XVI

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Era l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive, la scuola era in subbuglio.
A terra era sporco d'acqua e schiuma dopo tutti i gavettoni che i ragazzi, come consuetudine, si erano lanciati a vicenda.
Brook però arrivò quando le lezioni erano ormai incominciate, e nemmeno se ne rese conto.

Camminava sempre a testa alta, ma lo sguardo era perso nel vuoto, inespressivo.
Quando entrò in classe si scusò, ma in quel momento nemmeno i professori erano nell'umore di sindacare un ritardo.
Si sedette al suo banco e tirò fuori un quaderno, iniziando a scarabocchiarci.
"Brook!" Si sentì chiamare a bassa voce. Lei si girò, ed incontrò gli occhi scuri di Johnatan "che hai?" Scosse la testa e tornò ai suoi disegni, posando la testa sulla sua mano. La campanella suonò ma lei non si mosse.
Quel giorno era come addormentata, tanto era assorta nei pensieri.
"Hey" le strofinò dolcemente la schiena "mi dici che succede?"
"Mi sento uno straccio" lui si sedette accanto a lei, mentre tutti gli altri studenti confluivano fuori dalla classe "non riesco a capire"
"Cosa?" Lei sospirò.
"Perché non riesco ad amare Riccardo" Johnatan le prese la mano.
"Mi guardi?" Lei alzò lo sguardo. Johnatan era per lei come il fratello maggiore che non aveva mai avuto "c'è qualcun altro?"
"No" rispose secca, e tolse la mano dalla sua.
"Chi è?"
"Ti ho detto che non c'è nessun altro" il ragazzo sospirò per poi guardarla.
"Come va con Niall?" Brook a quel nome sentì una fitta al cuore.
"Male. Come al solito. Non voglio parlare di lui"
"Anch'io mi sono allontanato" disse con lo sguardo basso. Lei aggrottò le sopracciglia.
"Cosa? Perché?"
"Ho oltrepassato il limite" la ragazza continuava a non capire, e lo guardava interrogativa "ho scavato troppo a fondo nel suo passato, e ho toccato un tasto dolente?"
"Tasto..dolente?"
"Niall è la persona più introversa che si possa conoscere, ed a lui non piace parlare del suo passato. Lo sapevo bene, eppure gli ho mancato di rispetto"
"Tu..non sai niente di lui?" Johnatan scosse la testa .
"Non ho più il coraggio di parlarci"
"Dovresti provarci. Sei il suo migliore amico, no?" Lui la guardò, ed annuì. Brook aveva ragione.
"Ragazzi, eccovi qui!" Margot entrò in classe e notò l'espressione dei due "hey cosa sono queste facce tristi?" Riuscì a farla sorridere, e Brook si alzò, riponendo tutte le sue cose nello zaino.
"Andiamo?" Spronò gli altri due.

L'ultima ora di scuola si stava per concludere, ed in classe ognuno a stento sentiva la voce dell'altro accanto al suo banco.
Il chiasso era sempre più alto, ma l'adrenalina iniziò a scorrere nelle vene di ogni studente.

La scuola era finalmente finita.

Brook uscì accompagnata da Margot e Johnatan, cercando di evitare gli schizzi d'acqua. I tre corsero lungo i corridoi ridendo ed unendosi al baccano generale.
Poi Brook vide Riccardo in lontananza, accanto il cancello della scuola.
Jonathan la spronò ad andargli incontro e lei, presa dalla situazione, corse verso di lui cingendo le braccia intorno al suo collo rubandogli un bacio a cui lui rispose sorpreso, ridendo sulle sue labbra.
Si staccarono e si guardarono sorridendo.
Riccardo l'abbracciò facendola girare per qualche secondo, e Brook rise dolcemente.

Ma poi quando si bloccò il viso di Niall accaldato per la corsa, con le labbra carnose socchiuse e gli occhi trasparenti piantati nei suoi le comparse in mente, e lei cercò di soffocare quel pensiero affondando il viso nell'incavo del collo di Riccardo.

