capitolo 17

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Tini's pov.

Ed é solo quando noto i suoi occhi lucidi alla vista dei suoi regali di compleanno che mi rendo conto di ció che realmente provo per lui, che non é compassione, bensì comprensione nei suoi confronti. Non provo pena per lui, semplicemente comprendo quanto possa essere stato difficile per lui crescere senza la presenza di un genitore, capisco anche quanto gli sia costato trasferirsi dall'altra parte del mondo, vivere in una nuova casa col padre che in tutti questi anni non aveva fatto altro che trascurarlo. Mi rendo conto che in questo momento, questo ragazzo stronzo alla apparenza, ma in realtà debole e sensibile ha bisogno di me piú che mai. Entrambi abbiamo avuto un passato difficile, e da un lato anche simile ed anche io a mia volta, infatti, ho tremendamente bisogno di lui, e malgrado i suoi sbagli e le volte in cui mi ha fatto soffrire non posso negare che mi manca tantissimo.

Non dico nulla, mi limito ad avvicinarmi a lui, facendomi cullare tra le sue braccia, quelle che da sempre mi hanno fatta sentire al sicuro.
"Chi se ne fotte se il destino ha fatto in modo che diventassimo fratellastri? Avevamo detto per sempre, ricordi?" Sussurra sulla mia spalla, mentre lacrime di sfogo iniziano a rigare il mio viso "Voglio che niente e nessuno ci separi, ángelito." Conclude.

"Sai che non possiamo continuare a fare cosí, vero Jorge?" Mormoro sul suo petto "Ti amo, non immagini quanto. Ma sono stanca di questo continuo avanti e indietro. Giusto nel momento in cui crediamo di essere felici succede sempre qualcosa che riesce a rompere la nostra felicità."

"Stai dicendo che hai realmente intenzione di andartene da me? Cazzo, non ce la farei, giuro. Ho fottutamente bisogno di te, e non immagino un giorno di noi due che non sia insieme. Ti sto chiedendo solo di provarci Martina, ti prego." Noto i suoi occhi inumidirsi, cosa che mi fa distogliere lo sguardo, dato che non ho intenzione di ridurmi nuovamente in un mare di lacrime.

"Non voglio andarmene, io voglio stare con te, Jorge. Non immagini quanto ne ho bisogno." Concludo sforzandomi di non piangere per l'ennesima volta. Perché diamine sono cosí emotiva? Faccio per andarmene, non voglio che mi veda in queste condizioni. Ma non faccio nemmeno in tempo ad uscire dalla stanza che mi afferra per un braccio, trascinandomi a se, in una vicinanza fin troppo pericolosa.

"Sta volta non mi scappi Stoessel, sei tutta mia." Ansima per poi poggiare le sue labbra sulle mie. Le stesse labbra che per tanto tempo avevo bramato, desiderato fossero mie, ma temuto di averle perse per sempre a causa di uno stupido litigio. La sua lingua corre insieme alla mia, e non posso fare a meno di ammettere che quei movimenti lenti e delicati mi mancassero da morire. Avvolgo le braccia attorno al suo collo nello stesso momento che lui cinge i miei fianchi, le mie labbra continuano assaporare le sue, rendendo il bacio ancora più appassionato ma allo stesso tempo molto dolce.

A spezzare quello che sembrava essere un bel lieto fine peró, ci pensa un rumore di passi provenienti dal corridoio. Sentendo questi, infatti, non perdiamo tempo ad allontanarci l'un altro.
"Mamma." Respiro affannosamente non appena essermi staccata da lui.
"Tesoro mio, ma dov'eri? Sei mancata tutto il pomeriggio." Domanda frettolosamente, non prestando attenzione a me, al contrario guardandosi allo specchio del grande soggiorno, e sistemandosi capelli.

"Ero al centro commerciale, in ogni caso non credo te ne importi qualcosa." Rispondo acidamente ricevendo una gomitata da Jorge, come se stesse cercando di farmi contenere.

"Adrián ed io mancheremo stasera, ha prenotato un ristorante carinissimo, non lo trovi romantico?" Mi avvisa nemmeno facendo caso alla mia risposta, nonostante ció sono contenta che lei il suo compagno manchino stasera, non li sopporto, con tutto il rispetto per il padre di Jorge.

"Fantastico, divertitevi." Sfoggio a mia madre un sorriso falso, e continuo la sceneggiata fino a quando non vedo i due uscire di casa.

"Non ti sembra di esagerare con tua madre?" Si ostenta Jorge a chiedermi, scuoto la testa.

"Non ho mai criticato i tuoi atteggiamenti nei confronti di tuo padre, ti chiedo di fare lo stesso con me, perfavore." Rispondo freddamente, e lui annuisce con un cenno del capo.

"Hai ragione piccola, scusa." Appoggia la sua mano sulla mia, accentuando la parola piccola, amavo quel modo in cui mi chiamava, e mi fa impazzire tuttora. "Mi sei mancata tanto." Sorride per poi cingermi nuovamente la vita, sollevandomi in modo tale che lui possa prendermi in braccio ed io possa mettermi al cavalcioni su di lui. Riprendiamo a baciarci con foga, fino ad arrivare nella mia camera. Mi solleva dai fianchi, facendomi cadere a peso morto sul letto, si sdraia poi accanto a me.
"E quel letto?" Respiro affannosamente indicando il letto alla mia sinistra.
"Lo ha messo sta mattina tua madre, pensando che stessi piú comodo a dormire nella tua camera, rispetto che nel divanoletto della cucina. Se ti infastidisce peró posso anche dormire da un'altra parte."

"Come potrebbe mai infastidirmi questo?" Mi fiondo nuovamente sulle sua labbra, poggiando le mie mani sul suo petto come in cerca di contatto.
"Cazzo quanto sei mia." Stacca le sue labbra dalle mie per prendere fiato, le preme poi sul mio collo riempiendolo dei baci e cominciando a succhiare la pelle lasciando dei piccoli morsi, facendomi gemere silenziosamente. Fa poi scivolare dolcemente le dita sulla chiazza violacea sul mio collo, le lascia scendere pian piano, fino ad arrivare poi all'interno maglietta, la sue mani calde accarezzano i miei morbidi seni e a quel punto mi chiedo se stiamo correndo un po'troppo. Insomma, son già stata a cavalcioni su di lui, le toccatine fra di noi c'erano già state, cosí come i preliminari, ma come mai stavolta il calore sul mio corpo era eccessivo? L'eccitazione stava iniziando a prevalere in me, cosa che non era mai capitata prima d'ora.
Con un semplice gesto riesce a slacciarmi il reggiseno dall'interno della maglietta, e mi chiedo quante altre volte e con quante altre ragazze abbia ripetuto tale gesto, dato la velocità e semplicità nel farlo.
Quando lascia nuovamente scivolare le dita all'interno della maglietta come per sfilarmela, chiede prima la mia approvazione con un cenno del capo. Annuisco silenziosamente facendo poi scivolare la mano destra nel colletto della sua camicia fino ad arrivare ai suoi bottoni. Li sbottono leggermente per poi aprire la camicia del tutto sbottonata, stringo le mie braccia dietro la sua testa per attirarlo più a me. Continuiamo a baciarci,i  nostri petti si toccano e le nostre lingue si intrecciano. Mi morde delicatamente il labbro inferiore e con un salto avvolgo nuovamente le gambe intorno alla sua vita mentre le nostre labbra si separino gli tolgo del tutto la camicia. Le mie mani accarezzano il suo capo mentre le sue labbra  scendono sul mio petto. Sgrano gli occhi e prima che possa rendermene conto sta già sfilando i miei leggins. Il suo corpo mi schiaccia sul materasso e la sua lingua esplora  la mia bocca. Le mie mani scivolano sulle sue spalle, le mie unghia si afferrano su di esse.
"Jorge" Gemo e solo ora mi rendo conto che ha ancora i jeans. Le mie mani percorrono i suoi fianchi fino ad arrivare al bordo dei jeans. Li sbottono e il più velocemente possibile e lui mi aiuta a farlo.
Inizia a baciarmi il petto ormai scoperto  riempiendo di piccoli baci il seno e con un semplice gesto riesce a togliermi l'intimo. Sento i brividi scorrere su tutto il mio corpo, non ho mai desiderato nulla di più bello. Gemo forte e le sue labbra mi fanno avvampare. Si avvicina al mio orecchio.
"Sei bellissima piccola,il tuo corpo,il tuo sorriso era da tanto che aspettavo questo momento." Sussurra.
"Vuoi andare avanti?" Domanda gentilmente e non me lo faccio ripetere due volte. Annuisco con un cenno del capo. Prende la mia mano sinistra e la poggia sulla molla dei suoi boxer
"Sei sicura?" Chiede baciandomi il collo, e annuisco nuovamente togliendogli i boxer con un po' più di difficoltà. Poggio delicatamente la mano destra sul suo volto quando lo sento entrare dentro di me. Non posso evitare un grido di dolore, lui mi fa sentire così piena, completa. Il mio corpo si irriggidisce leggermente ma si rilassa un'attimo dopo trovando il suo sguardo. Mi bacia dolcemente mentre si muove piano piano sempre più velocemente e gemo sulle sue labbra. Non posso fare altro che sentirmi completa, sto facendo l'amore con Jorge.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora