Capitolo quattro

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Jodie Rose May.
South Kensington, Londra.

"... un cappuccino con due bustine di zucchero grezzo per te, un espresso per me e due..."
"... sei stato un vero e proprio stronzo, ieri sera..."
Mio fratello mi guarda, con un vassoio traballante tra le mani.
"... diamine, James stava... lavorando, mentre tu non hai fatto altro che provocarlo, provocarlo e provocarlo..."
"Da quando in qua prendi le parti di quel balordo?"
"... un tempo eravate così... tanto amici, eravate inseparabili, due migliori amici che facevano letteralmente invidia al mondo intero mentre ora, vi odiate così tanto da non riuscire a rimanere nella stessa stanza senza azzuffarvi... perché siete arrivati a questo? Cosa diamine è successo?"
Sean, borbotta.
"... due persone come voi non possono... lascia perdere, non..."
"... arriverà mai il giorno in cui finalmente vedrò i miei due unici figli andare d'accordo?" sospira nostra madre, mentre sul bancone della cucina, appoggia le buste della spesa. "Sono anni che vi comportate in questo modo e per me e vostro padre sta diventando insopportabile, stressante, credetemi... questa sera verranno gli Harris da noi, a cena e per... piacere, ve lo chiedo per... favore, siate maturi perché altrimenti vi chiederò direttamente di non... esserci"
"Non preoccuparti, io non ci sarò, andrò a cena a casa di... amici..."
"Sean, per favore"
"... e molto probabilmente tornerò tardi, quindi ti chiedo gentilmente di non... aspettarmi sveglia, mamma" conclude lui, prima di uscire dalla cucina sbattendo la porta.
"Non cambierà mai, tuo fratello non cambierà mai testa" sussurra lei, con un filo di voce. "Sarà sempre così, ne sono certa"
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