Capitolo 12 - Per amare devi soffrire

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In casa Cesaroni regnava ancora la tensione di fronte ad una situazione imbarazzante. Nel salone vi erano riuniti Marco, Eva, Maya, Giulio e Lucia, sotto lo sguardo di Ezio che, riconoscendo quanto fosse delicato quel momento, decise di andar via, portando a fare una passeggiata la piccola Marta...

- Me potete spiega'? Perché io non ce sto a capi' niente... - disse Giulio.
- Eva... anche tu! - lo seguì la moglie.
- Papà... io una mattina di alcuni anni fa ho nuovamente deciso di riconciliarmi con Eva e mia figlia... - spiegò Marco.
- Così poi, in seguito al nostro incontro, ci siamo reinnamorati come un tempo... - continuò Eva.
- Però non abbiamo mai avuto il coraggio di dirvi la verità... per paura della vostra reazione nei nostri confronti. - aggiunge il cantautore di famiglia.
- Abbiamo capito che è stato uno sbaglio... - proseguì la Cudicini.
- Ed ora eccoci qui... tornati per testimoniare il nostro amore... ed aspettiamo un bambino. - disse Marco.
- Questa volta è un maschietto. - concluse Eva.
- Beh... io non so cosa dire... non sapevo nulla di tutto ciò e mi sono ritrovata qui per caso... Marco, queste sono le pratiche per il nostro divorzio. - si rivolse la Principessa al giovane Cesaroni.
- Mi sembra un teatro... non posso credere a ciò che ci avete nascosto per anni... - si lamentò furibondo Giulio.
- Giulio, abbiamo sbagliato però non... - tentò di giustificarsi Eva.
- Te stai zitta! Ti sono sempre stata vicina quando hai sofferto le tue delusioni d'amore ed il minimo che potessi fare era dirmi la verità... sono molto delusa, Eva... sarà meglio che io torni a lavorare in libreria... a dopo Giulio. - predicò Lucia, interrompendo la figlia.
- Aspetta, mamma, ti prego... - la supplicò Eva.

Lucia era troppo amareggiata, ignorò le parole della figlia maggiore e se ne andò, sbattendo la porta di casa...

- Spero che voi troviate le parole giuste per chiarirci le idee e darci così modo di perdonarvi... ciao Maya. - continuò Giulio, seguendo la moglie e lasciando i tre in casa.

Marco e Maya firmarono le pratiche per il divorzio, si guardarono negli occhi un'ultima volta per poi congedarsi, quindi Maya lasciò per sempre casa Cesaroni, quella villa che per lei aveva significato tanto e che da un po' di tempo rappresentava un luogo da dimenticare il prima possibile.

- Amore, tranquilla, col tempo capiranno... che abbiamo fatto la cosa giusta... - disse Marco ad Eva, accarezzandole il viso.
- Non lo so, Marco... erano molto delusi, tuo padre aveva gli occhi di sangue. - gli rispose, preoccupata.
- È normale... gli abbiamo nascosto questa cosa per tanti anni. - le spiegò lui.
- Sono stanca davvero... - si sfogò lei.
- Oi, tranquilla... supereremo anche quest'altro ostacolo insieme. - la rassicurò abbracciandola.

Il mattino seguente, Matilde ed Emilio erano lì, a scuola, che parlavano ancora... Mimmo li guardava ed era sempre più infastidito ma, camminando lentamente, li raggiunse...

- Oi, finalmente... dov'eri finito?!? - chiese Matilde, salutando il cugino.
- Vabbè, io vado... - disse l'amico, allontanandosi.
- Beh... - esclamò Mimmo.
- Dai, scherzo, non preoccuparti! - gli sorrise la cugina.
- Allora ci vediamo in classe... - continuò il piccolo Cesaroni.
- Aspetta! - lo frenò la ragazza.
- Dimmi. - le rispose, fermandosi.
- Hai sentito cosa gira per la scuola? - gli chiese lei.
- Mmh... no, sono appena arrivato... cosa? - disse Mimmo.
- Ci sono delle gare per le classi quarte e quinte. - gli spiegò Matilde.
- Gare? E di cosa? - continuò lui.
- Beh, da quello che ho capito ci sono tre scelte... sarebbero quella di cucina, quella di ballo e quella di canto... e forse anche una ulteriore che riguarda la poesia... già! Scrivere poesie. - aggiunse lei, descrivendo il tutto.
- Idea carina. - disse il piccolo Cesaroni.
- Eh sì, io ed Emilio abbiamo pensato di iscriverci alle gare di canto e di ballo, ti va di proporti anche tu? - gli sorrise Matilde.
- Mmh non so. - le rispose, indeciso.
- Dai, mi farebbe tanto piacere. - lo supplicò lei.
- Va bene, ci penserò e ti farò sapere. - la rassicurò lui.
- Grazie. - concluse lei soddisfatta, quindi andarono in classe.

Intanto in libreria...

- Cioè, ma tu hai capito?!? Ha nascosto per anni una cosa del genere alla propria madre! - si sfogò Lucia.
- Beh, Lucia... magari avevano paura della vostra reazione, no? Non dimenticarti che Giulio ha avuto un infarto... - le disse Stefania, invitandola a ragionarci su.
- Non è giustificabile al punto da nasconderlo per anni... - puntualizzò Lucia.
- Ma scusa, qual è il problema, Lucia? - le chiese l'amica.
- In che senso, scusa? - la seguì la Liguori.
- Voglio dire... non è meglio così? Marco ed Eva, uniti con la loro figlia Marta... non è questo il vero valore della vita? Essere sempre uniti... - predicò saggiamente la Ansaldo.
- Ma che ne sai tu di questo... - mormorò Lucia.
- Secondo me dovresti essere contenta, no?!? - disse Stefania.
- Ma parli proprio te! - ribatté la Liguori.
- Ah... beh, hai ragione, Lucia... grazie veramente, credo proprio di dover andare a sbrigare una faccenda... a dopo! - continuò la Ansando, ferita dalle parole dell'amica, quindi si allontanò.
- Ma no, aspetta, Stefania... Stefania! - le andò incontro Lucia, pentita da quanto aveva appena detto.

Nel frattempo, in bottiglieria...

- Da tutta 'na vita che lo conosco a Giulio... mi fratello... non è mai mancato dal lavoro... - predicò Cesare, pulendo un bicchiere.
- 'O so io che è successo a quello là... - mormorò Ezio.
- Che hai detto, scusa? Tu sai qualcosa, Ezio? - lo interpellò il vecchio Cesaroni.
- Forse qualcosina la so... - disse il meccanico, catturando la sua attenzione.
- Ezio, che succede? Dimme la verità... - continuò Cesare, incitandolo a parlare.
- Ieri è tornato Marco. - gli spiegò l'amico.
- Ah, che bello, chissà cosa sarà successo... - sorrise il vecchio Cesaroni.
- Sì, ma è tornato con... - aggiunse Ezio.
- Con chi? Con Maya, no?!? - lo seguì Cesare.
- Con... Eva! - affermò il meccanico.
- Che cosa? - sobbalzò incredulo il vecchio Cesaroni.
- Però è tornata pure Maya... non so per cosa... - continuò il signor Masetti.
- Non ce sto a capi' niente... - disse Cesare, grattandosi la testa.
- A chi lo dici, Ce'... io me ne so' dovuto anna' subito... me so' portato a Marta con me... poverina... dovevi vedere le facce di Giulio e Lucia... - predicò Ezio.
- Marco ed Eva di nuovo insieme? - chiese il vecchio Cesaroni, immerso nei suoi pensieri.
- Così sembra... Giulio non respirava più da quando li ha visti... - continuò il meccanico, ricordando la scena alla quale aveva assistito il giorno precedente.
- Povero mi' fratello... - esclamò Cesare.
- Aspetta n'attimo... io ieri subito me ne so' annato... ma Giulio... o Dio! Quelli non me danno notizie da ieri! - sobbalzò Ezio, in preda alla preoccupazione.
- A che cosa vuoi arrivare, spilungone? - gli chiese l'amico.
- A Ce'... me dispiace dirtelo, ma qua Giulio ha avuto un altro coccolone! - disse Ezio.
- Ma che stai a di'... guarda che t'ammazzo! - lo minacciò Cesare.
- A Ce'... scusa... Giulio non ha preso bene la cosa... e nessuno da notizie da ieri sera... - si giustificò il meccanico, motivando i suoi presentimenti.
- Ah e secondo te Rudi, Mimmo o nessun altro ci avvertiva? - continuò il vecchio Cesaroni.
- E se, presi dalla paura, se so' dimenticati... te ricordi l'ultima volta... - ribatté il signor Masetti.
- C'hai ragione! - ammise Cesare.
- Annamo a vede' all'Ospedale più vicino! - propose Ezio.
- Aspetta! Ma non facciamo prima a chiamare? - gli chiese l'oste.
- Sì, come no... che gli diciamo? - continuò il meccanico.
- Meglio de no... - disse Cesare.
- Andiamo su... - suggerì l'amico, dirigendosi verso l'uscita del locale.
- E la bottiglieria? - gli chiese il vecchio Cesaroni.
- Per una volta puoi pensare alla tua famiglia? - lo rimproverò Ezio, quindi chiusero la bottiglieria e andarono a cercare Giulio.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Where stories live. Discover now