35. Serpent's Tongue

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Ma Lorenzo Gritti, nonostante l'aria svagata e il sorriso stolido doveva aver intuito qualcosa che era precluso agli altri, perché mise una mano sulla spalla del suo amico.

<<Avanti Marco, lascia correre, non è certo il caso di attirare l'attenzione.>>

<<Non c'è da stupirsi che lo difendiate, in fondo non ci sarebbe da stupirsi nemmeno che lo ammiriate.>> Marco guardò Arianna, trascinandola di fatto proprio al centro del cerchio di fuoco.

<<Curioso che proprio voi, tra tanti, avrete la fortuna di possedere una donna che sembra del tutto immune dal potente incantesimo dell'angelo.>> Marco cambiò tono, squadrò insistentemente Arianna da capo a piedi. Ora era pensieroso, meditabondo.

Arianna portò di riflesso la mano buona sulla vita, non le piaceva essere osservata, era vestita in modo semplice, come sempre, niente pizzi, niente scollature, la stoffa del suo vestito sembrava di un color ocra sbiadito alla luce infame delle candele, i suoi capelli di solito di un bel castano acceso da mille riflessi, ora dovevano apparire scuri, una matassa informe e poco femminile. Alzò gli occhi e cercò proprio lei, Giada Foscari, sua madre, tra la folla.

Il suo opposto, eccola poco più giù accanto a suo padre. Sembrava a suo agio, femminile, elegante, bellissima e bugiarda. Come Raphael.

Di nuovo la sua mente tornò a quei versi inglesi, l'unico ponte con lui. Lo cercò tra gli invitati mentre la tensione saliva. Camilla si unì all'analisi impietosa della sua persona. Il Visconte le toccò la schiena facendola sobbalzare. Nel suo tocco non c'era dolcezza, c'era qualcosa che la mise in allarme.

<<Non ci giurerei Marco, se non mi sbaglio il tuo ultimo ballo ha creato un piccolo scandalo che vi vedeva protagonista, non è vero, Arianna? Pensavo dovessimo a questo, Visconte, il vostro inaspettato arrivo.>> Disse Camilla.

<<Sciocchezze, >> la smorzò Marco Landò, <<sono pronto a giurare che sia stato l'angelo a creare un simile malinteso per spostare l'attenzione dalle sue orrende gesta.>>

<<State dicendo che la mia futura moglie non è abbastanza graziosa da tentarlo?>> Domandò apparentemente calmo il Visconte, ma Arianna sentiva la pressione delle sue mani sui lombi, sentiva la forza trattenuta a stento, sentiva la violenza.

La violenza era un'emozione talmente vivida e chiara nella sua testa che l'avrebbe indovinata subito in mezzo a mille altre. Aveva lo stesso esordio subdolo della peste, iniziava tutto con un piccolo, inosservato, insignificante segno.

Camilla Trevisan soffocò una risata che si tramutò in un singhiozzo. Si mise la mano davanti alla bocca in gesto teatrale.

Non le avrebbe risparmiato niente, stava colpendo Arianna per punire Giada Foscari. La donna di cui Raphael Deshawn era innamorato, colei che le aveva impedito, quella sera, di essere dove da due anni sognava di stare, ossia tra le braccia di Raphael.

<<Oh, tutt'altro, amico mio, sto dicendo che le grazie di vostra moglie sono assolutamente sprecate per l'angelo o per chiunque non sia in grado di cogliere le misteriose attrattive di una mente ribelle.>>

<<... o di una mano deforme...>> sussurrò non abbastanza sottovoce Camilla.

Il Visconte rimase in silenzio, la musica cessò in quel momento come volesse partecipare ai loro moti interiori, sottolineandone l'ineluttabilità.

Arianna non si scompose, era superato da un pezzo il tempo dell'ingenuità. Cercò di il blu tra la folla, non lo incrociò e tornò a guardare in basso.

Si odiò per la sua debolezza, si odiò perché desiderava quello che non poteva avere. Perché in fondo la mela non era poi caduta tanto lontana dall'albero e assomigliava a Giada Foscari più di quanto le piacesse pensare.

Quando non sentì più la fastidiosa pressione delle mani del Visconte addosso non ne fu poi troppo sorpresa.
Sentì un sinistro scricchiolio, vide che Marco Landò la guardava con orrore, come se non capisse bene cosa stesse accadendo. Sul suo vestito chiaro all'improvviso comparvero piccole, quasi simmetriche goccioline di sangue. Ne riconobbe l'odore ferroso.

Chiuse gli occhi, si accasciò per terra.

<<Siete pazzo o cosa?>> Marco si pulì la bocca e tentò di allontanare il Visconte che lo teneva saldamente per il bavero della camicia. Si sentì il rumore della stoffa che si lacerava, un altro rumore familiare per Arianna.

<<Se volete che gli altri si dimentichino dell'ebreo che siete, dovete smetterla di comportarvi da tale. Non siete migliore di Raphael Deshawn se vi ostinate ad essere tanto avido e a volere quello che non vi appartiene. >>

<<Adesso basta, >> sentì dire a Lorenzo, <<tutto questo è assurdo.>>

<<Che cosa hai combinato stavolta? Alzati piccola sciocca.>> Giada Foscari la afferrò per il braccio. Arianna riaprì gli occhi, suo padre la guardava con tenerezza e preoccupazione. Duccio Vivanti era alla sua sinistra e la sosteneva con naturalezza, Camilla era ancorata al braccio di un attonito Marco che la osservava con rinnovata curiosità e il Visconte sembrava essersi volatilizzato.

<<Spero per te che tu non abbia rotto il fidanzamento, >> sua madre sembrava piuttosto seria, << o ti assicuro che...>>

<<La vorreste davvero dare in pasto a quell'individuo?>> Commentò Duccio.

<<Non vi immischiate.>> Lo redarguì Giada.

<<E voi Bertuccio che ne pensate?>>

Suo padre si limitò a scuotere la testa con tristezza, <<è deciso da molto tempo.>>

Raphael Deshawn e Marta Vivanti arrivarono in quel momento. Quello che la ferì di più non fu tanto il fatto che il suo ex precettore rimanesse in disparte, quanto l'occhiata di intesa che scambiò con Giada Foscari, per il resto la ignorò come se fosse invisibile.

<<Giada penso che alla luce di questi nuovi sviluppi fareste meglio a ritornare sui vostri passi.>>

Insistette Duccio, sua madre la teneva stretta per il braccio destro, Duccio non sembrava voler mollare quello sinistro.

<<Oh, davvero?>>

<<Sempre che la vostra reputazione vi stia a cuore, >> continuò tranquillamente Duccio. Arianna si rilassò, in Duccio c'era quella sera qualcosa che le sembrava familiare, che le faceva provare gratitudine. O forse era solo perché tra tutti era l'unico che stava tentando di salvarla. Nemmeno suo padre ci aveva provato.

L'eco stupefatto delle voci che avevano fatto da sottofondo al plateale gesto del Visconte, si spense presto, lasciando la nuova cerchia che si era creata in una imbarazzata intimità.

<<Duccio non esagerare, nessuno darà troppo peso alla cosa.>> Disse Marta Vivanti, quasi fuori posto in mezzo a quei visi lunghi con le sue gote rosse, gli occhi accesi e la vitalità tipica solo della giovane età.

<<Allora bisognerà proprio assicurarsi che ciò che ha spinto il Visconte a colpire resti un mistero, >> affermò con risolutezza Duccio Vivanti guardando prima Raphael Deshawn e poi Giada Foscari.

Arianna sentì che sua madre mollava la presa e ne fu grata, infinitamente grata al suo unico e insperato alleato.

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora