XIV

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Niall quella sera a stento riuscì a prendere la metro per tornare a casa. Si buttò su un sediolino, lontano da tutti, e posò i gomiti sulle sue ginocchia massaggiandosi le tempie.
Passò poi le dita sulla sua fronte, appoggiò la testa al vetro dietro di lui, sospirando.

Grazie alle sue capacità persuasive era riuscito a scampare il licenziamento, spiegando che non sarebbe accaduto mai più, e accordandosi con il capo di lavorare in orari in cui non ci sarebbe stato un grande viavai si gente.
Sapeva bene che non fosse giusto, ma dovette incassare ed ingoiare il boccone amaro.

Gli tornò in mente di quando parecchi anni addietro lui stesso faceva fatica a guardarsi allo specchio; sopratutto di notte. Aveva paura del suo riflesso spiccante nel buio pesto della stanza.
Si osservò le mani, tremavano. Avrebbe voluto spaccare tutto, urlare, scomparire.
Chiuse la destra in un pugno, doveva rimanere in silenzio.

Il giorno dopo quando Brook arrivò non lo vide. Si guardò intorno un paio di volte, poi si rassegnò, sedendosi al solito posto.
Dopo qualche minuto però il rumore dei sassolini calpestati le fece alzare lo sguardo. Le si aprì un sorriso sul viso.
"Hey, genio! Hai visto che stavolta sono arrivata prima io?" Disse trionfante. Lui non alzò nemmeno lo sguardo.
Il sorriso di Brook si affievolì, le sue sopracciglia si aggrottarono "Niall"
I suoi occhi erano spenti, contornati da occhiaie "che succede?"
"Nulla" lei si mordicchiò l'interno delle guance
"Hey" disse piano, stavolta prese coraggio e posò saldamente le mani sulle sue braccia. Gli occhi neri di Brook scandirono per secondi interminabili quelli trasparenti di fronte a lei "mi dici cos'hai?" Niall girò lo sguardo, chiudendo gli occhi e sospirando
"Sei mai stata in Francia, Brook? A Parigi?"
"Sì, da piccola. Me la ricordo bene però," inclinò la testa cercando il suo sguardo "è bellissima" dalla gola di Niall uscì un suono simile ad una mezza risata, strozzata. Strinse le labbra mordendosele
"Già"
"Mi guardi?" Lui fece come gli era stato detto, torturandosi ancora le labbra
"Tu..sei nato a Parigi?" Lui la spinse via
"Ti allontani da me, Brook? Mh?" Sorrise. Un sorriso che esprimeva solo nervosismo
"Niall.."
"Per favore" alzò la voce "non toccarmi" gli occhi di lei brillavano dalla paura. Non di  lui, ma per lui.
"Non riesco a capirti Niall" era accaduto tutto da un momento all'altro.
Non era mai successa una cosa simile, era come se, in quegli occhi, non ritrovasse il vero Niall. "Non so come aiutarti"
"Non lo voglio il tuo aiuto!" Urlò, portandosi le mani fra i capelli, tirandoli
"Ti farai male così" disse lei disperata, trattenendogli le braccia "Niall, Niall!" Ad un tratto tutto si bloccò.

Alcune persone si erano avvicinate a loro e osservavano la ragazza chiedendole con lo sguardo se occorresse aiuto. Lei rispondeva scuotendo la testa. Le veniva da piangere, e si lasciò andare solo quando osservò il viso del ragazzo di fronte a lei: gli occhi erano sbarrati, la fissavano, ed un'unica lacrima scivolò lungo la guancia bianca, assorbendosi nelle labbra
"Cosa ti ho fatto?" Sussurrò
"Nulla. Non mi hai fatto nulla. Sta tranquillo"
"Stai piangendo" lei si asciugò velocemente le lacrime, ma non osò avvicinarsi né toccarlo. Mise le mani avanti, come per pararsi da una presenza esterna.
Con una forza incredibile, gli sorrise.
"È tutto finito, va bene?" Lui annuì.
"Mi fa male la testa"
"Siediti" Niall si appoggiò al muretto, massaggiandosi la testa.
"È come se qualcuno mi avesse tirato i capelli" Brook lo guardava sconcertata. Deglutì, guardandosi ancora intorno.
"È tutto finito" lo rassicurò ancora una volta. Tremando, posò la mano sulla sua e per la prima volta l'accarezzò.

Brook non parlò né con suo fratello Ryan durante il tragitto da casa a scuola, né durante il pranzo.
"Hey tutto okay?" Chiese suo padre, scuotendole il braccio affettuosamente. Lei si ridestò. Le occhiaie provocate dal pianto erano ancora evidenti.
"Sì, sì. Sono solo un po' stanca" sorrise
"Dai Brook, tra poco finisce la scuola" le ricordò Arielle sorridendo, ignara di tutto.
"Già" non aveva parlato a nessuno di ciò che era accaduto.
Una parte di lei era consapevole che questa non era stata la scelta migliore, ma la parte predominante voleva solo dimenticare lo spettacolo a cui i suoi occhi erano stati costretti ad assistere.

Inverno (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora