XXV

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Brook quella mattina aveva preso la metro per tornare a casa dalla serata con la sua migliore amica, e non avrebbe minimamente pensato di incontrare proprio Niall.

Non appena lo vide il cuore le saltò in gola e approfittó del fatto che fosse arrivata a destinazione per non aspettare nemmeno che le porte si aprissero del tutto, scivolando via.

Tornando per la strada di casa notò che ad aspettarla di fronte al suo portico c'era Riccardo, appoggiato alla staccionata, che non appena la vide raddrizzò la schiena andando verso di lei
"Brook"
"Riccardo" rispose lei, fermandosi "che ci fai qui?"
"Volevo..ecco io..io non voglio che per un mio errore il nostro rapporto finisca completamente. Capisco che non posso costringerti ad amarmi, ma-"
"Non ti ho detto tutto quel giorno" iniziò lei, zittendolo "non riuscivo ad innamorarmi di te perché lo sono stata sempre di un altro. E lo amo così intensamente, Riccardo, che ora ci sto male" confessò, perché ormai era inutile negarlo.
"Niall.." disse lui dopo averla scrutata per qualche secondo.
"Già" sorrise lei, abbassando lo sguardo "ma non preoccuparti. Hai avuto già la tua vendetta. È stato lui a dirmi che fra di noi non può esserci niente"
"Non vorrei mai vederti soffrire" Brook si bloccò "non mettermi parole che non ho nemmeno pensato. Avrei solo voluto che tu me lo avessi detto sin da subito" lei si girò verso di lui
"Hai ragione, perdonami" Riccardo sospirò e le andò incontro, stringendola in un abbraccio che non aveva alcun doppio fine se non quello di portarle via un po' di tristezza. Brook ricambiò stringendolo forte a sé.
"Per te ci sarò sempre" le disse accarezzandole la schiena, lei sorrise
"Lo so. So di poter contare su di te"
"E poi" disse piano "se lui non è in grado di amare una persona così bella, significa che non ne è degno" le disse, guardandola negli occhi
"Credo di essere io, quella non in grado di farlo" strinse le labbra, Riccardo le accarezzò la guancia "adesso devo andare"
"Ci vediamo in giro?" Lei gli sorrise ed annuì, salutandolo con un gesto della mano prima di rientrare in casa.

"Oh mio dio, Niall. Perché sei andato via così senza avvisare?" Gli andò incontro la madre non appena lui, dopo qualche ora, tornò a casa.
"Avevo bisogno di una boccata d'aria" rispose, e tentò di salire in camera sua
"Aspetta. Io e tuo padre vorremmo parlarti" lui deglutì e riscese quei pochi gradini, seguendo la donna in cucina.
"Siediti Niall" lui si mise di fronte a loro due
"Sta succedendo qualcosa, in questo periodo, che non ci stai dicendo?"
"No. Sono solo stanco"
"Era da..da anni ormai, che dormivi sogni tranquilli" Niall abbassò lo sguardo.
"Se noi ti facessimo parlare con uno specialista..pensi ti possa aiutare?" Lui alzò gli occhi su sua madre.
"Uno specialista?"
"Solo perché sarebbe in grado di aiutarti come noi non-"
"Credete che io sia pazzo?" Si alzò, guardando prima suo padre poi sua madre
"No, Niall. Assolutamente no" lui strinse la mascella "È che..hai un passato alle spalle che noi non conosciamo, che non hai mai fatto venir fuori"
"Non sono affari vostri, quale sia il mio passato!" Urlò, trasformandosi completamente. I suoi genitori non lo riconobbero. Era successo con loro, per la prima volta, ciò che con Brook era avvenuto più volte. Anche loro si alzarono.
"Non vogliamo infrangere la tua privacy, vogliamo solo aiutarti"
"Non voglio il vostro aiuto"
"Perché dici così?"
"Perché nessuno può aiutarmi! Lasciatemi in pace!" Urlò forte da spaccare le finestre, entrambi i genitori indietreggiarono, quasi spaventati da lui, e Niall si morse le labbra a sangue, salendo velocemente le scale e chiudendosi in camera.

Avrebbe voluto spaccare ogni cosa
Il suo sguardo finì sul suo cellulare, e fu quello ad essere scaraventato violentemente contro il muro.

Era ormai buio fra le strade di Londra, e Brook era seduta su una panchina a godersi un po' il rumore soffuso della gente che passava ormai sporadicamente. Non aveva mai avuto paura della notte, amava uscire a fare due passi, anche solo per il suo quartiere, per scaricare tutte le tensioni.
Allo stesso modo faceva Niall proprio quella sera, perché è incredibile come due vite possano svolgersi parallele ma poi intrecciarsi così, per caso. E quando la rivide lì, per la seconda volta in un giorno, seduta tutta sola e infreddolita sulla panchina si guardò intorno e poi le andò incontro, sedendosi accanto a lei senza dire una parola.

Brook lo notò, ma stavolta non si mosse. Rimase lì con lo sguardo basso, e le mani poggiate sulle sue braccia per farle un po' di calore.

Nonostante fosse piena estate Londra era freddissima.

"Prenderai freddo così" le disse, e lei si morse le labbra, guardando in alto. Lui abbassò lo sguardo sulle sue mani, e non parlò più. Poi però notò che era stata appena attraversata da un brivido di freddo, così senza dire nulla si sfilò la felpa rimanendo con una maglietta leggera, e con un po' di fatica riuscì a fargliela indossare.
I capelli di Brook le erano finiti ribelli sul viso, e lui li spostò delicatamente, per poi guardarla negli occhi.
"Grazie" sussurrò lei. Aveva notato chiaramente i suoi occhi tristi ed il viso stanco "non stai bene, Niall" constatò.
"No" confermò lui, guardandosi le mani.
"Cos'hai?"
"Non riesco più a dormire" Brook si era ripromessa di non volerne più sapere niente, ma il suo istinto le diceva che lui quella volta avrebbe davvero avuto bisogno d'aiuto. Si avvicinò impercettibilmente a lui "Voglio morire, Brook"
"Non dire così, Niall" cercò il suo sguardo "non dirlo mai più"
"Non ce la faccio più"
"Perché? Perché non ce la fai più?" Si girò verso di lui.
"Loro stanno tornando"
"Loro chi, Niall?"
"Stanno tornando a prendermi" Brook si morse le labbra.
"Hey" gli prese le mani, lui si scostò.
"No"
"Perché no?"
"Perché ho paura che ti facciano del male"
"Solo perché ti amo, Niall?" Lui non sel'era mai sentito dire da nessuno, e qualcosa, dentro di lui, cambiò "che c'è?"
"Non mel'ha mai detto nessuno" lei sorrise, abbassando lo sguardo mordendosi le labbra.
"Perché non hai mai permesso a nessuno di farlo. Ci sono tante persone intorno a te che ti vogliono bene" alzò gli occhi su i suoi, sorridendogli "ed io non ho paura"
Niall piantò le iridi nelle sue, provando una serenità interiore che non aveva mai conosciuto prima "potrai allontanarmi quanto vorrai, rispetterò la tua scelta, ma poi tornerò; tornerò sempre da te. Parleremo, tireremo le somme e se vorrai, io ci sarò" gli occhi di Niall si illuminarono non appena le sorrise avvicinandosi a lei guardandole le labbra carnose e rosee. Poi però gli tornò ogni cosa in mente ed il sorriso gli si affievolì. Scosse la testa, accarezzandole delicatamente la bocca morbida.
"Non posso permetterlo"
"Niall.."
"Sei tutto quello che ho, Brook" piantò le iridi trasparenti nelle sue ancora una volta "non permetterò che ti accada nulla"
"Non mi accadrà nulla, sta tranquillo"
"Tu non capisci" si alzò "non puoi capire"
"Allora permettimi di farlo" lui deglutì.
"Mi dispiace" si alzò, ma stavolta lei non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andar via.
Gli bloccò il polso affondando le dita nella sua carne, tirandolo a sé con tutta l'energia che trovò.
"Non ti lascio andare, Niall. Non stavolta"

N.A.
Salve! Come vedete i nodi iniziano a venire al pettine hehe(??😂)
Scusate, sto correggendo il capitolo dopo tre ore di studio intensivo di chimica, abbiate pietà.

Chi credete che siano le persone di cui parla Niall?
Spero che il capitolo vi piaccia,
Maria💞

Inverno (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora