Capitolo 7

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Oliver non attese neppure un giorno e, ricevute abbastanza notizie sulla cugina appena ritrovata, si recó presso Urial,  il gestore dei più grandi traffici di droga internazionali.

Ebbene sì, un altro strano personaggio si sarebbe inserito in quella tortuosa vicenda.

Egli peró non era un personaggio qualunque, non era nemmeno un semplice spacciatore.

Lui era Urial Torres, uno dei più potenti uomini a livello mondiale, un "intoccabile", avente traffici di droga, di prostituzione e compagnia bella.

Per qualche strano scherzo del destino, era incappato nello sfortunato e squattrinato Oliver, ma da lui, anziché riscuotere denaro fino all'ultimo centesimo, aveva voluto aiuto per far andare avanti il suo bordello di escort.

Oliver si era dato da fare, gli aveva procurato tutte le ragazze più belle e incasinate che fossero mai esistite in modo da guadagnarsi il suo appoggio e la sua fiducia.

Era riuscito nel suo intento e, quando sua cugina lo aveva umiliato facendolo picchiare da quel tipo, aveva deciso di approfittarne e far entrare in gioco Urial.

Gli aveva promesso sua cugina, una bella diciassettenne in grado di soddisfare chiunque, in cambio di un mastodontico carico di droga.

Oliver aveva ricevuto quanto richiesto ma Urial ancora aspettava la ragazza e il momento di averla, probabilmente, si era avvicinato.

Oliver bussó due volte alla porta e pronunciata la parola d'ordine venne fatto entrare dal retro di quell'enorme luogo, riservato solo a ragazze impegnate a soddisfare i puri piaceri carnali.

Entró e con passo lento ma sinuoso si diresse verso l'ufficio di Urial al terzo piano, accolto da sguardi femminili suadenti e ammalianti ovunque.

Dopo pochi minuti giunse di fronte a quella porta e senza alcun timore bussó.

- Avanti - ordinó la voce dall'interno.

Oliver entró e, chiusa la porta, vide Urial seduto alla sua scrivania.

Stava fumando mentre controllava delle scartoffie accumulate sul piano da lavoro, accanto alla sua mano un bicchiere di liquore, come sempre, camicia bianca con maniche arrotolate fino ai gomiti, barba curata e occhiali da vista usati solo per far riposare gli occhi.

Chiunque avrebbe potuto confonderlo per un normale uomo d'ufficio, ma Urial non era così innocuo come sembrava.

Nella frazione di qualche minuto, finalmente Urial alzó lo sguardo dalle sue carte e, riconoscendo il giovane, disse calorosamente: - Oliver! Finalmente, ti aspetto da stamattina. La tua telefonata mi ha incuriosito molto.

- Spero che Leah non ti abbia rivelato niente - disse Oliver con un sorriso mentre stringeva in segno di saluto la sua mano.

- A dire il vero, non l'ho proprio sentita...comunque dimmi, accomodati pure - lo invitó a sedersi Urial mentre con una mano indicava la sedia vuota di fronte alla propria scrivania.

- Non c'è bisogno. È questione di pochi minuti. - spiegó il giovane quasi esaltato.

- Di che si tratta? - domandó Urial impaziente di conoscere ogni cosa.

- Ricordi mia cugina? Emely Anderson? - chiese malizioso Oliver.

- Il mio acquisto scomparso..- commentó con una punta di fastidio Urial spegnendo il mozzicone di sigaretta.

- E ritrovato - aggiunse il ragazzo ridonandogli la speranza.

- Che vuoi dire? - si fece ancora più curioso il suo interlocutore.

- Emely è qui, a New York e si fa chiamare da tutti Cerys. - riveló tutto d'un fiato ma con fare soddisfatto Oliver.

- Come mai non l'ho mai sentita nominare? - chiese sconvolto Urial.

- É stata coperta dalla famiglia Donovan per tutto questo tempo, non si è mai esposta in maniera esagerata - spiegó Oliver - ma io sono riuscito ad avere notizie su di lei proprio oggi e ti ho informato subito... Non mi piace avere debiti con te. - cercó di comprarselo il ragazzo.

Urial sorrise, compiaciuto per il timore che incuteva a chiunque e per la notizia appena ricevuta, così commentó semplicemente tenendo tutti i piani per sè: - Spero che la ragazza non abbia perso il suo fascino e, ovviamente, la sua bravura..

Oliver rise assieme a lui di quella frase così sarcastica e crudele, senza rendersi pienamente conto di ció che avrebbe fatto accadere.

~~~

Darren spense il tredicesimo mozzicone di sigaretta e si alzó dalla sua postazione, che dava proprio sull'appartamento di Cerys.

Si era ripromesso di non rivolgere mai lo sguardo verso quella zona, ma ogni volta i suoi occhi puntavano quella finestra e ogni volta Darren doveva assistere alle romanticherie di Edison.

Anche quella volta non accadde diversamente.

La camera della ragazza era stata completamente nascosta dalle tende ma Darren era riuscito ad intravedere il profilo di Edison, come sempre d'altronde.

Sicuramente si erano dati alla pazza gioia e il ragazzo soffriva nel sapere che quel damerino spocchioso e arrogante di Edison potesse avere accesso al corpo di Cerys tanto facilmente.

Rimpiangeva quei momenti in cui solo lui poteva godere della sua presenza e poteva farle ció che voleva.

Darren avrebbe voluto tornare indietro e impedirle di cambiare e allontanarsi così tanto.

Voleva riaverla.

Doveva riaverla.

Julian gli aveva consigliato di agire cautamente e silenziosamente: avrebbe seguito quell'indicazione.

Giá aveva mandato qualcuno che si occupasse di rendere inagibile l'appartamento in cui Edison lo aveva collocato.

Ebbe il tempo di sedersi e accendere la quattordicesima sigaretta, poi la corrente elettrica andó via e lui rimase al buio.

Sorrise soddisfatto del lavoro e chiamó la hall dell'hotel dicendo: - Buonasera, ho un problema con la corrente elettrica. É andata via e non é più tornata. Sono Darren Murs.

- Mando subito qualcuno a controllare. Buona serata, ci scusi per l'inconveniente - aveva risposto la signorina dall'altro lato del telefono.

Altri minuti poi venne fatto spostare nella stanza proprio accanto a Cerys, poichè aveva fatto cambiare anche dei dati al computer in modo che rimanesse libera solo quella.

Arrivó alla sua nuova collocazione e non appena aprì la porta si rese conto di Cerys, affiancata ad Edison che stava sistemando delle ultime cose con un collaboratore per far sì che ci fosse tutto il necessario nell'appartamento nuovo di Darren.

Lei era visibilmente preoccupata e osservava Darren dalla porta.

- Contenta di rivedermi? - chiese provocatorio e con un sorriso sadico Darren mentre chiudeva la porta della sua nuova "casa".

La prima parte del suo piano aveva funzionato, doveva solo sperare che andasse bene tutto il resto.

Scusate il ritardo, ma ecco il settimo capitolo (PS: io amo queste complicazioni ahahaha). Vi sta piacendo? Comunque sia, volevo fare un breve saluto e avvisarvi che probabilmente domani pubblicheró una nuova storia. Nulla di che: vi adoro sempre, buona notte e alla prossima❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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