Capitolo 10

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Come Darren aveva precedentemente detto, subito dopo pranzo i due si ritrovarono ancora insieme per affrontare quella contorta faccenda.

Cerys aveva cominciato a fare mente locale di tutto ció che le sarebbe tornato utile per il suo discorso, si mostrava tesa e preoccupata come se fosse sotto esame.

Darren, al contrario, era tranquillo, imperturbabile e desideroso di conoscere ogni cosa e riappropriarsi della sua dolce metà, strappatagli da Edison.

Il ragazzo guidó per circa quindici minuti e quando spense il motore si ritrovarono immersi nel verde.

Era un posto isolato ma tranquillo e confortevole stranamente.

Cerys aveva captato subito le intenzioni di Darren e, come aveva immaginato, si ritrovava assieme a lui in un posto lontano dalla vita quotidiana in cui non c'era nulla ad eccezione di alberi e rari uccelli di passaggio.

- Perchè mi hai portata qui?- chiese quasi allarmata la ragazza guardandosi attorno sempre più spaventata.

- Perchè è il posto più tranquillo per parlare - rispose Darren osservandola attentamente.

- Sarebbe andato bene qualsiasi posto - lo richiamó Cerys smascherando il suo nervosismo - Devo solo raccontarti il mio arrivo qui, se ti ricordi.

- Non hai capito proprio nulla - la riprese Darren ridendo di gusto, poi, continuando a fissarla con i suoi incantevoli e ammalianti occhi azzurri, disse: - Tu mi racconterai quello che IO voglio tu mi dica. Non ha importanza se inerente alla tua vita da Cerys o altro. Ho delle domande e voglio delle risposte. - si impose categoricamente Darren.

- Cosa ti fa credere che io risponda a ogni tua domanda? - chiese la ragazza imponendosi a sua volta  e mettendosi a braccia conserte.

Darren rise maliziosamente e, senza dire una parola, bloccò le portiere con le sicure e disse: - Non penso che tu sia così stupida...

- Potrei sempre chiamare Edison o chiunque altro mi possa aiutare. - non si diede per vinta Cerys sfidandolo e nella speranza di avere il coltello dalla parte del manico almeno quella volta.

- Ne sei sicura? - chiese sorridendo in maniera diabolica Darren per poi incitarla - Controlla il cellulare.

Cerys odiava quelle sue affermazioni sarcastiche che le facevano credere che Darren avesse tutto in pugno, così, per cercare di smentire ogni sua certezza, sfilò il cellulare dalla tasca e illuminò il display.

Nessuna linea: era isolata dal resto del mondo.

Darren continuò a prendersi gioco di lei non appena vide la sua espressione chiedendole: - Allora? Dov'è il tuo pronto soccorso? Non l'hai ancora chiamato?

- Fot.Ti.Ti - disse irata Cerys sillabando la parola e gettando nervosa il cellulare sul cruscotto.

- Preferirei fottere te, ma sai com'è... non vorrei che il tuo amato Edison rispondesse alla tua richiesta d'aiuto - scherzò Darren ridendo e facendole l'occhiolino come per provocarla.

- Possibile che tu debba sempre fare l'idiota e il bastardo con me?! - esclamò esasperata Cerys - Prima non eri così!

- Ah no? E com'ero prima? - chiese furbamente Darren e avvicinandosi a lei per giocherellare con una ciocca di capelli.

Cerys lo fissò per attimi interminabili, poi disse quasi disgustata: - Meglio non parlarne... - e voltò il viso fuori dal finestrino per poterlo ignorare.

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