Cap 40

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Stiles chiuse a chiave la porta di camera sua e dei suoi amici, prima di voltarsi e di vedere Derek appoggiato alla parete con un fianco, il quale aspettava proprio lui.
Stiles sbuffò pesantemente e si incamminò giù per le scale per andare a pranzare in mensa. -Non ho tempo, Derek.-
-Io, invece, penso di sì.- disse, seguendolo e camminando dietro di lui.
Stiles si voltò verso di lui, pronto per dirgliene di tutti i colori, ma Derek fu più veloce nel prenderlo per il colletto della maglietta e sbatterlo contro il muro. Lo guardò negli occhi, un misto di nocciola e miele, che gli aveva invaso i sogni per troppo tempo. -Se non vuoi parlarmi, va bene. Ma almeno ascolta quello che ho da dirti. Ho portato la tua Jeep da un meccanico, la stanno riparando. Niall è dispiaciuto e vorrebbe chiederti scusa. Quanto a me, invece, manca sentire quella tua voce assillante e che riesce a dire tutte le parole del mondo in trenta secondi... e se ce la fa, dice anche parole che non esistono. Mi manca averti attorno e il fatto che mi eviti mi fa uscire di testa. So che hai paura, però lascia che io ti aiuti. Se sei sempre rinchiuso in te stesso, come puoi vivere e respirare per davvero?- con una mano, gli accarezzò gentilmente la guancia morbida e Stiles ebbe un fremito.
Cercò sul viso di Derek anche la più piccola traccia di bugia o presa in giro e stranamente non ne trovò. I suoi amici gli avevano detto del piano dei quattro dominatori, per questo non voleva più dire a Derek la verità sui suoi sentimenti.
-So che provi qualcosa per me. Te lo leggo negli occhi. E anche io ti amo.- confessò Derek, lasciandolo libero di potersi muovere.
Stiles sgranò gli occhi dalla sorpresa. Abbassò lo sguardo e fece spallucce. -Ah.- disse sottovoce.
Derek alzò entrambe le sopracciglia, incredulo e pensando di aver sentito male. -Quindi... io ti dico che ti amo e tu mi rispondi con "ah". Proprio bello.- annuì quasi tra sé e sé il moro.
Stiles l' aveva detto perché non sapeva cosa rispondere. Lui combinava solo guai, come poteva qualcuno innamorarsi di lui? I sentimenti gli avevano portato sempre casini, se Derek si era innamorato veramente di lui, allora lo avrebbe condotto direttamente all' inferno.
-Non puoi innamorarti di me, Derek.- disse quasi in un sussurro il più piccolo, facendo fare una smorfia confuso all' altro. -Ma che dici? Certo che posso. Senti, perché quest' estate non vieni con me a far visita alla mia famiglia? Sarebbero contenti di conoscerti. Ho una sorella minore, uno zio e una zia, i quali stanno per avere il mio terzo cugino, e abitano tutti ad Apple. Magari ci portiamo dietro anche Scott ed Isaac, dato che sono amici di entrambi.- gli poggiò una mano sulla spalla e gli fece alzare gentilmente il viso. -Che ne dici?- sorrise gentilmente.
Stiles boccheggiò, per la prima volta senza parole, e non seppe che cosa rispondergli.
-Derek, non lo so. Con me la vita non è mai serena.-
-Infatti io voglio vivere di avventure.-
-Ti feriresti solamente.-
-Qualche graffio in più rafforza solamente.-
-La vuoi smettere di contraddirmi?!-
-Non sono io, Stiles, sei tu. Ti pensi inferiore e questo non è vero. Hai vinto i Sex Games, salvando ragazzi che avrebbero rischiato di essere trattati male tutta la vita. Sei un eroe.-
-Io non sono un eroe.-
-Lo sei per me.- sorrise lievemente.
Stiles guardò da per tutto, imbarazzato e senza risposte. Sorpassò Derek, ma lui lo prese e tirandolo indietro per un braccio, gli rubò la bocca per un bacio bramoso.
-Non dirmi di no.- sussurrò il più grande sulle sue labbra. Stiles sentì gli occhi inumidirsi e sembrò pregare Derek con lo sguardo, mentre scuoteva la testa. -Non finirà bene con me.-
-Andremo all' inferno insieme, se servirà.- gli circondò la schiena con le braccia, intanto che Stiles lo faceva con il suo collo. -Ho una perfetta vita disastrosa.-
-E io ho una disastrosa vita perfetta.- mormorò, baciandolo subito dopo per porre fine ad ogni tentativo di ribellione.
Stiles si arrese. Non aveva altri modi per far capire a Derek che si sarebbe bruciato alla fine di tutto, perciò lo lasciò stare.
Derek lo sollevò, gli rubò le chiavi dalla tasca dei pantaloni e aprì la porta di camera sua. Una volta dentro, chiusero di nuovo a chiave e Stiles gli disse quale dei quattro era il suo letto.
Fino al momento tanto atteso da entrambi, le cose si svolsero velocemente. Finirono sul letto, si spogliarono a vicenda e si prepararono.
-Derek...- gemette Stiles, quando il moro gli scivolò dentro lentamente.
Derek fece attenzione ad ogni sua espressione per capire se gli stava facendo troppo male e fu invaso dal sollievo quando il ragazzo gli diede il permesso di muoversi.
I corpi si mossero negli stessi momenti, le dita si graffiavano a vicenda la carne accaldata e sudata, gli occhi non si lasciavano un istante, così come le labbra.
E fu meraviglioso quando vennero entrambi, toccando il cielo con un dito e stringendosi l' un l' altro quasi come per sopravvivere.

Harry parcheggiò la sua Range Rover e guardò la casa che si trovava dall' altra parte della strada, alla sua destra.
Prese il cellulare e rincontrollò la via. Dopo aver supplicato praticamente in ginocchio il preside e aver sopportato cinque ore di viaggio in aereo, suo padre non poteva aver sbagliato nel dargli l' indirizzo. Sennò che razza di poliziotto era?
Alla fine, capì che la casa era quella. Scese dall' auto, attraversò la strada e suonò il campanello.
Era ansioso, le sue mani erano sudate e la mente era piena di paure. E se avesse sbagliato tutto?
Si ricompose velocemente quando ad aprirgli fu una donna dai capelli talmente neri da sembrare blu alla luce del sole, leggermente lunghi e ondulati, il corpo snello e gli occhi azzurri vitrei. Indossava un abito da lavoro blu scuro ed Harry capì che stava per uscire di casa.
-Posso aiutarla?- domandò gentilmente la donna. Harry si schiarì la voce e annuì. -C' è suo marito in casa?-
-Certo. Philippe!- chiamò lei, voltandosi verso quella che doveva essere la cucina. Sulla soglia, di fianco alla donna, li raggiunse un uomo in giacca e cravatta. I capelli corti erano scuri, gli occhi erano grigi e portava degli occhiali da vista. -Questo ragazzo cerca te.-
-Mi dica pure, signor...?-
-Styles. Harry Styles. Ma, in realtà, vorrei parlare con entrambi.- li guardò negli occhi, facendo un lieve sorriso per fargli capire che in realtà non aveva cattive intenzioni.
Marito e moglie si guardarono a vicenda, prima che lei si rivolse al riccio: -Va bene, vuole entrare?-
-No, non si preoccupi, non ci metterò molto. Siete Maria Montenegro e Philippe Collins, vero?- annuirono tutti e due, sempre più curiosi.
-Nel 2117 voi avete vissuto un giorno orribile e io sono qui per ridarvi la felicità che non avete avuto. Il mio fidanzato si chiama Louis Tomlinson e sua sorella minore si chiama Molly. Sono lieto di dirvi che sono i vostri figli. E che io sto per riportarvi da loro.-

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-Kitta <3

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