Capitolo 35

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University of Illinois.

"Non riusciremo mai a trovarla in mezzo a questa confusione James"
Stringe più forte la mia mano nella sua. "Ho paura Jodie, paura di aver fatto le cose troppo da impulsivo, paura che non appena lei mi vedrà, girerà dall'altra parte lasciandomi di nuovo solo e paura che io, beh, che io non faccio più parte della sua vita"
Piego leggermente la testa d'un lato. "Sei suo fratello, non smetterai mai di far di lei"
"Sono passati più di due anni e molto probabilmente non vorrà vedermi"
Alzo gli occhi al cielo. "Se questo è ciò che pensi, allora spiegami per quale diamine di motivo abbiamo attraversato un oceano per venire qui a Chicago"
"P-per vederla, ma non pensavo fosse così complicato, così difficile. Temo che da un momento all'altro io possa sentirmi male"
"Torniamo in hotel?"
Scuote la testa passando le mani tra i capelli. "No, non ho intenzione di fallire anche in questo" indica l'insegna beige sopra di noi. "Caffè al volo e poi continuiamo a girovagare per il campus, cosa ne dici?"
"Assolutamente si, il mio corpo sente la necessità di ingurgitare caffeina"

Non mi sono ancora abituata del tutto a questo lato di James, quello ansioso, pauroso e forse anche un po' terrorizzato alla sola idea di potersi ritrovare da un momento all'altro davanti Lexi, ma nonostante ciò, sono certa che anche lui, sa che venire fin qui è stata una delle migliori cose che potesse mai fare, forse l'unica da sempre.

"Jodie, mi stai ascoltando?"
"Mh... Scusami, ero distratta"
Solleva le sopracciglia scuotendo lentamente la testa. "Caffè macchiato senza zucchero, giusto?"
"Giusto" mi siedo su uno degli sgabelli del bancone della piccola caffetteria.
"Caffè doppio o normale?"
"Normale James, normale" sorrido stringendo la coda tra i capelli. "Non avrai intenzione di berlo anche tu"
"Perché, non dovrei?"
Alzo di poco le spalle. "Forse è il caso che tu beva una tisana, magari rilassante, molto rilassante"
"Nemmeno sotto tortura" si siede al mio fianco aspettando le nostre ordinazioni. "Per rilassarmi mi basterebbe un bicchiere o magari due di Jack Daniel's, non quelle porcherie che voi altri vi ostinate a bere"
"Non sono porcherie, James"
"Ognuno è libero di pensarla come vuole"
"Caffè macchiato, caffè doppio e spremuta di arance" sorride una delle cameriere poco più che maggiorenne. "Desiderate ordinare dell'altro?"
Scuoto la testa.
"No, ma potrei farti una domanda?"
Corrugo la fronte guardando preoccupata James con la coda dell'occhio.
"C-certo"
"Conosci Lexi?"
Chiudo per un attimo gli occhi sospirando in silenzio.
"No mi dispiace, ho cominciato a frequentare questa università solamente la settimana scorsa" solleva le spalle la ragazza.
"Lexi Harris, mai sentita nominare?"
"No, anche se il cognome Harris non mi è nuovo"
"Frequenta il terzo anno di medicina, è alta circa come me, occhi azzurro intenso e capelli rosso scuro. Se non ha cambiato le abitudini, gira spesso con una tazza di caffè fumante tra le mani e i libri sotto braccio"
"Non essere insistente, ha detto che non la conosce" intervengo appoggiando la mano destra sulla gamba del moro. "Sono certa che la troveremo, ma ora lascia che..." guardo il nome della ragazza attaccato alla divisa. "Tara, torni al suo lavoro" accenno un sorriso tirato.
"Ho sentito che cercate Lexi... Lexi Harris, giusto? Tara puoi andare, ci penso io qui" interviene il ragazzo dietro al bancone. "Viene qua ogni mattina, si siede a quel posto giù là in fondo e ordina caffè doppio con una zolletta di zucchero, legge gli appunti di chirurgia e poi fila dritta a lezione" sorride. "È stata qui poco prima del vostro arrivo... Posso sapere chi siete?"
"S-sono suo fratello e lei è la mia ragazza"
"James?"
"Come fa a sapere il mio nome?"
"Lexi mi ha accennato qualcosa di te"
Sorrido mentre sento la mano di James appoggiarsi sulla mia.
"C-cosa le ha raccontato?"
"Niente di particolare" pulisce il bancone con una spugna. "Solamente vecchi ricordi d'infanzia, tutto qui" solleva le spalle. "Ha accennato anche più volte un altro nome... Richard se non sbaglio"
Stringe più forte la mia mano. "Richard..." scuote la testa. "Posso accettare tutto ma non il fatto che lei nomini ancora quel ragazzo, no, questo proprio no"
Mi massaggio le tempie con la mano libera. "Datti una calmata, per favore"
"Come potrei mai darmi una calmata quando mia sorella nonostante un oceano che gli divide, pensa ancora a lui, Jodie?" alza il tono di voce attirando l'attenzione di metà caffetteria.
"James"
"Se la cosa ti può tranquillizzare, ora Lexi sta con un altro" finge un sorriso il ragazzo dietro al bancone. "E da qualche mese oltre a frequentare lo stesso corso di anatomia, condividono insieme uno degli appartamenti qui al campus" si slaccia il grembiule marrone legato in vita. "Il mio turno qui per oggi è finito, ma se tornerete domattina prima dell'inizio delle lezioni, la potrete trovare seduta al solito tavolo" apre la porticina nera del bancone.
"G-grazie"
"E mi raccomando James, non temere, Lexi sa quello che fa, è una ragazza con la testa sulle spalle" infila un borsone nero a tracolla e senza aggiungere altro, esce dal locale.
"Quindi mia sorella convive... Quante altre cose mi sono perso in tutti questi anni?"
Appoggio la testa sulla sua spalla. "Presumo parecchie, ma non è mai troppo tardi per riavvolgere il nastro e ripartire da zero"
"Idiozie, il tempo perso non si recupera più"
Prendo la tazza tiepida tra le mani e torno seduta in modo composto sullo sgabello. "Un pò di positività ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno, sai?"
"Usciamo da questo posto? Ho bisogno di una boccata d'aria fresca"
Sospiro profondamente lasciando quel resta del caffè macchiato. "Non ho scelta, vero?"
"No, non hai scelta" prende una sigaretta dal pacchetto in tasca e si avvicina alla porta d'ingresso. "Lascia perdere quel caffè e torniamo in alb..." si blocca facendo cadere dalle mani tutto quello che ha. "L-lexi"
"James"

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