capitolo 35

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Tini's pov.
"Se rispondi, giuro che con me hai chiuso." Gli occhi di Jorge trasudano rabbia. Tuttavia non do nemmeno tanta attenzione riguardo ciò che ha appena pronunciato. Pensavo che da questo punto di vista fosse almeno un po'maturato, evidentemente mi sbagliavo. Ad ogni modo sono curiosa di sentire cos'è che ha da dirmi, così che rispondo alla chiamata.
"P-Peter" balbetto con voce fioca. Sento mormorare un "fanculo" da Jorge, che si alza dalla panchina abbandonando il parco.
"Martina, voglio vederti subito." Annuncia senza troppi giri di parole. È matto. Mi prende per il culo o cosa?
"Spero tu stia scherzando." La mia voce quasi si spezza. Ma si rende conto di ciò che mi ha fatto? Di avermi abbandonata e avermi lasciata in questo stato?
"Porca puttana, Tini. Ti sembro uno che scherza? Ho preso un fottuto aereo per raggiungerti fin qui, ho bisogno di te. Del nostro bambino." C-cosa? Ma lui c-come...non ho nemmeno il tempo di realizzare che continua ad implorarmi.
"Dammi un'ultima possibilità, ti prego." Sembra quasi piangere.
"Ci vediamo, Peter." Mormoro prima di chiudere la chiamata. So cosa starete pensando, che sono una cogliona e che non dovrei dargli l'opportunità di vedermi dopo quello che mi ha fatto. Ma è pur sempre il padre ed ha pure il diritto di vederlo. Per quanto io sia innamorata di Jorge e so che lui se ne prenderà più cura di Peter. Jorge...vero Jorge! Se n'è andato dal parco non appena ho risposto a Peter. Non ci credo che per così poco mi ha abbandonata, lasciandomi sola al parco. Ma forse è questo che mi merito, stare da sola, prima o poi mi abbandoneranno tutti. Singhiozzo e le lacrime iniziano a rigarmi il viso mentre penso alla situazione e me ne sto qui seduta nella panchina accarezzandomi il pancione.

2 ore dopo.
Dopo essermene tornata a casa e aver spiegato la situazione a Cande e Rugg mi dicono che Jorge ha avuto ragione a reagire in quel modo ma che conoscendolo sanno che mi perdonerà a breve. A pranzo siamo tutti insieme, Ruggero e Cande mangiano un'insalata mentre io due fette di carne ed infine il dolce. Ruggero si lamenta del fatto che non ho mangiato l'insalata con loro, ma sono davvero troppo stressata per oggi ed il cibo è l'unica cosa che mi calma. Cande mi ricorda che il medico mi ha detto che sto ingrassando troppo e più del normale, e sto provando antipatia anche per loro, anche perché voglio essere libera di fare quello che voglio. "Quindi di pomeriggio ti vedi con Peter?" Chiede Rugg e giurerei che riferirà tutto ad Jorge "Gli ho appena mandato un sms e ci siamo organizzati , tra qualche oretta ci vedremo al parco." Gli rispondono, non capiscono che il fatto che io stia incontrando Peter non singifichi che voglia lasciare Jorge.
Finito di pranzare, mi butto a peso morto sul letto a pancia in su. Credo che un pisolino mi faccia bene, anche se poi ho assolutamente bisogno di una doccia che mi rilassi. Dormo un oretta e poi mi dirigo verso il bagno per lavarmi. Non appena entrata in bagno vedo Cande in intimo che è appena uscita dalla doccia, lancio una lunga occhiata alla sua pancia perfettamente piatta e abbasso lo sguardo malinconica. Anche io in questo momento sono in intimo e mi sento imbarazzatissima del mio fisico. Anche perché sto mangiando molto in questo periodo e non è ingrassata solo la pancia. Cande capisce subito e si pianta di fronte a me, la mio pancione è così sporgente che quasi tocca la sua pancia.
"Dai Tinita, vedrai che andrà tutto bene" mi rassicura Cande con occhi dolci, accarezzando lentamente il mio pancione scoperto.
Mi infilo dentro la doccia non appena Cande esce del bagno e l'acqua calda riesce subito a rilassare i miei muscoli tesi. Mi sento così ingombrante in una doccia così piccola. Massaggio delicatamente il mio pancione cercando di rilassarmi ulteriormente e dopo essere uscita dalla doccia mi sistemo velocemente. Non ho voglia di curarmi così tanto, sono troppo triste di aver litigato con Jorge. Infilo velocemente una vecchia canotta, la quale mi sta un po'stretta (mi sa che devo fare shopping per acquistare roba un po'più larga) e un paio di jeans che fanno fatica ad abbottonarsi.

Mi presento al parco e Peter ancora non è arrivato. Se è uno scherzo giuro che non è divertente. Ma poi eccolo arrivare da lontano. Mi fissa a lungo e posso giurare di
aver visto la sua bocca spalancarsi per qualche secondo. Lo so cosa penserà, che sono una balena.
"S-sei" Mormora e lo interrompo.
"So cosa stai per dire, ti risparmio le parole." Rispondo acida per poi cingere con entrambe le mani la mia protuberanza.
"No, no ma che hai capito...stai benissimo" balbetta imbarazzato ma è evidente che mente.
"Cosa sei venuto a fare qui Peter?" Abbasso lo sguardo.
"Non potevo starmene lì al solo pensiero che non avrei mai conosciuto il mio bambino. Sono pentito credimi, piangevo ogni notte. Tutto ciò che voglio adesso e recuperare il rapporto con te ed essere il padre del nostro...bambino o bambina?" Domanda portando una mano dietro la nuca.
"È un maschietto." Mormoro portando lo sguardo verso il mio ventre gonfio. È triste che Peter non sappia nulla del mio...beh nostro, figlio. Tutto ciò che voglio e stringerlo fra le mie braccia e prendermi cura di lui. Spero di essere una buona madre ma non nascondo che il bambino debba conoscere anche suo padre biologico.
"Ricominciamo da capo, Tini." Mi abbraccia fortissimo e ricambio un po'forzata l'abbraccio.
"Mi fai male" sorrido lievemente forse per la prima volta da quando l'ho visto.
"Hai ragione, scusami" lascia la presa per poi accarezzarmi la pancia. Vorrei dirgli allo stesso tempo però che anche se l'ho perdonato non staremo mai insieme. E che solo Jorge fa parte della mia vita. Ma preferisco dirglielo dopo.
Facciamo una lunga passeggiata in giro per la città, e spero che capisca che per quanto sia il padre del bambino io voglio che restiamo amici. Parliamo del più e del meno finché non arriva l'ora di cena e mi invita al ristorante per mangiare una pizza. Accetto, ma non nascondo di sentirmi in colpa per Jorge. È piacevole cenare con lui ma iniziamo già a litigare quando ordino la seconda pizza.
"Sei folle Martina?" Sembra serio.
"Faccio quello che voglio, Peter." Rispondo con tono altrettanto serio. È vero, la pancia sta crescendo a dismisura nell'ultimo periodo, ma non è nessuno per dirmi cosa devo e non devo fare.
"Beh non per male, Tini. Ma finirai per esplodere da questo passo." Alza il tono della voce. Inizio a riprovare quell'odio per lui.
"Non ti devi permettere!" Quasi urlo.
"Si, invece. Cazzo, sono il tuo ragazzo ed hi il diritto di scegliere per te!" Ringhia. Ma è serio? Si considera il mio ragazzo? È folle, è lo stesso psicopatico che ho da sempre conosciuto.
"Vaffanculo Lanzani!" Urlo uscendo dal ristorante. Lo vedo lasciare i soldi sul tavolo mentre esce anche lui inseguendomi. Mi sono rotta. "Peter basta seguirmi! Non sei il mio ragazzo e mai lo sarai. Io sto con Jorge che è un ragazzo migliore di te e tu non prenderai mai il suo posto!"
"È così c'è ancora quello stronzo di Jorge in mezzo alle palle? Pensavo che fossi ancora mia, ma evidentemente mi sbagliavo" Sbraita e mi spinge.
"Peter non toccarmi, ti prego." Mi sento troppo debole in confronto a lui. Mi da un'altra spinta e sto quasi per cadere a terra. Aiuto, voglio tornare a casa. I suoi occhi esprimono follia e rabbia allo stesso tempo, quando mi da l'ultima forte spinta facendomi cadere a terra.
"Così ti impari. Pezza di merda. Un elefante è meno ingombrante di te." Urla guardo il mio corpo a terra con disprezzo. Le sue parole sono cattivissime. Vedo nero. Ho bisogno di aiuto. Non voglio perdere il mio bambino è l'unica cosa bella che mi è rimasta.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora