"Siete in arresto."

Tini's pov.

Degli squilli mi svegliano di soprassalto. Diavolo, è notte fonda, avrò di certo sbagliato a puntare la sveglia. Controllo il cellulare, sono le due mattino e nessuna sveglia é stata puntata. È il telefono di casa. Sta ancora continuando a squillare eppure non ne capisco il motivo. Chi diavolo chiamerebbe a quest'ora? Ovviamente nessuno in questa 'famiglia' si degna a rispondere, e dato che sono l'unica ad essersi svegliata tocca rispondere a me, emozionante.

"Pronto?" Domando con voce assonnata e non posso credere a ciò che hanno appena sentito le mie orecchie.
Chiudo la chiamata accasciandomi a terra.
Il mio volto si riga improvvisamente di lacrime.
Non ci posso credere.

"Mamma, Adrián." Singhiozzo cercando di alzare il tono della voce, in modo da svegliarli. Li vedo uscire preoccupati dalla camera da letto, venendomi in contro.

"Tini, stai bene? Cosa é successo?" Domanda mia madre facendosi pallida in viso, mentre cerca di abbracciarmi per calmarmi.

"Hanno arrestato Jorge." Singhiozzo, mentre ulteriori lacrime pizzicano le mie guance.

"Cosa?" Il padre di Jorge rimane pietrificato a ciò che gli ho appena riferito.

"H-ho appena ricevuto la chiamata, sono così confusa, non ho la più pallida idea di cosa sia successo." Tiro sul col naso, asciugandomi le lacrime con le maniche del pigiama.

"Cerchiamo di mantenere la calma. Tini, a te non hanno dato alcun tipo di spiegazione? In ogni caso io e Maríana adesso andiamo a raggiungerlo, tu resta dove sei." Sospira il padre di Jorge, cercando di sembrare il più calmo possibile, in realtà in questo momento sappiamo tutti benissimo che, più chiunque altro, lui é preda al panico.

"No, Adrián io voglio venire con voi." Mi oppongo, certo, né mia madre né il suo compagno sanno tutto ciò che c'é dietro, in ogni caso malgrado mi senta distrutta, voglio accompagnarli.

Jorge's pov.

Sono dentro una minuscola fottutissima cella da appena cinque minuti e sento già il bisogno di uscire.
Quegli sbirri di merda hanno convocato mio padre ed, ovviamente, hanno il dovere di parlare con cui dell'avvenuto.

"Suo padre é arrivato."  Mi avvisa uno di quei coglioni che non fa altro che sorvegliarmi dal primo istante in cui mi hanno portato qui. Non ho nemmeno la più pallida idea di dove abbiano trascinato Travis.

"Cosa aspettate a farmi parlare con lui?" Domando acidamente, non dovrei nemmeno essere qui in questo momento.

"Non l'abbiamo di certo convocato per farlo parlare con lei." Ribatte il fottutissimo tizio.

"Ma in teoria non dovrebbe anche parlare con me? Dovrei avere il diritto di parlare con qualcuno della famiglia per almeno qualche minuto!" Mi lamento, non è fottutamente giusto.

"Jorge...Blanco?" Domanda un altro tizio della sicurezza leggendo il mio fottuto nome da un fottuto foglio "Ha cinque minuti per parlare con sua sorella."

Sorella? Io non ho una sorella.
Ad un tratto però, ecco che quando quei fottuti tizi si allontano dalla cella, arriva Martina. Non ci credo.

"Da quando in qua sei mia sorella?" Ridacchio alla sua vista, tuttavia lei mantiene un'espressione seria.

"L'ho detto solo per poter parlare con te." Mormora sembrando quasi spaventata.

"Lo so." Sospiro, e solo adesso noto che é uscita di casa in pigiama.

"Sei in pigiama, Stoessel." Accenno una risata, facendola arrossire.

"E tu sei dannatamente ubriaco, Blanco. Tanto da non capire la gravità della situazione." Ribatte lei mantenendo la sua freddezza.

"Stavo solo cercando di sdrammatizzare." Rispondo onestamente, credo di aver smaltito la sbornia da un po'.

"Stavano giusto spiegando a tuo padre il motivo per cui ti hanno detenuto, ma non mi hanno permesso di ascoltare, perciò eccomi qui." Mi spiega, ed è così fottutamente bella che non ricordo nemmeno il motivo per il quale ero arrabbiato con lei.

"Suppongo vorrai spiegazioni." Sospiro e annuisce, perciò inizio a parlare "Dunque, mi trovavo a casa di Travis, cioé non proprio una casa, lui non ha una casa..e-" Non mi da il tempo di continuare la spiegazione che mi interrompe.

"Arriva al punto." Alza gli occhi al cielo.

"Ecco, da lì siamo andati a piedi in discoteca, all'andata non é stato un problema, ero più o meno sobrio. Ma al ritorno a sento mi reggevo in piedi."

"Non dirmi che hai rubato un'auto, Jorge." Vedo i suoi occhi improvvisamente diventare lucidi.

"Una motocicletta. Ma l'intenzione non era proprio quella di rubarla, giuro. Travis era salito per provarla, ma quando ci siamo accorti che il proprietario e la sua combriccola ci stavano seguendo, Travis ha accellerato fin quando quei tizi hanno chiamato la polizia, quindi eccoci qua." Finito di parlare noto che non ha ancora smesso di piangere.

"Sai la cosa che mi fa più schifo, Jorge? Che mi hai dato della cattiva persona quando ti ho detto che volevo tornare a Buenos Aires per frequentare il college, ti sei addirittura incazzato con me. Come vuoi che mi senta io adesso? Sono contenta di partire, Jorge. Io con una persona come te non voglio più averci a che fare." Singhiozza e so che ha ragione, sono una merda e lei non mi merita.

"Non voglio che tu ti faccia questa idea di me, senza volerlo mi sono messo in questo casino, ma non volevo nemmeno rubarla quella fottuta motocicletta. Mi manchi un casino, e non voglio che pensi che io sia una cattiva persona." Sento i miei occhi inumidirsi e abbasso immediatamente lo sguardo, guai che qualcuno mi veda piangere.

"Fra pochi giorni tornerò a Buenos Aires, e per me sarà un nuovo inizio. Quando uscirai dal carcere la stessa cosa sarà per te. Ricomincerò da capo Jorge, e questo nuovo inizio, non lo voglio al tuo fianco."

angolo autrice💙 :
allora ragashuoli, so cosa starete pensando, uccidiamo quest'autrice perché non fa altro che creare problemi fra gli jortini🔪
lo so, lo so, sto rendendo questa trama sempre più problematica, ma non per questo smetterete di leggerla, vero?😇
eddai un bacino e pensate positivo😜
-chiars

Quel maledetto campeggio.Where stories live. Discover now