capitolo 18

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TINI'S POV.
Appena svegliata ci metto qualche secondo per realizzare la situazione. Eccomi nella mia nuova casa, in una camera la quale sono costretta, ma allo tempo entusiasta, di condividere con Jorge, il mio ragazzo ma a quanto pare apparente fratellastro. Se me lo avessero detto una settimana non ci avrei assolutamente creduto.
L'abbiamo fatto, é stata la mia prima volta.

Unire il mio letto al suo, in modo da formare un matrimoniale, é stata una splendida idea, abbiamo dormito piú comodi e in questo momento mi ritrovo con la testa poggiata sopra il suo petto, con il lenzuolo che ci copre fino alle spalle.
Mi ritrovo a fissarlo mentre dorme, vederlo con la sua aria beata ma allo stesso tempo dolcissima non puó fare a meno che strapparmi un sorriso.

"Già sveglia?" La sua voce impastata dal sonno, mi fa uscire da quella sorta di vortice in cui ero appena caduta. Le mie labbra si piegano in un sorriso, dolcemente si avvicina a me stampandomi un bacio.

"Non immagini quanto mi sia piaciuto ieri." Appoggio la testa sul suo petto, immergendomi nei ricordi della scorsa notte.

"Anche a me piccola." Mi accarezza volto con il dorso delle dita, per poi lanciare un'occhiata verso la porta "L'ho chiusa a chiave mentre dormivi, nel caso entrassero i nostri genitori." Conclude, ricordandomi appunto che tuttavia siamo privi di vestiti, dio non voglio nemmeno immaginare a cosa avrebbero potuto pensare vedendoci coricati a letto insieme e in piú in queste condizioni.

"Jor, ma avrebbero potuto provare ad aprire! Chissà cosa avrebbero pensato trovando la porta chiusa a chiave." Puntualizzo, siamo pur sempre fratellastri e tutto ciò é fottutamente sbagliato.

"Si ma non é successo, stai calma Martina." Si ma sarebbe potuto succedere. Ed ecco uno dei tanti difetti di Jorge Blanco, non ha paura delle conseguenze. In ogni caso decido di non ribattere, dato che non ho voglia di litigare con lui.
Mi limito ad alzarmi ed indossare i primi vestiti che trovo sul pavimento, a quanto pare in questo momento la mia voglia di curarmi e sistemarmi é pari zero.
"Vado a farmi una doccia." Sbadiglia lui, mentre annuisco con un cenno del capo, scendendo al piano di sotto, con l'intenzione di andare in cucina. Noto che l'aria fra di noi si é già fatta piú tesa e questo non promette nulla di buono.

In cucina mia madre é intenta a sorseggiare una tazza di caffé, mentre il 'simpaticissimo' compagno Adrián legge il giornale.

"Buongiorno, tesoro." E questa dolcezza da dove le é sbucata?

"Giorno." Rispondo freddamente versando dell'acqua sul mio bicchiere.

"Indovina chi verrà a farci visita questo pomeriggio? Non ci crederai." Esclama lei entusiasta, e spero che non sia uno di quei lontani parenti che non fanno altro che ripeterti 'ma quanto sei cresciuta' o 'assomigli molto a tua madre'.

"Chi?" Tolgo l'elastico che avevo sul polso per legare i miei capelli in una coda.

"Ricordi dei Lanzani? Quando sono venuti al corrente del fatto che ci fossimo trasferite qui non hanno perso tempo a telefonarmi e dirmi che morivano dalla voglia di farci visita. Peter sembrava entusiasta di vederti." Risponde tutta contenta mia madre, avvisandomi della notizia.

"Peter?" Domando confusa. Chi é Peter e chi ha mai sentito parlare della famiglia Lanzani?

"Davvero non ti ricordi dei Lanzani? Peter é il figlio della mia ex collega di lavoro, nonché una delle mie piú grandi amiche. Non ricordi che la sua famiglia veniva sempre a farci visita e che da bambina giocavi sempre con lui?" Mi ricorda mia madre, ma certo. Ora é tutto piú chiaro. Ricordo di aver vissuto pochissimo qui a Madrid, diciamo una parte dell'infanzia. Erano i tempi in cui mia madre lavorava in una delle aziende piú importanti della città, e mi portava sempre con se. Peter era il figlio di una sua collega, e ricordo che passavamo intere mattinate a nasconderci sotto la scrivania dell'ufficio, fingendo fosse le nostra caverna, il pomeriggio andavamo a raccogliere margherite nel grande giardino dell'azienda. Essendo le nostre madri molto amiche, le nostre famiglie lo erano a sua volta. Non ho moltissimi ricordi della mia infanzia a Madrid ma ricordo che mio padre era un grande amico del padre di Peter e che a volte andavamo persino a fare scampagnate insieme. Ma con la morte di mio padre e il fallimento dell'azienda le cose cambiarono. Ci trasferimmo a Buenos Aires e il rapporto con la famiglia Lanzani andó pian piano perso. Sinceramente mi farebbe molto piacere rivederlo, a quei tempi era l'unico che mi capiva.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora