Epilogo

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Un viaggio lungo e faticoso li aveva condotti fino a Los Angeles, la nuova casa di Cerys.

La ragazza si era ormai completamente ripresa e, per nulla scossa da quella partenza improvvisa, si ritrovava seduta sul suo letto di fronte alla vetrata che le permetteva di osservare il nuovo mondo che la circondava.

Tutto era paradisiaco, celestiale e portava una serenità profonda per tutti i sensi.

Pace, tranquillità...nessun tormento o problema che turbava lo stato d'animo di quella ragazza che ne aveva passate di tutti i colori.

Continuava a rimanere seduta in maniera immobile e impassibile, immersa nel suo alone di apatia momentanea.

Sembrava una specie di bambola di porcellana, ma come non aspettarsi una reazione del genere dopo quelle settimane di prova in un bordello appena Urial l'aveva presa?
Come non aspettarsi un comportamento simile dopo aver lottato con le unghie per poter godere del privilegio che Urial voleva concedere a una sola ragazza fra le sue favorite?

Fortunatamente proprio Cerys era riuscita in quell'impresa.

La sua pelle si era totalmente ricompattata e nessun segno di violenza poteva essere intravisto, Urial aveva mantenuto la sua promessa; i capelli sempre perfettamente curati, erano stati acconciati con dei semplici ferretti; il trucco era poco appariscente e molto raffinato; il suo corpo era coperto solo da una lingerie bianca finemente decorata.

Urial era stato intransigente sotto quel punto di vista: pretendeva che lei fosse sempre perfetta in ogni momento e solo per lui.

Egli permetteva che qualcuno si prendesse cura di lei, infatti, nella sua camera c'era sempre qualcuno che le sistemava i capelli o il trucco, che le curava le mani e la pelle.

Cerys, insomma, doveva essere sempre perfetta.

Era come se ogni giorno lei fosse una sposa.
Sotto un certo punto di vista, dunque, la vicenda l'allietava, aveva molto più riguardo per il suo aspetto fisico...dall'altro lato doveva subire il pensiero che nessuna delle persone che aveva ritenuto care era andata a cercarla.

Ecco, pensiero fisso: Darren non era andato a cercarla.

Darren.

Darren.

Darren.

Non ci sarebbe più stato come forse non c'era mai stato.

L'aveva amato così tanto e lui, nonostante tutto, l'aveva disprezzata e dimenticata lasciandola in balìa di Urial.

Gli venne quasi da piangere pensando ancora una volta a lui, ma non riuscì a sfogarsi pienamente poichè qualcuno bussó alla porta.

- Avanti - disse la ragazza facendo scomparire dal suo volto ogni tipo di pensiero angosciante.

- Cerys - disse Urial entrando dalla porta e, chiudendo quest'ultima alle proprie spalle, chiese - La stanza è di tuo gradimento?

- Si, molto - rispose la ragazza cominciando a disfare i capelli sapendo che lui preferiva vederli sciolti.

- Per qualsiasi cosa, avvertimi - disse Urial mordendosi le labbra e accarezzandole il volto.

- D'accordo - disse Cerys lasciandosi sfiorare tranquillamente.

Ad Urial sembrava strano trattarla così bene, Cerys in fondo si era sempre mostrata ostile, fortunatamente peró il suo piano era riuscito alla perfezione e aveva eliminato per sempre Darren dalla mente della ragazza.

Riprese a sfiorarla facendole accapponare la pelle, poi le si avvicinó e la bació delicatamente.

La prese dai fianchi spingendola a sdraiarsi e una volta su di lei si fermó ad osservarla.

Lì fra le lenzuola era meravigliosa, libera, passionale e soprattutto sua.

- Cerys Hamilton, finalmente fra le mie braccia - commentó Urial chinandosi a baciarla - Cosa vogliamo fare ora?

Non c'era bisogno di alcuna spiegazione o parola, Cerys sorrise maliziosa e si gettó per baciarlo mentre con le mani gli sbottonava la camicia.

Si era totalmente arresa al suo destino e sapeva che non avrebbe mai potuto fare nulla per cambiare le cose.

Non sapeva che, peró, qualcuno la stava cercando disperatamente e non si sarebbe arreso fin quando non l'avrebbe trovata.

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