Capitolo venticinque

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James Edward Harris.
Londra, Inghilterra.

"... si chiama Lila, un tempo io e lei eravamo... uniti, tanto uniti da aver scelto di diventare un qualcosa di non serio, ma allo stesso tempo, unico" accendo una seconda sigaretta, guardando prima Jodie e poi il laghetto di Hyde Park. "Era una parte importante per me, un... punto fisso, per quanto può esserlo una ragazza come Lila. Insieme eravamo completi, ma un essere completi tossico... ci facevamo del male, senza volerlo. Lei faceva del male a me ed io, facevo del male a quella ragazza tanto bella quanto problematica. Avevamo creato una bolla, la nostra bolla e nessuno poteva entrarci, nessuno poteva capirci. Poi un giorno, lei decise di scoppiare la bolla e... decise di voltare pagina, in tutti i sensi"
"Quando... l'hai conosciuta?"
"Un paio d'anni prima del tuo ritorno a Londra..."
Annuisce.
"... non abbiamo mai avuto una vera e propria storia, ma un qualcosa che non so esattamente come spiegarlo..."
"Amici con benefici, ma in maniera morbosa, in maniera anormale" solleva le spalle, guardandomi di sfuggita.
"... e con te, Jodie non... sono stato del tutto sincero..."
Confusa, piega leggermente la testa di lato.
"... la sera della vigilia di Natale, lei si è presentata a casa mia, erano anni che non la vedevo, mi ero dimenticato di lei e di tutto quello che avevamo vissuto..."
"Immagino" commenta, con tono ironico a bassa voce.
"... era... ubriaca e mi ha esplicitamente chiesto di fare sesso con lei, come ai vecchi tempi" sospiro, appoggiando di nuovo la sigaretta alle labbra. "Io non posso di certo negare che la tentazione è stata forte, ma ti giuro che non è successo niente Jodie, niente di niente"
"Non... capisco perché me lo stai dicendo"
"Voglio essere sincero con te, non voglio che vivi circondata dai miei segreti, bugie e stronzate, ne adesso e ne in futuro... non so come andranno le cose tra di noi, ma finché vanno, hai diritto di sapere ogni cosa, di sapere ogni verità" prendo fiato, facendo poi uscire del fumo dalla bocca. "E questa mattina non sapevo che eri in quella caffetteria e soprattutto, non sapevo che lei mi seguisse, ma evidentemente quella sera non sono riuscito ad essere abbastanza chiaro con lei con il dirle che ogni cosa successa in passato, sarebbe rimasta nel passato e non sarebbe mai più tornata"
"Mi stai forse dicendo che Lila sarà un problema?" chiede lei, avvicinandosi a me. "Mi stai forse dicendo che quella ragazza, nonostante il tempo, nonostante i tuoi rifiuti, continuerà a darti il tormento?"
"Non lo so, ma di una cosa sono certo: non riuscirà a rompere nulla di quello che sta nascendo tra me e te" accenno un sorriso, aprendo le braccia. "Adesso mi vuoi abbracciare oppure preferisci continuare a tenermi il broncio?"
"Mi dispiace, ma credo che continuerò a tenerti il broncio..."
"Sei una... stronza" rido, scuotendo leggermente la testa.
"... comunque adesso devo... andare e non ti preoccupare, torno a piedi, da sola"
"Non ci pensare proprio"
"So difendermi da sola, Harris, cosa pensi? Ho frequentato un corso di autodifesa anni fa e non mi spaventa fare da qua a casa mia da sola, senza un ragazzo al mio fianco" insiste, dandomi poi un bacio veloce sulla guancia.
"Almeno dimmi una cosa, dimmi che rimarrai con me, nonostante tutto, nonostante il mio carattere di merda e nonostante ogni mio casino"
Lei mi guarda, solleva le spalle e se ne va.
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