Capitolo 19

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Di fronte allo specchio, Cerys, la notte prima del matrimonio, ebbe modo di parlare con i suoi fantasmi, con i suoi demoni, con tutto ció che la tormentava.

Guardandosi non sapeva più riconoscere chi aveva di fronte.

Chi era?

Fuori sembrava essere Cerys Hamilton: carina, aggraziata, composta, sempre follemente innamorata di Edison; dentro era Emely Anderson, un tornado di emozioni contrastanti e contrapposte, un'esplosione di rabbia, rancore e dolore che non trovava alcuna via d'uscita per potersi esprimere a pieno.

Cosa le stava accadendo?

Non lo sapeva.

No, lo sapeva eccome ma non aveva il coraggio per ammetterlo.

Quel malessere che cresceva dentro era dovuto al dolore che provava nel sapere che Darren era scomparso dalla sua vita definitivamente; nel sapere che lui aveva una relazione con quella Leah e che aveva dimenticato Cerys per sempre.

Dopotutto, in cuor suo, lei era certa di averlo perso dal primo momento in cui lo aveva rivisto.

Poi, da quando avevano avuto quella piccola e quasi inutile discussione in macchina da soli, Darren l'aveva ignorata e addirittura odiata, non la guardava nemmeno negli occhi e se lo faceva era in maniera derisoria.

Quanto lo detestava.

Quanto si detestava.

Colta dalla rabbia ringhió per contenere un urlo lacerante e battè i palmi delle mani contro la lastra dello specchio, come se in quel modo avesse potuto cambiare quel riflesso e avesse potuto far tornare indietro il tempo.

Aveva accettato la proposta di Edison, che adorava moltissimo, ma si era resa conto di aver compiuto quella scelta solo per continuare quella messa in scena, per migliorare ulteriormente la sua figura di anima gemella di Edison Donovan.

Non lo aveva fatto per amore infine.

Se ne rendeva conto proprio in quel momento che avrebbe voluto essere fra le braccia di Darren, come un tempo; che avrebbe voluto sentire le sue carezze e i suoi baci che la proteggevano più di qualsiasi altra cosa.

Avrebbe voluto essere al posto di Leah.

Avrebbe voluto fare l'amore con lui tutte le volte che ne aveva voglia.

Avrebbe voluto stare con lui per sempre.

Avrebbe voluto, ma Darren era ormai troppo lontano ed Edison troppo vicino.

Cerys esplose in un pianto lacerante e si accasció a terra di fronte a quel dannato specchio, che sembrava essere diventata la sua ombra.

Aveva sbagliato tutto.

Pianse a più non posso per potersi liberare da quel male, da quei pensieri...ma venne interrotta dall'arrivo di Edison, il quale svegliatosi da quei lamenti, appena la vide a terra, si precipitó su di lei e chiese preoccupato: - Cerys! Che succede? Cosa fai a terra? Stai bene?

La ragazza in tutta risposta continuó a piangere fra le sue braccia, a covare tutto quell'odio e quel dolore dentro.

- Cerys, parlami! - continuó ad incitarla Edison, provando a farla calmare e con fare quasi disperato.

- Voglio sparire - urló Cerys enigmaticamente mentre continuava a piangere.

- Ma perchè? Cos'è successo? - chiese Edison provando a calmarla e prendendole il volto fra le mani.

- Perchè io mi odio. Sono un errore - rispose ancora fra le lacrime la ragazza, la quale sembrava inconsolabile.

Edison con la preoccupazione nel cuore la fece alzare da terra e la adagió sul letto.

Cerys era totalmente fuori di sè, tremava come una foglia e continuava a piangere incessantemente.

Edison mentre le stava a fianco, fece portare una camomilla per farla calmare e provó, anticipatamente, a tranquillizzarla.

Avrebbe voluto fare di più per lei, gli si spezzava il cuore nel sapere che non era in grado di capirla a fondo, di non conoscere i motivi di certi suoi comportamenti, di non poter alleviare ogni sua sofferenza.

Dopo circa un'ora, finalmente riuscì a tranquillizzarla e a farla riprendere.

Cerys con gli occhi ancora rossi per il pianto, rimaneva accoccolata fra le possenti braccia di Edison, che aveva ripreso a respirare tranquillamente e le accarezzava la schiena delicatamente.

Il ragazzo si era preso un gran bello spavento, quel momento gli aveva ricordato i primi giorni in cui frequentandola aveva avuto a che fare con quelle crisi di pianto incomprensibili.

Come sempre, non chiese il motivo di quella crisi, piuttosto si preoccupó del suo stato d'animo e avvicinandosi al suo volto leggermente,  chiese in maniera premurosa: - Stai bene adesso?

- Si - rispose flebilmente Cerys mentre stringeva fra le mani il tessuto della sua camicia.

Si sentiva in colpa per ció che le stava accadendo: Edison non c'entrava nulla con quella situazione, perchè doveva starci male?

- Vuoi dormire un pó? Sono quasi le due di notte e domani ci aspetta una lunga giornata - provó ad essere ragionevole mentre le lasciava un bacio sulla fronte.

- Il matrimonio di Allyson e Julian..- disse senza un vero e proprio motivo Cerys senza muoversi da quella posizione.

- Esatto - la assecondó Edison facendola sollevare di poco - Il giorno in cui sarai la damigella più bella di tutte. - e ridendo continuó a baciarle il viso.

- Lo pensi davvero? - chiese Cerys senza troppa convinzione mentre fissava il vuoto.

- Non ti mentirei mai...lo sai amore mio - disse Edison rassicurandola e facendo sì che ella lo guardasse in viso.

Cerys sorrise semplicemente e accettó quel casto bacio che il suo fidanzato le stava proponendo.

Nulla. Nell'animo della ragazza era ritornato in ordine in quel momento, ma era come se un'aura di pazienza stesse placando qualcosa.

Forse era davvero giunto il momento di dormire e non essere paranoica: Cerys doveva solo resistere un giorno, poi Darren sarebbe andato via per sempre e lei avrebbe provato a scordare tutto e ci sarebbe riuscita.

Tutto era perfetto, programmato e sembrava addirittura semplice e lineare ma nell'ombra si nascondeva il pericolo.

Urial rise dopo aver assistito a quella scena così smielata, provava un sadico piacere nella consapevolezza che avrebbe distrutto i piani di qualcuno così inaspettatamente.

Spense la sigaretta e anche la TV: quelle persone non avevano la più pallida idea di cosa li attendeva.

Fra sè e sè cominció a ridere: se non fosse stato per l'aiuto di quella spia che aveva ingaggiato, non avrebbe mai potuto fare niente contro quel dannato Darren Murs.

Era proprio vero che era impossibile raggirarlo, tutti temevano di averlo come nemico...eppure Urial stava per fregarlo; stava riuscendo nell'impresa che molti avevano abbandonato.

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