Capitolo 33

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Heathrow London Airport.

Come cominciare al meglio un viaggio se non con un ritardo del proprio volo?
Ebbene si, il nostro volo diretto a Chicago è in ritardo e non parlo di un ritardo di minuti, ma un ritardo di ore.

"Le hostess hanno assicurato che entro mezz'ora e non di più, saliremo tutti quanti a bordo"
Allungo le gambe sopra il bagaglio a mano nero. "Sono davvero stanca di aspettare James, non c'è un altro volo in partenza?"
"C'è ma non è della stessa compagnia aerea, quindi, biglietti non validi" solleva le spalle soffiando sopra la schiuma del caffè macchiato d'asporto. "Non abbiamo scelta, non ci resta che aspettare"

Tre lunghe e interminabili ore di attesa.
Tre ore che James non fa altro che percorrere area partenze - banco informazioni ottenendo sempre la stessa risposta Stiamo cercando di risolvere qualunque tipo di problema, vi faremo sapere noi non appena la situazione sarà tornata alla normalità.
Tre ore che più che sfogliare riviste, bere caffè e camminare avanti e indietro non si può fare.
E, tre ore che non auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico.

"Vedrai che il resto del viaggio andrà bene" si siede al mio fianco prendendo la mia mano nella sua. "Sbaglio o sei un fascio di nervi unico? Quanto tempo è che non metti piede su un aereo?"
Picchietto nervosamente le dita intorno al bicchiere di cartone di Starbucks. "Tre o quatto anni, non so"
"Ok Jodie, basta bere caffè" mi strappa letteralmente il contenitore ancora tiepido dalla mano. "Temo che questa roba non faccia a caso tuo, almeno per il momento" versa quel che resta del caffè nel suo e getta via il contenitore vuoto nel cestino dietro. "Quanti diamine ne hai già bevuti da quando siamo qui?"
"Cinque con questo, sono nella media"
Annuisce. "Fino a domani temo che tu sia a posto, hai caffeina in corpo a sufficienza"
"No James, se ne sento la necessità in aereo?"
"Semplice" mi da un bacio sulla tempia sinistra prima di alzarsi in piedi. "Ti prenderai una tisana, magari rilassante"
"Stai cercando di dirmi che sono più nervosa di quello che penso?"

Invitiamo i signori passeggeri del volo diretto a Chicago di recarsi al terminal tre, l'aereo partirà a breve e con tre ore di ritardo. Ci scusiamo ancora per l'enorme disagio.

"Dobbiamo andare, è il nostro"
Sospiro profondamente stringendo il manico del bagaglio. "Giurami che andrà tutto bene"
"Andrà tutto bene, non temere"

Nonostante le sue raccomandazioni, nonostante le due tazze piene di camomilla bevute un paio d'ore prima di venire in aeroporto e nonostante i mille autoconvincimenti che continuo a farmi, non sono ne fisicamente e ne psicologicamente pronta a percorrere 6.356,48 chilometri per un totale di otto ore e cinquanta minuti filati di volo. Zero scali, zero pause e zero speranze di poter calmare l'evidente fascio di nervi in me.

"Jodie dov'è il passaporto?"
Ingoio rumorosamente quel poco di saliva in bocca e tasto le uniche tasche disponibili nel giubbotto verde militare lungo a metà coscia. "E-era qui in giro, ne sono sicura"
"Senza passaporto mi dispiace ma non le sarà concesso passare, dovrà tornare indietro"
"Può aspettare un minuto?" sbotto aprendo la borsa mentre guardo l'hostess di fronte a noi. "Un minuto soltanto, non chiedo molto"
"Prima volta in aereo?"
"No, lei è sempre così, non ci faccia caso"
"James taci, altrimenti nonostante questo" sventolo il passaporto. "Resto qui a Londra e andrai a Chicago da solo"
Prende la mia mano e l'avvicina alle labbra. "Non dirlo nemmeno per scherzo" recupera entrambi i passaporti dall'hostess e mi tira in modo dolce insieme alle valigie verso il tunnel d'imbarco dell'aereo. "Hai seriamente pensato di farmi andare da solo oltreoceano?"
Sorrido sollevando una spalla. "Può essere, tutto è possibile, sai?"
"Sei incredibile piccola May, dico davvero" scuote la testa fermandosi in mezzo al corridoio per controllare il numero dei posti scritto sui biglietti. "File A e B"
"Numero?"
"Ventisette e ventotto" rimette in tasca i fogli e riprende a camminare davanti a me.
"Sei mai stato in America?"
"A dire la verità, no" si ferma nella fila di destra. "Siamo arrivati, sono i nostri" sorride quasi a fatica mentre intravedo del sudare sui palmi delle sue mani. "Finestrino o posto centrale?"
"Finestrino" piego la testa d'un lato. "James, va tutto bene?"
"C-certo. Siediti che ai bagagli ci penso io"
"James, dimmi la verità, va tutto bene?"
Sistema una ad una le valigie in alto e ignora alla grande la mia domanda.
"James"
"Allacciata la cintura? A breve partiremo"
"Aspetta. Aspetta. Aspetta" incrocio le braccia al petto. "Tu non avrai mica paura di volare?"
"Che idiozie sono queste?"
"Sudorazione eccessiva alle mani, balbettio, nervosismo e leggero tremore fanno tutti parte della mia teoria. Tu hai paura di staccare i piedi da terra, o meglio, hai paura dell'aereo"
"N-n... Si ok, è vero" unisce entrambe le sue mani sopra le gambe. "Ho paura di volare, anzi, se devo essere sincero non so cosa si prova a salire sopra un aereo"
"C-cosa stai cercando di dirmi?"
"Jodie, non ho mai volato, questa è la prima volta"
Butto la testa contro il sedile e copro il viso con le mani. "Scherzi?"
"Non potrei mai"
Annuisco lentamente. "Siamo fottuti, ecco cosa siamo, letteralmente fottuti James"
"Perché? Ci incoraggeremo a vicenda per tutto il tempo" accenna un sorriso appoggiando il gomito sul bracciolo tra di noi. "Stare insieme significa anche questo, dividere per due ansie e paure"
"Non lo metto in dubbio, ma questi discorsi potremmo farli una volta atterrati sani e salvi?"
Alza le mani in segno di resa. "Come preferisci, ma la paura non passa se non ne parliamo"
"Chiudi la bocca? Stai solamente peggiorando la situazione"
"Va bene. Va bene. Va bene, come vuoi" prende una rivista nella tasca del sedile davanti. "Ma non scenderai, vero?"
"Harris, non siamo su un pullman che schiaccio un bottone e si ferma o su un treno che fa fermate in tutte le stazione, siamo su un aereo, sospesi a diecimila metri di altezza circa, spiegami come potrei mai scendere"
Sfoglia la rivista alzando le spalle. "Non so, magari decidi di scendere proprio ora che non hanno ancora chiuso il portellone"
"Rilassati, sono qui e starò al tuo fianco fino alla fine, d'accordo?"
"D'accordo"

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Promise ~Où les histoires vivent. Découvrez maintenant