XVII

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Chapter seventeen: "Sugary?"

Lo fissai incredula. "Wil-William?!" Sussurrai, avevo il fiato corto e strozzato. Lui sorrise. "Vedo che ti ricordi di me." Si mise dritto sulla schiena, imponendo su di me come un monumento. I suoi capelli, neri, erano leggermente più lunghi, rispetto all'ultima volta che lo avevo visto. Sembrava più giovane di quel che pensassi, ma era pur sempre William.

Lo fissavo dal basso verso l'alto, con l'aria di chi è stata sconfitta. Se Harry voleva punirmi, l'avrei accettato. Ma non con lui. "T-ti ha mandato Harry qui?" Il mio stomaco si rifiutava ancora di lasciarmi in pace. Mi rigirai ancora, svuotando il contenuto del mio intestino. "Oh, no. Io e Harry ci siamo dimenticati." Spalancai gli occhi. Lui mi aveva trovata. Lui era qui per finire ciò che non aveva mai iniziato. Mentre i miei organi non mi davano tregua, la mano di William mi toccò il sedere, accarezzandolo. "Sarà veloce, vedrai." Si sporse in avanti, mettendosi in bocca il mio lobo sinistro. Poco dopo si staccò, sussurrandomi un "Hai un culo fantastico baby."

Una minima parte di me avrebbe voluto essere maltrattata solo per far vedere a Harry che non mi doveva lasciare da sola, magari lo avrei fatto sentire in colpa. Magari se fosse stato realmente grave mi avrebbe sussurrato tutti i suoi pensieri, tra i quali forse un ti amo. Ma non potevo permettermi di essere toccata da quell'uomo, che nel frattempo stava armeggiando con la sua cintura.

Quello era il momento di muoversi. Mi girai di scatto, scappando. Riuscii ad attraversare la stanza senza che lui mi prendesse, e scesi al piano di sotto. Mi chiusi nella cucina, sperando non mi trovasse. Riuscivo appena a respirare sia per l'ansia che per la corsa: avevo un tubicino della respirazione chiuso sin dalla nascita, così ogniqualvolta che mi sforzavo, respiravo faticosamente.

Sentivo i suoi passi scendere le scale, guardai l'ora: 17:27. Harry era via da stamattina intorno alle 10:30. Perché non tornava? Lo avrei stretto tra le mie braccia, sussurrandogli un mi sei mancato.

"Zuccherino?" La voce di William era graffiata e incuteva paura. "Zuccherino dove sei?" Il cuore cominciò a battere forte, mentre il mio respiro aumentava. "Perché non vuoi che io entri dentro di te?" Poggiai la mia testa al muro, mentre immagini scioccanti mi facevano venire solo voglia di vomitare. "In fondo non fa male, provoca piacere." Perché non sta' zitto?
"E poi tu comincerai ad ansimare e a gemere-dio non vedo l'ora di sbatterti sul letto." Adesso vomito qui, per terra.

"Zuccherino sei in cucina? Ti ho trovata!" Sentii i suoi passi avvicinarsi. "Lo sento già." Mi informò ridacchiando. Che disgustoso pervertito.

Sentii la manopola girare. Incastrai la testa fra le gambe raggomitolandomi, sperando che questo non fosse vero, che lui non entrasse veramente. La porta cigolò leggermente e da ciò dedussi che era aperta. Sentii dei passi avvicinarsi, e la sua presenza davanti a me.

"Piccola?" Aprii gli occhi. Non era la voce di William questa. Era la sua voce.
Il mio cuore iniziò a battere e il mio stomaco smise di contorcersi dal dolore. "Harry." Ansimai. In risposta fece un piccolo sorriso. Mi fiondai tra le sue braccia, non aspettavo da così tanto tempo un abbraccio come questo.

"Non ti lascerò sola mai più." Ammise, stringendo di più le sue braccia intorno alla mia vita. "Che è successo?" Chiese, non appena riuscì a guardarmi negli occhi. "D-dov'è lui adesso?" Balbettai, fu la prima cosa che mi venne in mente. Sorrise. "Steso a terra." Mise una mano sulla mia guancia, compiendo movimenti rotatori con il pollice. "Che è successo?"

Lo guardai negli occhi. "Ero in bagno, stavo vomitando perché mi sentivo male," cominciai con voce calma, "poi lui è arrivato e mi ha detto che mi aveva trovata, e che era tornato per ciò per cui se ne era andato," la mia voce ora era più veloce, e tremava leggermente, "poi mi ha toccata, ma io sono riuscita a scappare e mi sono chiusa qui. Lui è sceso e mi chiamava," iniziai a lacrimare, "mi ha chiamata Zuccherino e mi ha detto..." corsi in bagno ancora. Questo era puro e semplice schifo, per questo il mio stomaco non resse tutto quello squallore. "Cosa ti ha detto?" Mi guardò, una volta che mi girai. "Cosa ti ha detto Cloe?"

"Perché non vuoi che io entri dentro di te?" Le sue parole si ripetevano precise, come se me le fossi segnate. "In fondo non fa male, provoca piacere. E poi tu comincerai ad ansimare e a gemere...dio non vedo l'ora di sbatterti sul letto." I suoi occhi spalancati non nascondevano la sorpresa. "I-io ho avuto paura, ero da sola e tu non c'eri e era tanto forte che pensavo potesse prendere il sopravvento e magari sarebbe riuscito a-"

Il suo indice premeva sulle mie labbra, bloccando così le parole rimaste incastrate nella mia bocca. Lo guardai negli occhi. Si avvicinò al mio viso. Lui mi aveva tradita. Mi allontanai, ero ancora arrabbiata con lui, ma con l'entrata in scena di William magari Harry pensava che io potessi lasciar passare tutto. "M-mi sei mancato." Sospirai, iniziando a respirare in modo faticoso. "Cloe, che c'è?" Chiusi gli occhi, sentii le forze abbandonarmi. "Cloe che c'è?" Sentii la sua voce come un eco e le parole rallentare, finché più niente.

Aprii gli occhi, Harry era fuori dalla porta del bagno. "Piccola Gem!" Lo sentii urlare, abbracciando una presunta persona che il muro nascondeva. I suoi occhi arrivarono ai miei. "Lo sai che ti amo." Disse, sporgendosi in avanti e baciando questa Gem. Lo aveva fatto di nuovo. Si scostò leggermente, lasciando entrare una persona nel bagno: William. "Siete tutte uguali." Mi disse, togliendomi la salopette con un sorriso malizioso, provai a muovermi, ma senza successo. "Tutte puttane." Si sbrigò a togliersi i pantaloni e i boxer, e velocemente entrò in me. Io non sentivo niente, il nulla più profondo. "Comincia ad ansimare e a gemere." A queste parole un dolore mi pizzicò il basso ventre, per poi esplodere in una bomba di piacere. Cominciai a contorcermi sotto le sue spinte mentre il suo volto si tinse di un sorriso soddisfatto. Urli e gemiti di piacere lasciarono la mia bocca.

Mi alzai di scatto, aprendo gli occhi. Nessun William, tantomeno Gem, e Harry che la baciava. Era solo un incubo. Le mie peggiori paure. Eppure sembrava tutto così reale. Mi sentivo che presto o tardi tutto sarebbe successo.

W.S. : Questo capitolo è importante, perché più avanti accadranno cose brutte, e anche belle.

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AhahahahahahahLOL

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now