LVI

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Chapter fifty-six: "I've lost her, I've lost her forever."

Harry's POV

Come potevo aver fatto una cosa simile?

Come avevo fatto, a lasciarla andare così facilmente?

Era lontana.
E un vetro rotto è pur sempre un vetro rotto, non si può più riparare, si può sostituire, ma io non potevo sostituire lei.

Non me la sarei dimenticata facilmente, questo era poco ma sicuro.

Parcheggiai davanti a casa mia.

Sorrisi, guardando il posto del passeggero accanto al guidatore.

Potevo vederla ancora, i suoi capelli biondi, il suo nasino così grazioso, le sue labbra così morbide, i suoi occhi così lucenti. Era così bella.

Ma se n'era andata.

Sparita.

Volatilizzata.

Lontana.

Per sempre.

Non mi sapevo spiegare perché il mio cuore fosse così straziato, il dolore fosse così acuto.

Ciò che provavo in quel momento non era minimamente comparabile con ciò che ho provato con Shannon, quando me ne sono andato.

Questa volta era diverso.

Io e Cloe ci amavamo.

Perché non potevamo stare insieme, allora?

Perché dovevo soffrire così tanto?

Il mio cuore non capiva.

O forse era la mente, a non capire.

Come ho potuto essere così cattivo con lei all'inizio?

In quel momento mi venne in mente il giorno in cui, mia madre, mi chiese di descrivergli quanto dolore provavo per ciò che mi era successo con Shannon.

Beh, questo era un dieci pieno.

Cloe era un dieci pieno.

Mi risvegliai dai miei pensieri, notando che stavo ancora guardando il suo sedile.

Sorrisi di nuovo. Si sentiva ancora il suo profumo.

Poggiai la testa al volante, cercando di reprimere la rabbia e il rimorso che avevo.

Perché?!

Perché mi aveva detto che doveva essere un addio, e non un semplice arrivederci?!

No. Non potevo.

Non avrei accettato mai, che Cloe mi avesse detto addio, perché non c'era una fottutissima particella, un atomo, una molecola dentro di me, che non era legata a lei.

Avevo bisogno di sfogarmi.

Uscii dall'auto, sforzandomi di non ammaccarla.

Faceva male.

Troppo male.

Era insopportabile, quel dolore.

Entrai in casa, con passi decisi e pesanti.

Entrai in cucina, mi sedetti sul tavolo, tenendomi la testa con le mani.

Non era possibile.

Chiusi gli occhi, respirai profondamente, rialzai la testa: il vestito della sera precedente era ancora poggiato lì.

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now