Era l'ultimo giorno anche per Niall. Arrivò a scuola al solito orario e si incamminò per i corridoi gremiti di persone. Poi, ad un tratto, sentì una pallina di carta arrivargli dritta sulla spalla.

Quando si girò vide dei ragazzi indicarlo e ridacchiare, uno di loro, probabilmente quello che lo aveva richiamato in quel modo così infantile, si avvicinò a lui.
"Hey, gigante delle nevi. Con che coraggio vieni ancora in questa scuola?" Niall piantò le iridi trasparenti in quelle del ragazzo di fronte a lui.
Niall era alto, possente. Le persone che lo volevano stuzzicare non osavano avvicinarsi a lui da soli.
Lui non rispose, si limitò a girare la testa e ad andare avanti. Dopo pochi secondi con la coda dell'occhio notò un'altra pallina, e la bloccò prontamente con la mano stringendola fra le dita.

Il bullo indietreggiò non appena Niall iniziò ad andargli incontro, aumentando sempre di più la presa sul pezzo di carta accartocciato.
Aveva il braccio teso lungo il fianco e dato lo sforzo, le sue vene sporgevano ancora di più.

La campanella, per fortuna, suonò.
Una cerchia di ragazzi si era stretta intorno a loro, nessuno fiatava.
Niall si guardò intorno, quasi di sottecchi, lanciando il pezzo di carta violentemente a terra.
Trevis Parker, il ragazzo più temuto della scuola, sussultò pateticamente seguito dai suoi leccapiedi.
Entrò in classe andandosi a sedere all'ultimo banco nell'angolo dell'aula, così da non essere disturbato.
Aveva la testa posata sulla sua mano e si sentiva osservato, continuamente, insistentemente.

A volte si chiedeva se desiderare di avere un aspetto nella norma era  da definirsi un male. Avrebbe tanto voluto avere i capelli e gli occhi di colori caldi, comuni a molti ed una carnagione che non lo obbligasse a scappare dal sole e nascondersi nell'ombra.
Perché infatti era lì che Niall aveva sempre vissuto.
Viveva chiuso in un posto buio, freddo da quando aveva undici anni. Ogni volta che chiudeva gli occhi, ogni volta che si perdeva nei pensieri, lui tornava lì; proprio in quella stanzetta che esisteva unicamente nella sua mente.
Non era mai riuscito ad uscirci.

Quando entrava nella società l'unica luce erano i riflettori che gli venivano puntati addosso.
Una volta, pochi anni prima, si svegliò nel pieno nella notte urlando con la voce rotta dal pianto: 'non è colpa mia'.

Brook salutò un ultima volta tutti i suoi amici della scuola e poi si incamminò con un sorriso verso la scuola di Ryan, anch'essa sarebbe terminata quel giorno.
Mano a mano che si avvicinava, Niall le tornò in mente e il sorriso le si affievolì.

Non aveva scordato la promessa fatta a se stessa, ma dopo aver parlato con Johnatan le cose erano cambiate.
Niall aveva avuto un crollo emotivo di fronte a lei, ed ora ne voleva capire la causa scatenante.
Lo vide in lontananza e prese un respiro profondo prima avvicinarsi e sedersi proprio accanto a lui.
Le loro braccia quasi si sfioravano.
Niall la guardò con la coda dell'occhio, e andò via da lei.

Brook sentì una fitta al cuore quando capì di essere stata allontanata.

N.A.
Ciao a tutti quelli  arrivati fin qui, e soprattutto grazie davvero di tutto❤.
La storia è arrivata #109 in Storie D'Amore e ancora non ci credo di essere arrivata fin qui! Di solito perdo l'interesse in ciò che faccio e smetto, stavolta sto raggiungendo tutti i miei obbiettivi e non ho intenzione di fermarmi!

Grazie ancora per continuare a sostenermi, spero che questo capitolo vi piaccia,
Maria💞

P.s. Preparatevi psicologicamente ai prossimi due capitoli ;)

Inverno (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora