LIV

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Chapter fifty-four: "Uhm, I think this is yours."

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Mancava poco all'aeroporto, questa zona dell'interstatale me la ricordavo.
Guardai Harry, indossando un sorriso spento e già malinconico.
"Allora, siamo quasi alla fine, Harry."

Lui fece un respiro profondo, lo vidi dal suo petto che si gonfiò molto di più rispetto alle altre volte.
"Già." esordì.

Se c'era qualcosa che in quel momento mi mancava, era il fatto di vivere non conoscendo ancora quel ragazzo. Eppure era così assurdo che fossero capitate tutte queste cose.

È stato un grandissimo, emozionante, rischioso pericolo, che però ricorrerei più volte, se Harry fosse accanto a me.

Si distrò un attimo dalla strada per cercare qualcosa, e dopo che la sua mano si infilò nella tasca dei suoi jeans, mi porse qualcosa.

Guardai le mie gambe, il mio telefono era lì.
"Uhm, penso che questo sia tuo."

Gli presi la mano che in quel momento non era sul volante, poggiandola sulla mia gamba.
Gli sorrisi. "Grazie."

In quel momento però non lo accesi nemmeno.
Intanto la mano di Harry delicatamente si spostava poco in su, e poi di nuovo giù, acarezzandomi in questo modo il ginocchio e arrivando fino metà coscia.

In quel momento non capivo se a separarci fosse la vita o l'amore.

O forse il fato.

Era inevitabile tutto ciò?

Magari un giorno ci saremmo rincontrati. Magari un giorno tra tanto tempo, magari quando saremmo stati vecchi.

Non ci saremmo riconosciuti all'inizio, segnati dall'irrimediabile lasso di anni che il tempo non può spezzare, distruggere. Magari ci saremmo frequentati come amici, giocando a carte, poi, in punto di morte, quando ormai tutto sarebbe stato irrimediabile, gli avrei detto tutto.

Sarebbe stata una tragedia.

L'uomo Bicentenario, ecco, quella sì che è una bella tragedia, una bella storia.

Magari ci saremmo rincontrati tra dieci anni, riconoscendoci, magari entrambi avevamo famiglia, un marito -e una moglie-, dei figli.

Magari Harry sarebbe diventato anche zio. Magari i ragazzi non li avrebbe più visti.

Ma il magari è una supposizione, e io vorrei certezze. Vorrei la certezza che, in un pianeta così grande e con oltre sei miliardi di persone che si spostano in continuazione e si conoscono, con persone seriamente problematiche e persone altamente pericolose, vorrei rivedere questi capelli ricci, questi occhi verdi, riprovare questo amore.

L'indicazione stradale con la scritta aeroporto, ci indicava che saremmo arrivati lì in mezz'ora, e la strada smebrava sfrecciare sotto le ruote come niente, mi sembrava che tra noi e l'aeroporto ci fossero solo qualche manciata di secondi.

Il cielo non prometteva bene, e le nuvole grigie e pesanti sembravano potersi svuotare da un momento all'altro.

Dopo poco le prime goccioline caddero sul parabrezza della macchina, e Harry fece azionare il tergicristalli.

Sorrisi impercettibilmente.

Incredibile, quanto il cielo sia connesso con noi.

SHORT CHAPTER UH!

Lo so, è corto, ma questo è un serissimo capitolo di passaggio (importantissimo).

Quello di prima era un...capitolo quasi di passaggio.

Questo è passaggio al 100%.

Sto guardando superfigo Quantico e c'è un ragazzo superfico e una ragazza superfica che un po' mi assomiglia.
Yeah.
ANDATE A LEGGERE REBELS O VI SPELLO, O CAPPA?! :3

Alla prossima :)

His Prey //H.S.//Donde viven las historias. Descúbrelo ahora