Libro 3: 04) Post-a guerra

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« Spero che esista un inferno da qualche parte... Sicuramente sarà un posto più tranquillo delle poste. »

Come volevasi dimostrare, stetti delle ore ad aspettare il mio turno e fui costretto a sorbirmi tutte le lamentele dei clienti che vennero prima di me. La cosa buffa era che tutti gli altri impiegavano delle ore alla cassa, io non superavo mai i cinque minuti. Giusto il tempo di consegnare i soldi per le bollette e scappare via. Con tutto quel fracasso e con la malvagità che c'era nell'aria, non avrei mai potuto trovare una risposta alla domanda che mi stava affliggendo dalla scorsa sera.

« Perché? »

Urlò un signore un signore sull'ottantina che minacciava parole pesanti e sbraitava contro una cassiera perché aspettava il suo turno da quasi un'ora. Il suo urlare riuscì ad arrivare a tutte le orecchie dei presenti. Non nascondo il fatto che, dopo quasi tre ore a sentire le grida dei clienti e degli anziani per il fatto che le poste sono lente e che i clienti siano in troppi, provai un leggero fastidio... Per questo sono intervenuto a difendere la cassiera.

« Mi scusi, potrebbe smetterla di urlare, sta disturbando i presenti. »

Gli chiesi cortesemente, dato che non ero il solo che stava incominciando a lamentarsi delle sue urla. Dovete sapere che, coloro che sono sotto i 45 anni, non si lamentano quasi mai alle poste ed attendono il loro turno con calma e con desiderio che il tutto finisca il più presto possibile. Certo... Non dico che siano felici di aspettare un paio d'ore, ma almeno hanno il contegno e la sanità mentale di non lamentarsi in continuazione, anche perché nessuno aveva il coraggio di aprire bocca dopo aver appurato la presenza di più di cento persone all'interno delle poste.

« Eh? Tu cosa ti intrometti! Io mi lamento giustamente ed un bambino mi viene anche a dire di stare in silenzio! »

In quel momento trattenni il respiro e cercai di mantenere la mia solita calma zen, tecnica tramandatami da mio padre molti anni prima per poter fronteggiare i "giorni no" di mia madre.

« Signore, non mi tratti come un ragazzino dato che ho superato la maggiore età, si rimetta al suo posto ed attenda il suo turno come tutti gli altri. Per favore. »

La conversazione sarebbe potuta li, se solo le persone anziane italiane non abbiano la testa più dura del cemento.

« Attendere il mio turno? Sto aspettando da un'ora di essere ricevuto e la fila non si muove nemmeno di un numero! Ho più di ottanta anni io! Non posso aspettare qui tutto il giorno! Ho degli impegni a differenza di voi giovani che non avete nulla da fare! »

Perché, ovviamente, le persone in pensione hanno poco tempo libero ed un sacco di energie per poter gestire un sacco di impegni... Non per essere cattivo, ma come può essere credibile una cosa del genere? Già il fatto che sei in pensione vuol dire che non lavori. Poi stai aspettando alle poste solo da un'ora e sono le dieci del mattino, quindi non puoi nemmeno dire che hai perso tutta la mattinata li dentro. Ed io che per stare li sto togliendo tempo allo studio o alla scrittura, cosa dovrei dire? Lui cosa si sta perdendo? "Uno mattina" sulla Rai?

« Io sono qui da molto prima di lei e non mi sto lamentando, così si fanno innervosire anche i cassieri che lavorano sotto stress e non riescono a dare il meglio di loro. »

« Ma che ne puoi capire tu! Io sono stato in guerra e, quando ero giovane, spaccavamo tutto con i miei compagni sotto la guida del Duce. Mentre ora mi tocca anche preoccuparmi delle cassiere stressate? Ma non mi faccia perdere tempo! Non sapete nemmeno cosa sia il vero stress! Lei che non si lamenta è sicuramente il prossimo ad essere ricevuto! »

Era vero. Avevo il numero 53 e stavamo al 51, quindi in teoria sarei stato uno dei prossimi, al contrario del signore che aveva il 65.

« Ha ragione! »

Urlò un'altra signora che intervenne per dare man forte al pensionato. Stranamente tutti gli anziani si danno una mano quando si tratta di trattare male qualche giovane, anche se spesso hanno torto. Quindi, sconsolato per il fatto che non riuscii a risolvere nulla, rimasi in silenzio pensando:

« Ma che mi frega, tanto tra poco me ne vado. »

Ma, purtroppo, non sono fatto così. Sebbene fosse un anziano, costui doveva pagare per tutto ciò che aveva detto. A tutti gli insulti posti alla mia persona, alla mia generazione ed ai poveri cassieri che cercavano di lavorare in quella calda giornata.

« Vero... Io sono il prossimo. Quindi, lei rimarrà qui a fare la muffa per altre due ore, mentre tra poco io sarò a casa a vedermi i cartoni animati da bravo bambino che sono. Ah... Quando passerà per le porte dell'inferno, mi saluti zio Benito. »

 La cattiveria ed il veleno non dovrebbero mai uscire dalla mia bocca, dato che so essere abbastanza malvagio certe volte... L'istinto satanico, quando è necessario, esce da solo e non riesco a controllarlo. L'anziano, sentite quelle parole, continuò ad insultarmi ed a lamentarsi, mentre i presenti ridevano per il signore che stava iniziando a mettersi in ridicolo. Io, invece, venni accolto dalla cassiera per poter pagare le bollette. Mi ringraziò per aver tentato di far zittire il pensionato e mi fece perdere solo cinque minuti di tempo per tutte le procedure. Meglio essere amici dei cassieri che della gente che si lamenta alle poste. Sono alleati molto più potenti.

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