Capitolo 11

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- Cerys, diamine, mi ascolti quando ti parlo? - chiese esasperata Allyson alzando gli occhi al cielo seccata.

- Si, scusa, mi sono solo distratta - provó a giustificarsi bonariamente la ragazza.

Purtroppo, per quanto si sforzasse, non riusciva ad essere totalmente concentrata.

Pensava a Darren e a ció che gli aveva rivelato, pensava ad Edison, Julian, Oliver...tutte quelle persone che in un modo o nell'altro l'avevano messa in trappola.

Erano ritornate le sensazioni che l'avevano afflitta quando era stata una semplice adolescente e non riusciva a liberarsene.

- Ti distrai sempre - le fece notare acidamente Allyson.

- Suvvia Allyson - si intromise una voce maschile fra le due - Non pensi di essere troppo opprimente con le tue richieste?

- Julian da che parte stai?! - esclamó inviperita Allyson voltandosi stizzita verso il suo fidanzato.

- Da quella giusta - rispose il ragazzo posandole le mani sulle spalle - Dovresti rilassarti, Ally... Tutti sono ai tuoi ordini e ci stanno lavorando da giorni. Non puoi pretendere che siano sempre e solo concentrati su si te. - concluse tentando di giustificare la povera Cerys.

Allyson sembró riflettere su quelle parole: Julian era l'unico in grado di farla ragionare.

- Forse hai ragione... - si arrese così Allyson, poi rivolgendosi alla "cugina" disse: - Perdonami, Cer, se sono così opprimente, ma voglio che tutto sia perfetto.

- Non preoccuparti - la rassicuró Cerys - Ora, scusami ma ho bisogno di parlare con Edison...con permesso - e facendosi spazio fra la coppietta, li oltrepassó e si diresse in casa Donovan, infestata da sarti, pasticcieri e personaggi vari per i diversi particolari del matrimonio che si sarebbe svolto dopo un mese.

Cerys non si sentiva pienamente lucida.

Tutti quei preparativi l'avevano messa letteralmente fuori gioco, si sentiva come un pesce fuor d'acqua e non sapeva come comportarsi.

Non riusciva a scegliere l'atteggiamento più adeguato vedendo tutte quelle persone del suo passato di fronte a lei tutte insieme.

Non sapeva cosa fare e avrebbe tanto voluto sbattere la testa contro il muro se le fosse stato possibile.

Dovette rinunciare a quell'idea e accettare semplicemente di sprofondare nel letto per annegare tutti quei pensieri malvagi.

Il suo era davvero un buon proposito, ma non appena varcó la soglia della porta, appartenente alla camera che le era stata riservata, si ritrovó di fronte ad un'oscura sorpresa.

Oliver, accompagnato da un individuo minaccioso, si trovava proprio in camera sua e la stava attendendo.

- Urial, ti presento la damigella d'onore di miss Donovan: Cerys Hamilton - annunció con fare beffardo Oliver voltandosi verso la giovane appena entrata.

- Perchè sei nella mia camera? - chiese allarmata immediatamente Cerys - Chi ti ha dato il permesso di entrare? - e indietreggiando verso la porta instintivamente.

- Credo che tu ancora non abbia capito, che io rientro nelle grazie di Allyson e, quindi, posso fare ció che meglio credo - la mise a tacere serpentinamente Oliver rivolgendole uno sguardo fin troppo sadico.

- Tranne violare la mia privacy! - esclamó la ragazza senza dare molta importanza ad Urial che rimaneva in silenzio, osservandola in ogni minimo dettaglio con sguardo ammaliato.

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