LXV

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Chapter sixty-five: "I love him, mum. It's that you don't understand. And I'm sorry."

Sospirai.
Uccidetemi o uccido mia madre.

"Oddio, guarda la tua pancia, e le tue gambe!"
Alzai gli occhi al cielo.

E se tipo dicessi 'mi piacciono i treni' ne arriverebbe uno a travolgere questa sanguisuga?
Ma magari se la portasse via.

"È quell'Harry vero?! Fammelo chiamare! Voglio parlargli!"
Sbattè le mani sul tavolo, impazzendo.

Mamma, so che lo stai facendo per il mio bene,
ma quando mi rompi i coglioni li rompi eh!

"Tu non parlerai con Harry." Sbottai arrabbiata. Era pure colei che mi aveva cresciuta, ma Harry lo amavo davvero, e nessuno si sarebbe più messo contro di noi, specialmente dopo questo ostacolo in cui, cadendo, rischierebbe la galera.

"Oh sì, altrimenti chiamerò direttamente la polizia!" Ma perché a volte sono cosi testarde e ostinate?

Mi alzai di scatto dalla sedia. "Tu non chiamerai nessuno, va bene? Non hai bisogno di sapere cosa mi è successo. Io sto bene. Sto bene e sto ancora meglio con Harry. Se vuoi vedermi in ospedale per dei tagli allo stomaco allora forza, chiama la polizia, ma se vuoi davvero bene a tua figlia, se un briciolo di dignità ti è rimasto, allora te ne andresti da qui, pensando che tua figlia ha trovato un altro palo, e che lo ha fatto da sola. Senza il tuo aiuto. Che avrà finalmente la vita che ha sempre sognato, con l'uomo che sogna."
La guardai, per vedere quali fossero state le sue intenzioni.

Lei boccheggiò per un attimo, prima di toccarsi con la mano la fronte. "Non...non pensavo foste già così avanti..."

"Credimi, siamo troppo avanti. È solo che non mi fido più di te." Sorrisi come per farle intendere che sfortunatamente avevo ragione.
"Dopo tutto quello che ho fatto per te! Avrei potuto lasciarti in mezzo alla strada! Mandarti in un orfanotr-"

"Papà aveva una grossa eredità destinata a me, ed è questo l'unico motivo per cui mi hai tenuta!"
La indicai con tono accusatorio.
"Non credere che io non abbia fatto ricerche, che non mia sia informata! Ti sono servita solo per i soldi, e adesso che posso andarmene e che volendo posso decidere di prendermi la mia parte di soldi, fai la finta madre preoccupata!"

Mi avvicinai a lei. "Anzi, ti dirò di più. Me ne andrò di qui, e anche presto. Andrò a vivere con Harry vicino ai suoi amici, e verrò qui solo per trovare James. Ho chiuso con la mia famiglia." Deglutii.

"Non puoi farlo!"

Le sorrisi amaramente. "Io lo amo, mamma. È questo che non capisci. E mi dispiace."

Lei alzò i tacchi e se ne andò, senza rivolgermi più parola.

Beh, meglio così.

[...]

"Guarda qui che maniaca dell'ordine..." Sentii bisbigliare.

Ero mezza addormentata, non capivo se fosse un sogno oppure la realtà.

"Ssh, sta dormendo." Un'altra voce, più vicina a me.

"Chissà com'è di sopra..."

"Andiamo a vedere?"
Ma ho un'infestazione di persone in casa?

Dio, lasciatemi in pace.

"No! Che fai! Torna giù!" Di nuovo la voce vicina.

Voce numero 1, la chiamerò.

"Sarà scomoda..." voce numero 2 (quella che mi ha detto che sono una maniaca) parlò, un po' dispiaciuta.

"Portiamola di sopra." Voce numero 3 (chissà com'è di sopra) esordì.
Vuole vedere a tutti i costi il di sopra?

"Va bene, portiamola nella sua stanza. Ma non svegliatela, altrimenti sono guai." Voce 1, grazie.

Sembra un programma televisivo, okay. Andiamo avanti con il racconto.

Sentii una presa sotto le ginocchia e dietro la schiena (ricordo che stavo dormendo, mi accorgevo di ciò che accadeva senza rendermi conto che fosse la realtà).

Sentii successivamente una superficie calda e morbida, e sorrisi istintivamente.

"Forza, andiamo."
Voce...non identificata.

"Ow ma guarda com'è tenera!" Voce 3. Anche la tua voce è...tenera.
"Facciamo un giro? Sono curioso!"
Uomo! Voce 3 è un uomo curioso!

E no, non puoi farlo un giro in casa mia.

"No, andiamo."
Una voce dolce che non avevo sentito ancora arrivò alle mie orecchie. Brava voce dolce, lei si che mi capisce.

La conoscevo.

Ebbi quel tanto di forze che bastarono per far uscire il braccio dalle coperte e a penzoloni fuori dal letto. I miei occhi rimanevano serrati per via della stanchezza.

"Andiamo, prima che si svegli." Di nuovo quella.

Presi un respiro e vinsi sia la pigrizia che il sonno. "Niall." Sbuffai.

La stanchezza mi divorava e stavo per riaddormentarmi. "Andiamo!" Sussurrò uno.

Sentii un piccolo rumore di passi, non speravo più in ciò che avevo detto.

Poi sentii una mano toccare il mio braccio stringendolo calorosamente e delle labbra baciarmi la guancia.

Sorrisi, lasciandomi trasportare dal flusso dei sogni.

E sognai la pasta.

NELLOOOOOOOO.

Come si può notare, ho un debole per quel ragazzo, così dolce, così...Niall.

Avete sentito che cosa sta succedendo a Londra e in Irlanda?
Diluvio, poveri ragazzi.

Durante la loro big pausa.

Beene, dico che mancano cinque capitoli e poi ne scrivo due con la lentezza (nel susseguirsi delle vicende, intendo) che se continuo così ne verranno fuori tipo 1253.
Okay.

Bella, si scopre che i rag. fanno irruzione in casa Ray (ma magari lo facessero nella mia *sbatte la testa al muro* [e qui voglio il commento della mia super psicologa {e non segretaria}])

Le parentesi al contrario, io e la matematica siamo sisters.

E boh, il mio italiano oggi fa pena ma passatemelo, non so che fare.

E I MIEI GENITORI HANNO INTENZIONE DI PRENDERMI IL CELLULARE! Pensano che la mia vita sociale sia ridotta ai messaggi su wattpad. Puah....

Uh, una notifica!
Vabbè prima finisco qua...
Quindi mi muovo in casa tipo Spy Kids per non essere beccata con il telefono.

Big me.

Al prossimo capitolo e aggiornerò il trentuno e forse anche il primo!
Anno vecchio, storia vecchia, anno nuovo...ehm...sì, avete capito insomma.

Baci. ❤

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora