"Ascoltate, non preoccupatevi di Dylan per adesso" dissi "Alla fine dovrà ascoltarci. Voglio solo che Carter lo sappia"

"L'unico modo in cui Carter ascolterebbe qualcuno, sarebbe che qualcuno che non sia tu glielo dicesse" mi spiegò Ryan, faceva male ammettere che aveva ragione.

Sospirai ancora una volta e poi mi lamentai "Lo so, lo so. Cazzo, vedo cosa posso fare. Voglio solo mettere tutto apposto" Mormorai l'ultima parte più a me stesso che a loro e riattaccai prima che uno dei due potesse ribattere.

Continuai a guidare, rimanevo seduto a pensare, sapevo esattamente chi avrei potuto chiamare per farmi aiutare, ma sapevo anche che quella persona non mi avrebbe dato nemmeno un minuto del suo tempo.

[CARTER]

Il caso volle che cominciasse a piovere sula strada di casa. Era solo pioggerellina, ma mi faceva tremare mentre scendeva fredda sul mio corpo attraverso i miei vestiti bagnati.

Avevo spento il cellulare, sapendo che mio fratello, Mitchell, Liz e soprattutto Harry mi avrebbero tempestato di chiamate e messaggi. O almeno, una parte di me voleva che Harry fosse uno di quelli.

Ma non volevo vedere nessuno. Almeno non ora. Avevo bisogno di tempo per starmene da sola, e questa camminata stava aiutando almeno un po'.

Piansi ancora un po' per strada, sapendo che avrei potuto farlo adesso e non scoppiare in un pianto isterico a casa. Dovevo essere più forte di così. Non volevo che nessuno mi vedesse in queste condizioni, soprattutto i miei genitori.

All'inizio mi resi conto di aver battuto mio fratello. Sapevo che non mi avrebbe cercato qui a casa. O magari non mi stava proprio cercando. Chi lo sa. Gli avrei mandato un messaggio appena sarei entrata in casa.

Malgrado aver ricevuto qualche fischio e qualche richiamo da gatti da un uomo di mezza età che viveva per strada, arrivai a casa viva (bhe diciamo che correvo come una matta quando sentivo qualcosa o qualcuno nel buio) quindi questa era la cosa che mi importava.

Nel momento in cui entrai, prima che la porta si chiudesse, notai i miei genitori dormire sul divano; presumibilmente esausti dal turno di mattina al lavoro. Era bello vederli finalmente a casa si notte piuttosto che vederli solo al mattino.

Quindi non appena la porta si chiuse, camminai nel corridoio in punta di piedi arrivando alle scale senza svegliarli. Ma ovviamente, a causa del loro spaventoso senso genitoriale, sentii uno spostamento sul divano seguito da uno sbadiglio proveniente da mia madre.

"Carter? Dylan?" La sentii mormorare in stato comatoso. Mi dovetti nascondere dietro un muro cosicché non mi vedesse. L'ultima cosa che volevo era che mia madre si preoccupasse di me o del motivo per cui ero ridotta a un disastro.

Dovevo ancora vedermi, ma ero sicura che ero terribile dal modo in cui sentivo il mio volto come se si stesse sciogliendo.

"Sono solo io mamma. Dylan non è qui ancora" dissi forzando la mia voce ad essere più naturale possibile. Corsi su per le scale prima che lei mi vedesse e poi dissi "Vado a farmi una doccia poi vado a letto"

Non aspettai che mi rispondesse; i miei piedi si muovevano velocemente e mi barricai in camera sbattendo la porta, il mio corpo si appoggiò ad essa mentre cercavo di recuperare il fiato.

Mi sentivo una merda, non mentalmente ma fisicamente. La mia faccia la sentivo come se si fosse squagliata, il mio corpo tremava, ero un po' sudata dalla corsa malgrado la pioggia, i miei capelli li sentivo unti. Senza menzionare come mi sentissi esausta ed emozionalmente prosciugata.

Il mio corpo era pesante e dovetti trascinare i miei piedi sulla moquette della mia stanza fino alla cassettiera, ne estrassi una maglia grande con un disegno che avevo comprato nel reparto maschile da Target con un paio di mutande e un paio di pantaloncini.

Brother's Best Friend ✽ hs [italian translation]Where stories live. Discover now