capitolo 33

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Jorge's pov

Finalmente riesco a riacquistare il coraggio di entrare in casa. La luce del soggiorno, il tavolo perfettamente ordinato con sopra delle fottute birre mi danno i nervi. Si, perché quella che doveva essere una tranquilla rimpatriata si è trasformata in un incubo, quanto meno per me.

"Dove Tini?" Domando ai ragazzi nervoso, alzando leggermente il tono della voce e nello stesso tempo cercando di mantenere un tono freddo, mi hanno già visto piangere chiunque mi conosce sa quanto io odi farmi vedere debole, e loro hanno già visto abbastanza questo lato fragile.

"E' in bagno Jorge, ma lasciala stare." Sospira Candelaria, tenendomi fermo da un braccio.

"Levati dal cazzo." Sbotto, scostando la sua presa e avviandomi verso il bagno. Non può finire tutto così, devo parlarle.  Percorro il lungo corridoio per poi giungere alla porta. Sento il cuore palpitare e qualche goccia di sudore percorrere la mia fronte. Spingo forte la maniglia per aprirla malgrado io sappia che non serva a niente, perché conoscendola, si sarà chiusa a chiave. Confermate le mie idee,  busso più e più e volte, senza ottenere alcuna risposta.

"Tini dai, apri!" Comando con voce roca, la quale si spezza alla fine. E' l'unica fottuta la ragazza la quale ha quest'effetto su di me. Riesce a farmi crollare in men che non si dica, a far vacillare le mie emozioni.

"J-Jorge, ti prego... voglio stare da sola." Sussurra debolmente, sento letteralmente a pezzi al solo sentire quella vocina. Non voglio che sia in questo stato, per quanto male mi abbia fatto, voglio che lei stia bene, che capisca quanto possa contare su di me.

"Senti, ho sbagliato a reagire in quella maniera. Ma come vuoi che mi senta?" Sospiro,  sedendomi a terra con le spalle poggiate sulla porta "Ma ora più che mai dovremmo dimostrare quanto siamo forti, non abbandonandoci. Cazzo Martina io voglio continuare a starti vicino, malgrado il tuo errore. Per quanto sia incazzato con te, per quanto io in questo momento stia ribollendo di rabbia, sofferenza e dispiacere io non riesco a lasciarti sola. E credimi, la tua assenza fa più male di qualsiasi altra brutta notizia."

Per qualche secondo cala il silenzio, riesco solo a percepire un suo singhiozzo, per poi sentirla mormorare "Faccio schifo, Jorge. Tu non ti meriti tutto questo, sono una merda di persona." Riesco ad avvertire la rabbia nella sua voce malgrado io non la stia guardando, sono capace di percepire l'odio che lei provi questo momento verso lei stessa.

"Diciamo che neanche io in questi mesi mi sia comportato nel migliore dei modi. Credo che tu meglio di chiunque altro lo sappia.  Ora però ho bisogno che tu apra quella fottuta porta, che accetti il mio aiuto è che perlomeno qualcosa riesca a tornare come prima." Mormoro, abbassando lo sguardo. Ho fottutamente bisogno di lei, ed ho anche un'improvvisa voglia di spaccare la faccia a quel pezzo di merda che se l'è scopata, che l'ha messa incinta, e che l'ha tradita. Il rumore delle chiavi che girano la serratura mi risveglia dai pensieri, mi alzo di botto e rimango paralizzato nel vederla. Il suo volto angelico, quei capelli stupendi un po'scombinati, quello sguardo imbarazzato.

"Vieni qui, piccola." Soffio, mentre si lascia cadere fra le mie braccia concedendosi ad uno di quegli abbracci fantastici, quelli che mi mancavano tanto. Mi sento così bene sentendo il suo profumo, la sua presenza. Le accarezzo dolcemente la schiena per poi sussurrare al suo orecchio "adesso ci sono io."

"Non ti merito Jorge, non ti merito affatto." Singhiozza debolmente, stringendomi ancora più forte.

"Non parlare àngelito." Poggio le mie labbra sulle sue per ammutolirla, temendo fottutamente di sbagliarmi. Invece no, preme le sue morbide labbra ancora più forte permettendo alla sua lingua di unirsi con la mia. Mi mancava tremendamente quel contatto, quei baci appassionati. Mi mancava tutto lei ed averlo finalmente ottenuto, malgrado sia dolorosa la sua situazione mi fa sentire terribilmente bene. Mi sento come in un sogno, e non ho intenzione di essere svegliato. Mi chiedo solo cosa accadrà dopo tutto questo.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora