1.Boredom

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1639, 5 Ottobre, Villa Foscari

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1639, 5 Ottobre, Villa Foscari


Non era cosa gradita parlare così a lungo di quel tempo incerto con cui l'inverno li stava tediando, Giada Foscari sfoderò abilmente il suo ventaglio di seta riccamente adornato di gemme. Quella rossa, che aveva personalmente richiesto di far incastonare nel punto più alto della stecca, brillò per un attimo, rendendo il suo gesto ancora più regale e definitivo.

Lorenzo Gritti barcollò, forse accecato dal luccichio improvviso o più probabilmente a causa delle sue scarpe con le fibbie e con quei tacchi ridicoli che si ostinava ad indossare, fece un saltello indietro degno di un abile giullare e si appoggiò come se nulla fosse ad un tavolino dorato poco distante, facendo quasi rovesciare la castradina di montone.

Raphael scosse il capo a quella vista nemica del ton di base e sperò vivamente che la sua smorfia apparisse casuale. L'aveva osservata a lungo dal fondo della sala, domandandosi quanto dell'aria scocciata che la padrona di casa esibiva fosse causata dal fatto che si trovasse a dover interloquire con un Barnabotto, ossia un nobile che aveva sperperato tutto quello che la sua antica famiglia aveva accumulato nei secoli.

Il marito, Bertuccio Foscari, si trovava troppo distante per porre rimedio all'impasse in cui la moglie sembrava essere caduta, rideva sguaiatamente e dava rumorose spinte sulla spalla di Duccio Vivanti, che si limitava a rispondere con qualche sorriso accennato.

In una rara dimostrazione di insicurezza, Raphael guardò nuovamente l'ora sul piccolo orologio a cipolla, non si era sbagliato, erano scoccate le dieci, lo stupì non poco che Lorenzo si trovasse ancora con loro e non si fosse già precipitato oltre il canale per correre di nascosto al Ridotto a sperperare i pochi ducati che gli erano rimasti.

Continuò quello che faceva da tutta la sera, ripercorse da capo a piedi Giada, indugiando sul corpetto con gorgiera increspata, rosso proprio come il fiore carnivoro che aveva di recente scovato in un'illustrazione. L'acconciatura della donna era davvero un esempio impeccabile della ridondanza che andava di moda in quel periodo, era sicuro che i suoi capelli biondi si elevassero per almeno un quinto del suo corpo. Rimase impressionato da tale tripudio di trine e controtrine, lo distrassero dal malcontento che aveva creduto di indovinare in lei e che lo attraeva come una calamita.

<<Cosa ti avrà detto il cervello di trascinarmi qui.>>Un trafelato Duccio gli porse un bicchiere pieno di vino, era ottimo e quello era il terzo bicchiere che si concedeva. Si era imposto di non esagerare ma si annoiava terribilmente.

Il vento sollevò un lembo delle pesanti tende damascate facendo tremolare la luce delle candele poco distanti. Raphael lo osservò brevemente, poi si voltò verso l'amico:

<<Non molla l'osso.>> Sentenziò continuando a bere. Assaporò il gusto corposo e pieno del porto ma qualcosa gli impedì, come sempre accadeva, di goderne fino in fondo in un parossismo di autodisciplina che conosceva ormai bene. Il solito fastidio lo colpì duramente portando a galla, insieme agli effluvi del vino che ora respirava direttamente dal bicchiere panciuto, una latente malinconia.

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora