Mi voltai, e vidi Dylan afferrare Harry per la camicia e spingerlo con forza contro la parete, ero sicura si fosse fatto male per la botta.

"Lo sapevo cazzo! Lo sapevo che eri un verme! Perchè cazzo lo hai fatto a mia sorella!" Dylan urlò mentre continuava a spingerlo contro la parete, Harry non si mosse non sapendo cosa fare.

"Dylan, ma che stai dicendo?" fu tutto quello che Harry riuscì a dire, cercando di spostarlo. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene.

Feci lunghi passi verso di loro, Dylan era pronto per colpire Harry ma lo spostai. Harry ne fu sollevato fino a che non spostai il braccio all'indietro e lo colpii con un pugno sulla mascella. Utilizzai tutta la mia forza per colpirlo mentre le lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi.

La stanza era silenziosa, nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo.

Ero pronta per tirargli un altro pugno, ma fui tirata indietro da due persona, Mitchell e Dylan.

Le mie lacrime e gli urli iniziarono ad uscire, mentre mi divincolavo per colpire un'altra volta Harry. La rabbia mi stava divorando.

"Carter, qual è il problema?" Mi guardò shoccato mentre si massaggiava la mascella. A quanto pare non lo avevo colpito abbastanza forte.

"Come hai potuto farmi questo?" Gli urlai, respirando pesantemente e rilasciando ansimi mentre cercavo di liberarmi dalla presa di Mitchell e Dylan.

"Fare cosa-"

"Questo!" Urlai, uscì come un urlo di dolore con anche un singhiozzo, lanciandogli il cellulare al petto, lui lo afferrò.

Mentre controllava lo schermo i suoi occhi si spalancarono perplessi. "Non è possibile. No. No! Carter sai che non lo farei-"

"Risparmiatelo" gli ringhiò contro, incapace di lasciarmi andare sapendo che se lo avesse fatto Mitchell non sarebbe riuscito a trattenermi.

I miei occhi erano pieni di lacrime che scendevano lungo il mio volto.

"Non lo avrei mai fatto, piccola, lo sai"

"Non chiamarmi così!" Gridai ancora, e in quel momento tutti attorno a noi capirono cosa stesse succedendo e iniziarono a parlottare tra loro.

Dylan mi guardò shoccato, realizzando anche lui ciò che probabilmente anche la gente attorno a noi aveva capito. Fece schioccare la mascella non facendo domande guardando nuovamente verso Harry arrabbiato.

Gli occhi di Harry erano rossi, ignorò Dylan ed essi si riempirono di tristezza; mi fece inferocire quando fece un passo verso di me.

"Carter, mi devi credere-"

Smisi di divincolarmi dalla stretta di Mitchell e mi allontanai, rifiutandomi di stargli vicino. Lo fissai dispiaciuta e ferita con le guance bagnate.

"Non ti avvicinare a me" urlai mentre la gente attorno a me mi faceva spazio ad ogni passo facessi "Stai lontano da me. Non ti avvicinare più a me. Mai più."

Non volevo che lui mi si avvicinasse e che provasse ad usare i suoi modi che mi stregavano ogni volta per evitare che lo incolpassi, mi diceva di amarmi e mi faceva essere vulnerabile. Non ero così, non ero la stessa ragazza che ero prima. Non volevo il suo tocco delicato sulla mia pelle o che le sue parole vellutate mi riempissero la testa di stronzate. Non di nuovo.

"Piccola" disse iniziando a piangere, le sue mani cercavano di afferrarmi come un bambino a cui viene tolto il suo giocattolo preferito, "Per favore.. Non farlo"

Scossi la testa, la sensazione che prima mi riempiva sentendo quel nomignolo ora se n'era completamente andata, era stata rimpiazzata da disprezzo e rabbia.

Sapevo che era troppo bello per essere vero. Avrei dovuto sapere che questo era tutta una messa in scena. Harry mi aveva come se fossi la sua marionetta e mi aveva manipolata per tutto il tempo, senza che io me ne accorgessi.

"Non ti voglio nè parlare nè vedere mai più" sussurrai, cercando di mantenere la mia fermezza e ricomponendomi, tastando il terreno sotto di me. Ma era impossibile, non ce la facevo. Ero fisicamente e psicologicamente impossibilitata.

"Piccola, te lo giuro. Ti amo. Non avrei mai-"

Harry cercò di avvicinarsi con ancora un passo, mio fratello lo bloccò e io lo presi come aiuto per scappare via da lì. Corsi fuori dalla porta come un missile senza guardarmi indietro.

Con la mia visuale poco chiara, corsi nel mezzo del cortile e mi fermai una volta sul marciapiede.

Respirai con forza, cercando di riprendere un respiro regolare mentre guardavo a terra.

Tutto quello che volevo fare era rannicchiarmi nel mio letto e piangere senza fine, e pregare che i miei sentimenti e le mie emozioni sparissero velocemente così che non dovessi più sentire questo dolore lancinante al centro del petto.

Non avevo sentito questo dolore per molto tempo, mi era quasi straniero non appena tornò, a differenza che il dolore del cuore spezzato era più forte questa volta.

"Carter" disse una voce, mi voltai e vidi Austin avvicinarsi a me con un sorrisetto nascosto e le sopracciglia arricciate in segno di preoccupazione "Stai bene?"

Scossi la testa debolmente, prima di ritrovare la voce "Voglio solo andare a casa" piagnucolai, Austin annuì e mi prese sottobraccio e mi condusse verso la sua macchina vecchia, gialla e familiare.

Ero troppo debole per controbattere e rifiutare, perciò lo seguii.

"Ti porterò a casa, piccola" mi disse e mi aprì la porta per farmi salire.

E nonostante dentro tutto mi dicesse di non salire, lo ignorai. Avrei approfittato del fatto che Austin si era offerto di accompagnarmi a casa.

Salii in macchina e afferrai la cintura di sicurezza e la chiusi con un click. Mi sentivo così debole e stupida.

Da distante vidi Harry uscire di corsa dalla porta, seguito da Mitchell e Dylan, mi cercavano per capire dove fossi andata. Ma non mi poterono vedere mentre ci allontanammo con la macchina.

A quel punto non mi importava più di nulla. Volevo solo andarmene, e allontanarmi il più possibile da Harry.

Brother's Best Friend ✽ hs [italian translation]Where stories live. Discover now