capitolo 26

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mi scuso in anticipo se il capitolo che vi presenterò sarà breve. non odiatemi, in ogni caso, spero che io non vi abbia delusi , sappiate che mi farò presto perdonare!buona lettura :)

Jorge's pov.

Caro papà,
Sarai sicuramente sorpreso nel trovare questa lettera sul tavolo della cucina, il fatto é che spesso, quando non si trovano le parole, viene più facile scrivere per esprimere ciò che si sente. Ti ho scritto per dirti che stare a Madrid é troppo per me, lo so, é la città in cui sono nato, la città nella quale ho trascorso buona parte della mia infanzia, ma allo stesso tempo é piena di ricordi negativi e fin troppo pesanti, cosa che per me é
impossibile sopportare. Sono stato malissimo in questi ultimi tre mesi trascorsi da solo, dietro le sbarre e per un'assurda causa. Perché, te lo giuro papà, non era mia intenzione rubare quella motocicletta, tu lo sai, spesso sbaglio, commetto errori, cazzate, ma non sono un ladro, mi conosci, non sono una cattiva persona. E a Madrid non ho solo il ricordo del carcere, papà. In questa città é morto pure un mio caro amico, un ragazzo con il quale ero legatissimo, ho ancora l'immagine del suo corpo steso a terra, il suo volto ricoperto di sangue. E il solo pensiero di ripercorrere quelle strade ma di non poterlo rivedere mai più, mi uccide papà. E fidati, mi sono trovato bene in questa casa con te e Marìana, lei é una donna molto dolce e vi auguro il meglio. Ma se ho intenzione di lasciare la città la ragione più grande é un'altra, sono lontano dalla persona che amo. E sì papà, adesso mi prenderei per folle, 'innamorato' alla mia giovane età ti sembrerà un parolone, ma tu avevi la mia stessa età quando hai conosciuto la mamma e tu stesso mi insegnasti che tutto é lecito in amore. Così non preoccuparti se quando ti risveglierai io non sarò a casa, non avere paura se sarò dall'altra parte del mondo a Buenos Aires, lo faccio per una buona causa, papà. Ho bisogno di lei, lo faccio per cercare lei, 'Martina Stoessel'.

Questa é lettera che ho lasciato a mio padre nel tavolo della cucina, sembrerò pure un codardo ma non sarei riuscito a dirglielo di presenza, avevo troppe cose da dire e credo che magari sarei scoppiato a piangere come una fottutissima femminuccia. Queste dodici ore di volo, nonostante io abbia dormito la maggior parte del tempo, sono state davvero pesanti. Era tarda notte quando ho lasciato Madrid, qui a Buenos Aires é giorno e il mio primo pensiero é dirigermi verso casa di Ruggero. Sono fortunato a ritrovarmi qualche spicciolo nelle tasche della mia giacca, altrimenti anziché prendere un taxi avrei dovuto farmela a piedi. Cazzo quanto mi mancava. La mia amatissima Buenos Aires, la città della mia adolescenza.

"Siamo arrivati." Avviso il tassista non appena arrivati davanti l'appartamento di Ruggero. Tini sarà di sicuro qui, ci metto la mano sul fuoco. Lascio i soldi per poi scendere velocemente.
Citofono all'impazzata, senza inizialmente avere risposta. «Merda Pasquarelli, rispondi!» Mi lamento tra me e me, fin quando vedo la porta aprirsi.

"Jorge?" L'espressione di Ruggero é confusa.

"Fammi entrare cazzo, devo vederla." Scosto il ragazzo per cercare di entrare in casa, ma lui mi ferma. Da un lato mi sembra male parlare così al mio migliore amico, ma in questo momento sono troppo nervoso per ragionare come si deve.

"Non puoi, Jorge." Ruggero si volta, guardando da dietro la porta, come se stesse nel frattempo comunicando con Martina che é dentro casa.

"Ruggero, cazzo ti prego." Sento che da un momento all'altro potrei esplodere. Ho bisogno di lei, di vederla, di parlarle cazzo!

"Non dipende da me Jorge, lo giuro. É lei che non vuole.." Ruggero abbassa lo sguardo per poi voltarsi verso di Tini, che a quando pare le sta facendo cenno di non farmi entrare.

"Porca puttana Tini! So che riesci a sentirmi! Ti sto pregando, lasciami entrare. Devo parlarti, ho bisogno di te." Aumento il tono della voce, sento che da un momento all'atro potrei scoppiare a piangere cosa che non voglio assolutamente.

Sento la sua debole voce provenire dall'interno della casa ed un "Rugg, ti prego fallo andare" mormorare.

"L'hai sentita, Jorge. Mi dispiace..." Ruggero abbassa lo sguardo,  e chiude la porta prima che io possa andarmene.

É più forte di me, scoppio a piangere in men che non si dica. Sono perso senza di lei, porca troia. Tre mesi, tre fottutissimi mesi senza i suoi baci, i suoi tocchi, le sue carezze. Sono stato già tre mesi senza di lei. Ed ora che sono giunto fin qui senza di lei, non vuole saperne di me, dovevo aspettarmelo. Che ne sarà di me adesso? Ho venduto la mia macchinetta per giungere fin qui, non ho abbastanza soldi per un albergo. La casa in cui vivevo qui, prima di partire a Madrid, é stata venduta. Mi resterebbe solo una cosa da fare.

angolo autrice :
salve popolo🌟 okay, mi scuso per il lungo periodo di attesa, ammetto di non aggiornare da tanto e spuntare dal nulla con un capitolo di merda e scritto malissimo mi dispiace. spero solo di non diminuire con le visite e i commentini (cose che comunque ho notato :c ) perché davvero, sapete quanto io ci tenga a questa storia e a non rovinare tutto ciò che si é creato fino ad ora. detto ciò, spero di non avervi deluso con questa trama, e vi concedo un piccolo spoiler, arriveranno anche dei momenti di gioia con la nostra amata coppia. spero di non essermi dileguata troppo, un bacino, la vostra -chiars

Quel maledetto campeggio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora