VII

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Chapter seven: "Who's that sexy girl?"

Stavo toccando una rosa rossa. Una piccola ape ci girava intorno. Era piacevole quel posto, aveva un'aria così...surreale. Dopo che l'ape si poggiò su questo fiore rosso, si girò, guardandomi. "Cloe svegliati."

Ebbi un tuffo al cuore. Un'ape che parla?
"Cloe svegliati." Ripetè, mentre io continuavo a fissarla incredula. Si mosse confusamente per poi pizzicarmi.
Aprii gli occhi, appena vidi Harry non seppi cosa fare precisamente, se non guardarlo negli occhi sperando di ritrovare lo stesso sguardo che ero riuscita a vedere ieri. Avrei voluto la parte di lui sana, per poter affrontare la giornata dell'illusione di poter sopravvivere.

Erano passati due giorni da quando ero con lui. Ieri sera era sensibile, mi aveva mostrato la sua parte migliore, ma poi si era chiuso, era tornato nella sua corazza. E io dovevo, volevo, che lui sgusciasse fuori nudo da questa, facendosi vedere per come fosse realmente.

Mi girai dall'altra parte, ignorandolo completamente. "Vuoi farmi già arrabbiare?"
Sospirai, facendogli capire che non me ne importava niente del suo stato d'animo.
Improvvisamente mi ritrovai Harry a cavalcioni sullo stomaco che mi teneva fermi i polsi. "Non devi farmi mai arrabbiare." Scandì bene le parole.

"Vorrei vestirmi se non ti dispiace." Il mio tono era tanto sfacciato quanto la voglia che avevo di tirare fuori la purezza della sua anima, mi ero attaccata a quello spicchio di bontà, una debolezza che era sfuggita da parte sua, voleva dimostrarsi forte e insofferente davanti a me, ma inevitabilmente era crollato. Sapevo che quel ragazzo era dolce, capii ciò che era in realtà grazie ai suoi occhi, riflettevano tutto ciò che provava ieri sera. Sembravano aver acquisito un colore più acceso, mentre adesso erano spenti. O forse era un effetto collaterale del cloroformio. Potrebbero esserci effetti allucinogeni?

Anche i miei occhi erano spenti, e per questo li ho sempre odiati. In base alla luce del sole cambiavano colore da tonalità azzurra a verde, ma c'era anche del grigio, che spegneva completamente la vivacità che potevano trasmettere. Potevo dire che i miei occhi erano quindi spenti.
"Le faccio io le regole, se non ti dispiace."

"A me dispiace che tu faccia le regole." Gli feci notare.
"E a me dispiace che tu ti debba vestire."
"Io mi vesto." Protestai, come se fosse un diritto quello di potermi vestire quando avevo uno sconosciuto pazzo mezzo pervertito sulla pancia.
"Tu sei quella legata, fallo se ci riesci."
Il nostro litigio era simile a quello dei bambini quando litigano per un giocattolo, ma la sua corazza era davvero odiosa. Sono di nuovo legata? Mossi le braccia in avanti, scoprendo di non potermi muovere, tutto ciò ovviamente ai suoi occhi apparì come mossa intimidatoria.

Sorrise avvicinandosi terribilmente al mio viso. "Sei sexy quando ti ribelli," mi sussurrò all'orecchio, per poi lasciarmi un bacio umido sulla guancia.
"Mi fai schifo." Commentai con disprezzo.
"Non penserai questa cosa quando-"
"Io e te non faremo mai sesso!" Lo interruppi. Lui sorrise ancora, per una frazione di secondo mi sembrò addolcirsi. "Credimi, lo faremo piccola." Stava bloccando i suoi istinti, chiudendosi a forza dietro a una maschera.
"Non chiamarmi piccola, non sono la tua piccola." Gli feci notare.

"Non ti posso chiamare Cloe, troppo formale per la mia ragazza." Imprecai, ma siccome ero in uno stato di massima debolezza, evitai di criticare. Diamine, io non sono la sua ragazza!

Sorrise alzandosi e sciogliendomi dalla presa che mi legava i polsi. "Vada per piccola, allora. Oggi usciamo, mettiti questo." Disse indicando un vestito nero appoggiato all'angolo del letto.
"Mi porterai con un guinzaglio al collo?" Dissi sarcastica, mentre lui sorridendo biascicò un "Potrei farci un pensierino."

"Che ore sono?" Sospirai, arresa, non sarei mai riuscita a combatterlo protestando, avrei dovuto aiutarmi ad aiutarlo col tempo. E io avevo solo un mese.
"Non ti importa." Rispose secco.

[...]
"Davvero? Da Angelo? Un night pub?" Commentai non appena lessi la scritta del locale Angelo's.
Arrivammo davanti alla porta. Lui pareva calmo e sciolto, magari rapiva le persone per professione e quindi per lui era tutto quotidiano. Beh non per me.
"Tu prova a fare una parola su questo ai miei amici e metterai in pericolo sia te sia la tua famiglia." Si mosse velocemente: ora mi teneva una mano sul collo e premeva il mio corpo contro il muro. Quella mano che ieri aveva un tocco così leggero ora ne aveva uno ferreo.

"E come fai a sapere della mia famiglia, mh?" Sorrisi arrogante.
"Credi che io non abbia letto i tuoi documenti o abbia preso informazioni dal tuo telefono?" Si mise a ridere, "Come sei ingenua."
Guardai in basso, non poteva, non doveva nemmeno nominare la mia famiglia, invece l'aveva appena minacciata.

Entrammo: una forte musica remix rimbombava nelle mie orecchie, il posto era affollato e c'era della gente già ubriaca, o altra che ballava, o altra ancora che era semplicemente in pista e si strusciava spudoratamente con chiunque. Un ragazzo alzò un braccio e Harry si diresse verso questo. "Hey Harold."

Harold?

"Ragazzi," sorrise.
"Chi è questa ragazza sexy?" Sorrise uno di loro. Sorrisi un po' intimidita. Odiavo Harry, ma di certo quel mezzo cesso che mi guardava con occhi sognanti era molto peggio. Mi nascosi dietro alla figura di Harry, stringendo la sua mano che mi aveva portata fino a quel tavolo. Successivamente mi presentò.

"Lei è la mia ragazza, Cloe." Mi strinse a sè, stringendomi con il braccio il fianco. Di nuovo quel tocco, di nuovo il vero Harry. Riuscii a sorridere timidamente, mentre l'unica cosa che volevo fare era andarmene via. Via da qui. Avrei voluto strappare dall'anima buona di Harry la parte cattiva. Sapevo che non mi avrebbe portata qui, se fosse se stesso. Invece era intrappolato, aspettava in attesa che la sua anima si combattesse, per decretare quale parte di Harry dovesse sovrastare: il bene o il male.

E tutto ciò era compito mio.

Strinsi la sua mano, godendomi gli ultimi istanti di quel tocco che tra qualche momento sarebbe diventato ferreo, insensibile. E così infatti fu. Il suo tocco da lieve si trasformò in possessivo, avido di carne, insaziabile di contatto solo per puro piacere di avere attenzioni e di avere il piacere stesso. "Lui è Cameron, Steve, David e infine Angelo, il proprietario del pub." Disse indicando i ragazzi seduti al tavolo uno ad uno.

[...]
"Davvero Cloe sei di Liverpool?" Chiese Cameron, mentre Angelo portò sul tavolo di legno freddo il 'terzo round' di Brandy. Annuii.
In quel preciso istante una donna uscì dal bagno, sventolandosi una mano davanti al naso. La seguii con lo sguardo: si sedette sul tavolo vicino a quello dove bevevamo noi, lamentandosi di quanta puzza di fumo ci fosse in quei bagni, e vantandosi del fatto che si fosse salvata i polmoni grazie alla finestra del bagno.

Mi balenò in mente un'idea che era più che perfetta, non poteva fallire. Al posto di aspettare la fiducia di Harry, perché non scappare?
Sorrisi. Mi stavo godendo gli ultimi istanti con i disgustosi amici di Harry, e quel 'bipolare' bastardo maniaco ossessivo di Harry Edward Styles. Certo, lo avrei baciato per ripicca fossi stata in altre circostanze, ma avrebbe potuto sospettare qualcosa. I ragazzi erano riuniti e stavano parlando di argomenti random. Erano quasi ubriachi.

"Angelo, un giro del liquore più forte che hai." Gli feci l'occhiolino poco prima di vederlo annuire e dirigersi verso il bancone.

W.S. : Cosa ha in mente Cloe? Notate il baldo giovine Harry nella foto del capitolo. Mlmlml :)
Lo scoprirete nel prossimo capitolo. ;)

Volevo ringraziarvi un sacco per i voti, okay, starò pure delirando ma, 500 visualizzazioni, 70 voti e 30 e passa commenti, grazie grazie grazie infinite, davvero.

Vi amo. :*♡

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora