capitolo 8

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TINI'S POV.

"è permesso?" domando con un filo di voce sentendomi come fossi senza fiato,alza lo sguardo verso me e non posso vederlo ridotto così : i suoi occhi verdi iniettati di sangue per il troppo pianto,le lacrime che continuano ancora a pizzicare le sue guance "non ho bisogno della tua compassione,Martina" sbeffa abbassando lo sguardo mentre ulteriori gocce di pianto continuano a rigargli il viso "non ti sto compatendo Jorge,ti sentivo piangere da fuori,volevo solo sapere come stavi,tutto qui..." mormoro sedendomi al suo fianco,lo vedo tutto d'un tratto asciugarsi le lacrime con il dorso della mano,è più forte di lui,non vuole che la gente lo veda debole o fragile,deve farsi vedere da tutti come un ragazzo duro,ma pian piano vado accorgendomi che non è così "sto benissimo Martina, e dico davvero,non ho bisogno della tua pietà,non ho bisogno della pietà di nessuno,so già che mi odi per tutto quello che è successo in questi giorni,non devi fingerti preoccupata per me" la sua voce si spezza alla fine,come se stesse sul punto di piangere,istintivamente poggio la mano sopra il suo braccio,come per dargli conforto,aspettavo me la levasse ma non lo fa "è vero,mi hai fatto del male, ma questo non significa che io non ci sia per te quando ne hai bisogno,Jorge" sfioro delicatamente la sua mano e a mia sorpresa me la stringe giocherellando con le mie dita,è incredibile come questi piccoli gesti anche in questi momenti malinconici riescano a farmi sentire speciale, ed è vero mi ha fatta soffrire tanto,quella storia del bacio o di ciò che è accaduto alla festa, ma tutti meritano una seconda opportunità,ed adesso parlando con lui inizio a sentire la sua più profonda sincerità "Tini,non ho bisogno di nessuno,nella vita sono sempre andato avanti da solo e non ho problemi nel continuare a fare così"  riesco a intravedere una scia di malinconia nel suo volto così come nel suo tono di voce, eppure non gli credo, lui si auto convince che non ha bisogno di nessuno per essere felice , ma in realtà secondo me questo lo fa stare male "Jorge ma-" non faccio in tempo a terminare la frase che lui mi interrompe "aspetta Martina,fammi finire,in questi giorni ho sempre cercato di farmi perdonare da te in tutti i modi e non mi hai mai lasciato parlato parlare" lo guardo fisso negli occhi, sono verdi e bellissimi,ma terribilmente lucidi,non riesco a vederci la felicità dentro "okay ti ascolto" sospiro,ho la sensazione che lui si senta meglio a sfogarsi con me,per questo lo lascerò parlare e ascolterò qualsiasi cosa lui abbia da dirmi "Mi fa fottutamente male il fatto di averti fatta soffrire in questi giorni e voglio che tu sappia che non era mio intento,devi credermi. Il problema qui sono solo io,spesso agisco senza pensare e facendo così finisco solo per deludere la gente. Quando ti ho baciata è perché morivo dalla voglia di farlo, lo so sono stato un coglione dovevo dirti che era per un gioco, ma avevo paura che altrimenti non avessi accettato di farlo,avevo paura fosse stata la mia ultima opportunità,ecco. Sono stato un coglione perché in qualche mi sento come ad aver approfittato di te,mentre dall'altro lato sento che è stato lo sbaglio più bello che potessi fare" sento inumidirmi gli occhi al solo sentire quelle parole, ripercorro tutte le volte in cui mi ha fatta soffrire, ha sbagliato ma so che non era intenzione sua farmi del male,perché lui è buono. Nonostante indossi la maschera dello stronzo riesco a percepire tutte le sue debolezze. Sento le labbra tremarmi,vorrei rispondergli ma non riesco a dirgli nulla,perciò lui continua a parlare "Tini,riguardo a quel ragazzo e alla festa di sta sera volevo dirti che-" sta volta sono io ad interromperlo "Lo so,Diego me ne ha parlato prima di rientrare in tenda,mi ha detto che ha assistito alla scena e che ha visto che Samuel ha finto tutto,ho sbagliato a giudicarti,scusami" abbasso lo sguardo timidamente,aspetto una sua risposta ma non lo fa,si limita a stringermi tra le sue braccia,mi mancavano da morire i suoi abbracci,quelle braccia con cui ti senti protetta,al sicuro "vuoi dirmi perché piangevi prima?" domando silenziosamente appoggiando la testa sulla sua spalla,mentre con un braccio mi cinge la vita "non mi va di fare l'esibizionista,ángelito" scrolla le spalle mentre nel suo volto si disegna nuovamente un'espressione malinconica "sto imparando a conoscerti e so che non lo sei" sussurro accarezzandogli lentamente il braccio e non posso fare a meno di sentirmi al sicuro in questa posizione "promettimi che non mi prenderai per fallito,che non avrai un'altra concezione di me" si fa leggermente teso e annuisco con un cenno del capo.

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora