capitolo 13

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Tini's pov.

"Magari in privato?" Il suo tono è dolce e la sua espressione calma, nonostante ciò gli tremano le mani, ciò mi fa capire che è abbastanza teso, spero solo che non voglia dirmi nulla di preoccupante. Mi volto subito verso Ruggero, non perché io voglia chiedere il suo permesso o qualcosa del genere, semplicemente mi aspettavo una sua reazione negativa, ma tutto ciò che fa e annuire con un cenno del capo e farmi segno di andarci. Così faccio, seguendo Jorge che mi porta in disparte. Avrei così tante cose da dirgli, ma non mi escono nemmeno le parole di bocca.  E poi comunque era lui quello che voleva parlarmi, quindi per adesso voglio limitarmi ad ascoltare quello che ha da dirmi.

"Non saprei da dove incominciare." Sorride leggermente imbarazzato, cosa che solitamente non è da lui, dato che odia farsi vedere così. Eppure, il suo sorriso resta semplicemente bellissimo.

"Aspetta, quello è il mio braccialetto?" Punto lo sguardo sul suo polso sinistro, nonostante io stia interrompendo il discorso. Stavo impazzendo nel cercare quel bracciale in tenda, credevo di averlo perso.

"Ehm, si. Ecco comincio a parlarti proprio di questo, l'ho trovato sulla casetta sull'albero, credo sia tuo." Con un semplice gesto leva il bracciale dal polso per poi farmi segno di dargli la mano, così faccio in modo che lui possa farmelo indossare. Non credevo avesse fatto visita al nostro posto, credevo che dopo il nostro litigio l'avesse già scordato, credevo non gliene importasse più nulla. Tutto questo perché in passato mi aveva delusa tante volte e niente ferisce, avvelena o ammala, quanto la delusione. Cazzo,questa frase! La scrissi sulle pareti della casetta, stanca delle sue delusioni.  E lui l'avrà letta sicuramente.  Mi fa male il solo pensiero che lui l'abbia potuta leggere. Ha fatto tanto per me, mi ha praticamente salvato la vita, e non mi riferisco solo a ieri, dal primo giorno che ha messo piedi in questo campo,nonostante i suoi continui errori, infondo mi ha realmente salvata. Dal mio carattere debole e fin troppo fragile. Se potessi tornare indietro non scriverei quella frase. Sicuramente adesso si starà sentendo in colpa a causa mia, ed io non voglio.

"Jorge, riguardo la frase..giuro che l'ho scritto in un momento di rabbia, avevamo litigato e..." Balbetto tutto d'un fiato "Non voglio che ti senta in colpa,ecco."

"Va tutto bene,ángelito." Sfoggia il suo miglior sorriso, marcando la parola finale. Quel nomignolo mi mancava da morire, non mi chiamava 'ángelito' da tempo, ciò mi fa arrossire e abbassare lo sguardo.

"Se volevi parlarmi solamente di questo, allora okay, possiamo anche tornare dagli altri." Rispondo tranquillamente, ma forse ho fatto troppo presto a parlare.

"Aspetta." Afferra i miei polsi prima che io possa andarmene, attirandomi i verso di lui in una vicinanza pericolosa. Siamo talmente vicini che posso riuscire a sentire i suoi fortissimi battiti, e il suo respiro affannato su di me.

"J-Jorge..." Ansimo quando mi attira maggiormente a lui, facendo sfiorare i nostri petti. Le sue mani sono ancora fiondate sui miei polsi, che non ha intenzione di mollare.

"Aspetta,ti prego." Soffia al mio orecchio "Se non te lo dico adesso, credo non troverò più il coraggio. E cazzo, me ne pentirei per sempre."

"Cazzo Jorge,parla!" Il mio respiro si fa sempre più affannato, la mia voce sempre più tremolante.

"Ti amo,okay? Ecco cazzo, l'ho ammesso." Sbotta. E cazzo, credo che il mio cuore abbia cessato per un attimo di battere e poi abbia ripreso all'impazzata minacciando di fuoriuscirmi dal petto "E adesso fa' quello che vuoi, vattene, mandami pure a fanculo. Tanto non cambierà ciò che provo. Resterò sempre fottutamente innamorato di te." Scioglie la presa dai miei polsi, il mio cuore batte all'impazzata e mi mancano addirittura le parole. Tutto ciò che mi limito a fare è fiondarmi sulle sue labbra. Così carnose e soffici come le ricordavo. Le nostre lingue che per tanto si erano desiderate adesso si muovo insieme e in perfetta sintonia. La sua lingua è così calda, e i suoi movimenti così dolci e lenti ma pian piano iniziano a velocizzare  e a farsi più intensi rendendo il bacio ancora più appassionato. "Anch'io Jorge,anch'io."  Prendo fiato per poi fiondare nuovamente le mie labbra sulle sue. Avvolgo le braccia attorno al suo collo, come in cerca in contatto, le sue mani che prima circondavano i miei fianchi adesso scivolano lentamente sulle mie cosce che solleva per cingerle sulla sua vita, in modo da potermi  sollevare tenendomi in braccio. Continuiamo a baciarci mentre mi trascina all'interno della sua tenda. Lui appoggia la schiena sul morbido terreno e nel frattempo io poso le mani sul suo petto "Mi sei mancata piccola,tanto." Schioda le sue labbra dalle mie per poi premerle sul mio collo con bacio delicato. Fa scorrere le punta delle dita sul mio collo,sulla pancia e tra i seni, e si ferma appena sopra l'orlo delle mutande. Infila poi le dita, iniziando a muoverle. Nonostante mi stia solo accarezzando, questo mi sta piacendo così tanto.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora