Capitolo 13

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Darren non attese un solo istante per andare in fondo a quella faccenda e, nonostante la rabbia che trapelava per il rifiuto di Cerys,  salito sull'auto prestatagli da Julian, si diresse verso l'appartamento di quest'ultimo.

Fortunatamente Julian alloggiava in un altro hotel dei Donovan, poco distante da quello in cui albergavano Darren e Cerys, e anche abbastanza lontano dalla casa di Allyson.

Darren doveva parlargli e speró con tutto se stesso che la sua futura moglie non fosse con lui a dare fastidio come sempre.

Parcheggió e salì immediatamente in camera sua scortato da un facchino: Julian aveva giá previsto il suo arrivo.

Infatti, quando Darren fu di fronte alla camera del giovane, prima che potesse bussare, Julian aprì e disse con fare solenne e serio: - Entra.

- Julian, dobbiamo parlare - disse Darren, anche se era una cosa ovvia, chiudendo la porta alle spalle.

- Si, lo so...la faccenda mi sembra abbastanza complicata - concordó Julian mentre disponeva sul tavolinetto del salone alcuni documenti e si impegnava a versare del liquore in due bicchieri.

- Lo immaginavo...come sempre del resto - disse con fare rassegnato Darren mentre si avvicinava all'amico e, dopo aver dato una veloce occhiata a tutti quei fascicoli, chiese: - Mi sai dire qualcosa?

- Da dove vuoi che cominci? - chiese Julian prendendo posto su di una poltrona lì vicino e continuando a controllare quelle scartoffie.

- Da dove vuoi...basta che tu mi dia delle informazioni certe e utili - disse sbuffando per la stanchezza il ragazzo e, portandosi i capelli all'idietro con una mano, imitó Julian sedendosi di fronte a lui.

- D'accordo, cominceró dal principio - esordì Julian e dopo un sorso di liquore riprese - Per esaudire il desiderio di Cerys, ho esaminato tutto con cura, calcolato ogni minima cosa per far sì che fra lei e le persone del suo passato non ci fosse alcun legame. L'unico problema è che dopo averla sistemata qui, non ho pensato a un possibile trasferimento di chi la stava cercando. - ammise massaggiandosi la testa quasi affranto.

- Qui, dunque, entra in gioco il coglione del cugino...che vuole vendicarsi di lei perchè io gli ho fatto il culo...si, immaginavo - disse Darren alzando gli occhi al cielo e mostrandosi seccato per quell'avvenimento.

- È proprio qui che abbiamo fatto cilecca entrambi, amico mio - disse Julian aprendo uno dei tanti fascicoli sparsi sulla superficie della scrivania - Oliver non si trasferisce qui per lei.

- Come no!? - esclamó sbalordito Darren e, guardando di sfuggita la foto di Oliver, continuó a chiedere - Allora perchè lo fa?

- Oliver non era un semplice drogato, come mi hai detto tu e come ha fatto credere a tutti lui stesso - spiegó pazientemente ma con aria preoccupata il giovane - Bensì, procurava ragazze e donne per un giro di prostituzione pazzesco, qualcosa, insomma, che non possiamo nemmeno immaginare... E secondo te di chi puó essere questo giro?

- Urial Torres...- disse con un sospiro il suo interlocutore, il quale nella sua mente riassemblava tutti i tasselli raccolti fino a quel momento.

- Indovinato. Torres è uno dei più potenti nella zona di New York e non si occupa solo di ragazze ma anche di droga. - e gettó proprio davanti all'amica quella cartella che riguardava Urial.

Darren rimase in silenzio e continuó a fissare tutti quei fascicoli, mentre nella sua testa le parole di Julian riecheggiavano.

Tutto era così contorto.

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