XX.II

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(Olivier Gauthier, 25 anni)

Le mani grandi e forti di Olivier le strapparono il vestito estivo e leggero che indossava, maneggiò con la stessa violenza anche i suoi capi intimi.
Cècile cercò di difendersi come potè, raccolse anche un oggetto da terra, colpendo l'uomo con maggior forza possibile.
Guadagnò quei pochi secondi di vantaggio in cui riuscì ad alzarsi e a fare pochi passi, prima che lui le afferrasse i capelli costringendola contro il suo petto.
"Non sai cosa mi fai, mia cara. Non sai come mi fai sentire" Cécile pregava aiuto, ormai solo nella sua testa.
Le parole le morirono tutte in gola.
Continuava a dimenarsi il più possibile, ma il peggio fu inevitabile.

Olivier l'aveva fatta stendere sul letto, e, con violenza, infranse la sua purezza.
Quando tutto finì l'uomo si ritirò in bagno con una risata, e lei rimase lì immobile, con le membra doloranti e lo sguardo perso nel vuoto, a fissare il soffitto e a pensare a Tancréde. A come lo avesse appena deluso.

Cécile non era vergine, ma il trauma fu così grave per lei, che cominciò a non toccare più cibo.

"Scrisse tutto in una lettera, che incominciò quando scoprì di essere rimasta incinta. Disse di volermi chiamare Niall perché era un nome inglese, e perché se ne avesse avuto la possibilità lei sarebbe tanto voluta andare in Inghilterra, era sempre stato il suo sogno. Però sentiva che le forze la stavano per abbandonare per sempre.
Scrisse di sentirsi morta dentro" Brook non si preoccuò di asciugarsi le lacrime che le avevano riempito gli occhi, che ora le stavano scorrendo lungo le guance. Niall non riusciva a guardarla "Tancréde non seppe mai più nulla di lei, scoparse apposta, perché si vergognava di se stessa" lui si toccò la tempia, chiudendo per qualche secondo gli occhi "morì di parto" a quel punto guardò in alto, torturandosi e labbra.

Non voleva piangere.
Niall non aveva mai pianto. Non aveva mai ripensato alle cose che gli vennero raccontate nel suo primo, primissimo orfanotrofio. "È tutta colpa mia" solo a quelle parole, solo di fronte a lei, il suo viso sì contrasse dal pianto, la sua voce s'incrinò. Brook allacciò le braccia al suo collo, saldamente, accarezzandogli i capelli e la schiena.
"Piangi, Niall. Piangi" le sue dita gli districarono delicatamente i capelli della nuca, stringendoli piano, senza fargli male. Niall la fece scomparire completamente dalla visuale. Il suo viso era nascosto nell'incavo del suo collo, in quel momento la maglietta di Brook iniziò a bagnarsi delle sue lacrime.

"Non è colpa tua, Niall. Tu non hai fatto nulla. E lei ti amava, ti amava perché, nonostante tutto, saresti stato suo figlio" gli disse piano, in quell'abbraccio "non hai alcuna colpa" ripeté, come se lo stesse dicendo a lei stessa. Si staccarono piano, Brook nel farlo gli lasciò due baci sulla guancia.
Niall si asciugò gli occhi posando le mani su di esse, poi se le passò fra i riccioli bianchi e candidi come era solito fare.

Sospirò, ad occhi chiusi.
"Scusami. Non avrei dovuto crollare così" lei sorrise.
"Hey" cercò il suo sguardo "guardami" Niall alzò gli occhi su i suoi. Erano arrossati dal pianto e le sue iridi spiccavano il doppio, belle più che mai. Brook posò delicatamente le mani sulle sue guance, asciugandogli gli occhi come se lo stesse facendo a lei stessa "non devi vergognarti delle tue emozioni, né di ciò che sei" a quel punto lui strinse la mascella.
"Sono nato da una violenza subìta da una ragazza che avrebbe avuto tutta la vita davanti. L'ho privato della vita, e non dovrei vergognarmene?" Disse a denti stretti. Brook si maledì non appena lasciò scorrere una lacrima lungo la sua guancia, asciugandola prontamente.
Niall scosse la testa guardandola e si torturò le labbra, distogliendo lo sguardo per non lasciarsi andare ancora una volta.

"I tuoi genitori..adottivi, lo sanno questo?" Chiese lei dopo un po' di tempo in cui erano rimasti in silenzio.
"No"
"No?"
"Non lo sa nessuno" disse flebilmente.
"Perché lo hai detto proprio a me? Una cosa così intima?" Niall la guardò, dritta negli occhi. Si morse le labbra bianche come seta, lo sguardo di Brook si posó su di esse.
Lui la cercò con gli occhi, e lei scosse la testa allontanandosi di pochi passi "si è fatto tardi Niall" il cuore le batteva a mille "io..è meglio andare" fece per girarsi, ma Niall le bloccò il braccio senza dire una parola.
Le interiora di Brook si contrassero nel sentire le sue labbra calde sulle proprie.
Fu colta di sorpresa, sentì le gambe scosse da un fremito.
Avevano sempre avuto un rapporto particolare, ma era come se in quel momento, dopo tutto ciò che si erano detti, si fossero avvicinati non solo fisicamente, ma anche interiormente. Per lui fu una cosa così naturale e semplice, abbassarsi alla sua altezza e baciarle le labbra.

Si allonanarono e Niall si mordicchiò la parte interna della guancia, raddrizzando la schiena ed avvicinandosi a lei, accarezzandole la guancia con il palmo della mano.
Brook sorrise, le ciglia nere come la pece si aprirono solo in quel momento, mostrando gli occhi dello stesso colore.
Fu lei, allora, ad alzarsi sulle punte e a raggiungere lui, accarezzandogli la mascella, i lobi delle orecchie.
La mente di entrambi si svuotò completamente.
Niall, non appena lei tornò a poggiarsi sulla pianta dei piedi, posò delicatamente la fronte sulla sua, accarezzandole le labbra gonfie con le dita.

Brook non avrebbe mai pensato che Niall potesse farla sentire in quel modo con un semplice bacio, farle desiderare le sue labbra così tanto.

"Perché mi hai baciato, Niall?" Chiese lei, piano, guardandolo negli occhi.
"Perché ero stanco di farlo solo con lo sguardo"

N.A.
Salve! Lo so, forse con il p.s. del capitolo precedente mi sono tradita, ma eccovi il momento tanto atteso😌.
Tuttavia non crediate che le cose saranno semplici, o che ci sia solo questo nel passato di Niall hehe.

Anyway, spero che questo capitolo vi piaccia,
Maria💞

Inverno (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora