capitolo 2

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Mentre gli altri continuano a montare le proprie tende ridendo e scherzando,io me ne sto qui frugare fra i miei bagagli per trovare qualcosa da fare che non implichi il socializzare con le persone. Quando all'interno della mia valigia trovo una matita con un bloc-notes,mi siedo sul prato iniziando a schizzarci su qualche disegno 

"Che fai di bello,Tessa?" Distolgo gli occhi dal foglio quando sento quella voce familiare.

 "Scordatelo se hai intenzione di chiamarmi ogni volta cosí." Alzo gli occhi al cielo causando la sua risata..

 "Sto andando a raccogliere la legna,mi accompagni?" Continua a fare il suo dannato sorrisetto da ebete.

 "In relatà sarei impegnata..." Farfuglio riportando i miei occhi al blocnotes.

 "A fare l'ascociale?" mi maschera ridacchiando.

"Forse" Roteo gli occhi divertita.

 "Infondo mi devi un favore,no? Ti ho aiutato a montare la tenda!" Mi ricorda lui e non posso fare a meno che accettare la sua proposta. Inizio a seguirlo quando si fa strada verso il boschetto qui dietro e continuo disegnare mentre camminiamo.

"Parli sempre cosí poco?" ridacchia lui mentre continuo a tenere lo sguardo fisso sul mio taccuino.

"Tu invece fai sempre cosí tante domande?" Domando facendolo ridere.

 "Sai,abbiamo ancora sei giorni da passare insieme,pensavo solo che potremmo farci qualche domanda per conoscerci meglio" Distolgo lo sguardo dal mio foglio portandolo per un instante al suo volto,credo che questa la sia effettivamente la prima volta che lo guardo negli occhi dato che finora ho sempre tenuto lo sguardo basso,non mi ero resa conto di quanto fossero verdi ma soprattutto di quanto il suo sguardo fosse intenso ed interessante,sono sempre stata del parare che non é il colore degli occhi che importa ma se una persona sa usarli,beh sei finita .

"Cosa fai nella vita?" Mi chiede svegliandomi da quella sorta di trans in cui ero caduta.

 "Me la complico." Mi viene spontaneo rispondere anche sta volta ride ma è una risata diversa dalle altre,non è la solita risatina da presa in giro sta volta è più un sorriso compiaciuto che una risata,come se stessa concordando le mie parole.

"Ora è il tuo turno." Sorride per poi chinarsi per prendere della legna.

"Perché mi hai chiesto di accompagnarti?" Gli chiedo senza pensarci su,è la prima domanda che mi è passata per la testa,forse perché comunque sono rimasta sorpresa del suo banale invito,è strano vedere qualcuno che voglia passare del tempo con te.

 "Perché ogni tanto si ha bisogno di essere cercati e non di cercare sempre." La sua risposta riesce in qualche modo a sorprendermi,non me la sarei aspettata da lui "e cosa ne sai tu di cosa cerco io?" mormoro sedendomi su un tronco,stanca di camminare.

 "Ti vedo,sei fottutamente timida e continuamente in cerca di qualcuno che ti porti in salvo,mentre non ne hai bisogno perché ci sono io per te Martina." I miei occhi si illuminano a quelle parole,come fa a sapere così tanto di me,a conoscermi tanto bene interiormente? Nessuno prima d'ora era riuscito realmente a capirmi.

JORGE S'POV.
"Ma Jorge,ci conosciamo appena!" La sua voce è qualcosa di stupendo,fottutamente bellissima. Quel vestito completamente bianco che indossa la fa apparire come un angelo,un bellissimo angelo ma con le ali dannatamente spezzate,perché la vedo,riesco a leggere ogni suo sguardo così come suo ogni movimento,riesco a leggerla e noto che è distrutta,quel suo modo di tenere lo sguardo costantemente basso,quel suo modo di aver paura di mettersi in confronto con la gente,io riesco a capirlo. E non è vero quello che mi ha appena detto,cazzo. Si,ci conosciamo appena,ma dal primo momento in cui è scesa da quella fottuta macchina che osservo ogni suo movimento e ogni suo modo di fare che per quanto paradossale possa sembrare io credo di conoscerla.

"Io lo so,sei la tipica ragazza che tiene tutto dentro,che vorrebbe urlare tutto quello che sente al mondo intero ma sta zitta per paura di non essere capita,ma io ti capisco Tini,credimi e non devi avere paura di me o di tutta la gente che ti circonda." Mi siedo di fianco a lei spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

 "Quella sei tu?" le chiedo indicando la figura rappresentata sul suo figlio,rappresenta una ragazza con le ali e secondo me le assomiglia da morire.

"Ma no,lei è un angelo Jorge,quella non sono io" Accenna una risata.

 "Ma ti assomiglia,per me quel ángelito sei tu." LE sorrido facendola arrossire.

"Grazie Jorge." butta lì tutto d'un tratto.

"Di cosa?" Le chiedo confuso.

"Per ciò che hai detto prima,per le tue belle parole,ne avevo proprio bisogno." 

Non le lascio il tempo di finire la frase che avvolgo immediatamente le mie braccia attorno a lei,mentre ricambia l'abbraccio stringendomi forte,voglio che con me si senta al sicuro.

 "Perché fai tutto questo per me?" Mormora timidamente lei evidentemente sospesa dell'abbraccio.

"Volevo che anche per te arrivasse quel momento in cui qualcuno ti stringesse così forte da farti sentire salva da tutte quelle macerie che avevi sul cuore."

angolo autrice :
ciao bimbi belli! okno,vi ringrazio per
le recensioni e i messaggini che mi lasciate,spero che questo capitolo vi piaccia nonostante sia breve,mi sono impegnata molto comunque per scriverlo quindi spero che apprezziate il mio impegno così come la storia in se,spero commentiate in tanti,io aggiornerò presto. vi mando un bacione.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora