ma...-

Sento il telefono squillare. Non so' di chi sia il numero. È sconosciuto.
-Pronto? Sì, sono io...come? Che è successo con Niccolò?....Arrivo subito...-

Mi metto in fretta la giacca, mentre Marco mi guarda interrogativo.

-La scuola- dico prendendo le chiavi.
-Scuola? Che è successo?-
-Non lo so. Tu chiedi anche a Gaia, ok?-
-Va bene...-

Lo saluto e mi infilo di corsa in macchina. Che cavolo ha combinato?


Arrivo a scuola ed entro di fretta.

-Signor Meta, da questa parte- mi dice la professoressa.
Annuisco e la seguo.

-Che ha fatto Niccolò?-
-Beh...abbiamo trovato questa lettera nel cestino...-

La prendo stranito e la leggo.

Tristezza. Vuoto. Senso di incompletezza. Sento che manca qualcosa. O meglio, qualcuno.
Quel qualcuno sei tu.
Tu che quelle sere mi
raccontavi quelle storie.
Quelle storie che ancora
oggi ricordo. La tua voce che
rimbomba sempre nella mia testa.
Le tue carezze, i tuoi baci, i tuoi
"Ti voglio bene".
Ricordo ancora tutto di te.
Ti sto ancora aspettando.
Ovunque tu sia
io ti aspetterò.
Ti voglio bene.
-Niccolò

La rileggo mille volte. Ho capito perfettamente a chi è rivolta.

-Volevo chiederle se avete problemi in famiglia...- mi chiede la professoressa.
-Ecco...Niccolò ha perso la madre quando aveva 2 anni...e io non gli ho ancora detto niente...- dico abbassando la testa.
-Oh...mi dispiace...-
-Ci sono altri problemi?- chiedo rialzando la testa.
-Beh...i ragazzi lo prendono in giro. Dicono che è debole. Gli lanciano le cose. Gli rubano la merenda. Ma Niccolò non oppone resistenza.-

Rimango sconvolto.
Niccolò è bullizzato a scuola e io non so niente.
-Niccolò ne ha parlato con lei?-
-Mai...me ne sono accorta da sola...credo che lei debba parlare con suo figlio...-
-Già...ha ragione. Grazie- dico stringendole la mano e andando in classe di Niccolò.

-Nic- lo chiamo.
Lui alza leggermente la testa e poi prende lo zaino.
Sento le risate dei compagni.

L'unica che lo saluta è Gaia, la figlia di Marco. Stavolta si è fatta i capelli viola. Ha sempre i capelli di un colore diverso.
Emiliano l'ha incoraggiata a suonare la batteria, mentre Marco invece voleva che facesse chitarra. Alla fine ha scelto tutte e due. È anche molto brava.

Niccolò invece suona la chitarra e il pianoforte.

Lo vedo cupo.

-Ehi...-
-Mh...-
-Come va?-
-Tutto bene...-
-Sicuro?-
-Sì, papà. Ora lasciami in pace.- dice velocizzando il passo.

Mi fermo un attimo a vederlo. Non è più il bambino allegro di una volta.

Lo raggiungo e mi metto affianco a lui.

-Andiamo a prendere Ilaria-
-Mh...-
-Nic...che hai?-
-Niente. Ho detto niente. Smettila di chiedermi come va!-

Rimango zitto a guardarlo mentre lui entra in macchina.

Per tutto il viaggio rimaniamo zitti. Lui si è messo le cuffiette e si è praticamente isolato dal mondo.

-Siamo arrivati. Tu scendi?-
-No, resto in macchina-
-Va bene...- dico sospirando e uscendo dalla macchina.

La campanella è appena suonata e vedo Ilaria in lontananza che mi saluta.

È uguale a Ilaria. In tutto e per tutto. Stessi occhi. Gli occhi che guardo ogni giorno. Quelli che mi ricordano lei.

-Ciao papà!- dice abbracciandomi.
-Ehi, tesoro. Com'è andata a scuola?-
-Tutto bene. Vado a salutare Nic- dice correndo in macchina.

NICCOLO'S POV
Sto ascoltando la mia solita playlist di canzoni tristi. Non importa che canzone sia, basta che sia triste.
Non ho mai ascoltato una canzone di mio padre e non ci tengo.

-NIC!- urla Ilaria saltandomi addosso.
-Ilà...ti prego...- dico spostandola.
-Dai togli ste cuffie!- dice togliendomi le cuffie.
-Ma...ehi!-
-Allora, com'è andata?-
-Normalmente, ok? Ora ridammi le cuffie-
-Dai Nic, parla un po'...-
-No.- dico riprendendo le cuffie e appoggiando la testa la finestrino.

Intanto è arrivato anche mio padre. Lui e Ilaria comunicano meglio.
Io ho come l'impressione che mi nasconda qualcosa. Qualcosa di importante.

Forse è solo una mia impressione...


















Ma adesso tu mi puoi proteggere dentro ad un abbraccioWhere stories live. Discover now