Capitolo 6

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Cerys scese al piano di sotto arrabbiata e frustrata: se solo avesse potuto, avrebbe ucciso qualcuno.

Era così annebbiata dai suoi pensieri che non si rese conto di star andando contro qualcuno.

Il suo cervello non recepiva più nulla ad eccezione di tutte quelle strane sensazioni che le ingarbugliavano lo stomaco e la mente stessa.

Ovviamente lo scontro fu inevitabile e non appena alzó lo sguardo si rese conto di essere finita addosso ad Edison, il quale le stampó immediatamente un bacio romantico sulle labbra dicendole: - Stavo cercando proprio te.

Edison inizialmente non si era accorto dei suoi occhi rossi e gonfi di lacrime, ma non appena la osservó meglio chiese preoccupato: - Ehi, che é successo?

- Niente.. - rispose lei tirando su col naso anche se avrebbe voluto rispodere in maniera diversa.

- No, niente è impossibile. Tu stai piangendo! - si impose Edison - Deve essere per forza successo qualcosa! - le fece notare il ragazzo posando le mani sulle sue spalle e cercando in ogni modo un contatto visivo.

- Ti giuro, Edison... Non è successo nulla - continuó con la sua farsa Cerys scuotendo la testa ed evitando di far incontrare i loro occhi.

- Cerys, non mentirmi. Cosa. È. successo? - chiese aumentando il tono della voce Edison e scandendo le parole della sua domanda.

Egli odiava quando qualcuno provava a nascondergli delle cose, soprattutto se quel qualcuno era Cerys.

Fin da quando l'aveva conosciuta in quell'ospedale, aveva capito che era una ragazza con un passato oscuro dietro che lei stessa non ricordava.

Si era sempre preoccupato per lei e, dunque, ogni volta che la vedeva in quello stato non poteva non sapere il perchè.

Cerys era una ragazza fragile e sensibile, Edison non avrebbe mai permesso che qualcosa la turbasse o la ferisse.

La giovane non rispose, abbassó semplicemente lo sguardo ed Edison, cominciando ad innervosirsi, le alzó il mento con due dita e disse: - Cerys, parlami. Mi devo preoccupare? - chiese nella speranza di estorcerle qualche informazione seppur minima.

La ragazza fece per aprire bocca e abbozzare una giustificazione insulsa, come sempre, ma venne interrotta dalla voce di Darren che la chiamava: - Cerys. Cerys, fermati!

I due fidanzati si voltarono in direzione delle scale e videro Darren sui gradini affannato e preoccupato.

I tre si scambiarono degli sguardi che emanavano sensazioni differenti.

Darren stupito nel vedere Edison, Cerys preoccupata per ció che sarebbe potuto accadere ed Edison nervoso per l'arrivo di Darren.

- Che cosa vuoi da Cerys? E poi perchè eri sopra? - chiese a raffica Edison per metterlo in difficoltà e mettendo leggermente in luce il suo odio nei confronti di quel ragazzo.

Non sopportava Darren, fin dal primo istante in cui l'aveva visto, aveva capito che in lui c'era qualcosa che non andava, qualcosa di sospetto.

In lui vedeva un modo di fare troppo sicuro e degli occhi che fissavano con troppa attenzione la sua adorata Cerys.

Lo voleva fuori da quella casa e lontano dalla sua ragazza.

- Io ero solo andato in bagno - inizió a giustificarsi Darren - Ho visto Cerys correre via piangendo e ho pensato fosse successo qualcosa di grave.

Ottima improvvisazione che ancora una volta lo aveva messo fuori pericolo.

- Beh, Cerys ha con chi confidarsi. Non è necessario che tu intervenga più - rispose freddamente e con aria altezzosa Edison, il quale aveva stretto più forte a sè Cerys, e gli mostró un sorriso forzato e alquanto gelido.

- Scusami tanto - ribattè seccato e infastidito Darren - Scusami se mi sono preoccupato per la tua ragazza. Non sapevo che te l'avrei potuta sciupare chiedendole semplicemente come si sentisse.

Fu una chiara e sottile provocazione che fece scattare sulla difensiva Edison.

Infatti, il ragazzo si avvicinó pericolosamente a Darren e chiese minaccioso: - Cerchi guai, forse?

- No, forse li cerchi tu - rispose a tono Darren senza farsi intimorire dal ragazzo di Cerys.

Era evidente che la situazione stesse degenerando e Cerys dovette intervenire; si pose fra i due dividendoli e disse: - Basta, non è successo niente. Non c'è bisogno di reagire così per dei fraintendimenti.

- Fraintendimenti che si crea il tuo ragazzo - esordì Darren con disprezzo guardando Edison con fare accusatorio.

Edison stava per ribattere ma venne bloccato dall'arrivo dei suoi genitori.

Lambert infatti chiese preoccupato: - Che succede qui?

- Nulla - rispose Edison secco senza staccare gli occhi da Darren.

- Per l'amor di Dio, Edison. Ti sembra modo di trattare gli ospiti? - chiese Marianne scandalizzata vedendo il figlio in quello stato.

Edison fece per ribattere ma Cerys lo fulminó con lo sguardo, così rimase in silenzio e si lasció condurre nella sala da pranzo dalla ragazza, appesa saldamente al suo braccio e che tentava di rassicurarlo.

L'equivoco venne dimenticato con l'arrivo del pranzo e delle varie chiacchiere; dopodichè arrivó il momento della "pausa" in cui tutti si riunivano in veranda per trascorrere altro tempo insieme.

Cerys continuava ad essere lontana dalle loro discussioni, la sua testa si trovava altrove e quando le fu possibile si allontanó dalla famiglia per entrare in casa.

Aveva bisogno di aria poichè si sentiva come se stesse soffocando, ma la sua libertá non sarebbe durata a lungo.

Edison l'aveva seguita e prima che lei si potesse dileguare chissà dove la bloccó per il bacino e le chiese: - Cerys, dove stai andando?

- In bagno - rispose lei prontamente.
- Non è vero. Lo sai che non puoi ingannarmi - la ammonì il giovane facendola voltare in modo che si potessero guardare negli occhi.

- Voglio stare un pó da sola - ammise a quel punto la ragazza.

- Perché? É successo qualcosa? Anzi... Dimmi cos'è successo - la incalzó Edison senza darle modo di mentirgli.

- Ed, non è successo nulla. Ero solo stanca... Provare tutti quei vestiti mi ha dato alla testa...- si lamentó la ragazza flebilmente sperando di sembrare credibile.

- Lo sai che questa scusa non regge? - continuó a insistere il ragazzo mentre la avvicinava al proprio corpo per creare il loro solito contatto.

- É la verità - concluse esasperata la giovane.

Edison in cuor suo sapeva che Cerys gli stava nascondendo qualcosa, ma decise di non turbarla ulteriormente e accarezzandole il volto, si arrese, sorrise e chiese: - Va bene, mi fido. Vuoi che ti porti a casa?

- No... Sarebbe scorretto nei confronti degli altri - disse Cerys con aria rassegnata.

Edison sorrise ancora di più, poi la abbracció e la bació calorosamente, dicendo: - Ho il pomeriggio libero e ovviamente tutta la notte...ti va una cenetta da soli io e te in camera? Magari sotto le coperte?

Cerys rise, rincuorata da quell'atteggiamento dolce, e disse: - Certo...

- Saremo soli io e te - aggiunse Edison baciandole lievemente ogni centimetro di pelle.

Edison era adorabile proprio per certi aspetti: lui sì che si curava davvero di lei.

~~~

Darren osservate e udite, da dietro la porta, le lusinghe di Edison sentì la collera crescergli in petto sempre più e desideró poterlo incenerire con un solo sguardo.

Non poteva vedere Cerys avvinghiata a quel tipo: lui non la conosceva e non la meritava.

Al diavolo il suo piano di farla pagare a Cerys e tutto il suo orgoglio.

Da quella sera stessa avrebbe provato a riprendersi ció che gli apparteneva ad ogni costo.

Cerys doveva essere di nuovo sua.

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