XIV

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Chapter fourteen: "This is for you."

Erano passati tre giorni, e con essi la prima settimana con Harry. E mi resi conto di quanto mi ero affezionata a lui e ai suoi amici. "Noi rimaniamo ancora un po'." Aveva detto Harry Lunedì mattina, mentre gli altri quattro tornavano in città. Louis prima di salire in macchina mi rivolse uno sguardo come per dire di comportarmi bene. E io non avevo più dormito con Harry, sembrava tornato tutto normale. Tutto come prima, e io avevo perso la mia felicità. Sinceramente, Harry mi rendeva felice. Almeno non avevamo litigato.

Era Martedì sera, e io andai a letto, pensando a quanto mi mancavano le braccia e la dolcezza di Harry. Alle 2:30 una sveglia suonò e mi dovetti alzare per spegnerla. Vicino ad essa c'era un foglio. Vai dall'abete della collina.
Sembrava arrabbiato, ma nonostante mi chiesi quale fosse la causa, tuttavia lo ascoltai. Mi diressi così verso la collina, e mi sorprese: un Harry sorridente mi aspettava in piedi. "Questa è per te." Mi porse una rosa. Era tutto bellissimo. "Harry," gli sorrisi, "Shh, non dire niente, ti prego. Vieni a sederti vicino a me." Mi disse.

"Certo, è un po' bagnata di rugiada l'erba, ma si sta bene, no?" Mi guardò.
"Si sta bene con te." Il mio sguardo cadde sulle sue labbra, ma lo riportai sui suoi occhi.
"Si vedono le stelle." Si sdraiò, guardando il cielo. Lo seguii a ruota: un cielo piuttosto sereno lasciava intravedere tanti punti bianchi. "Da piccolo mi hanno detto che le stelle rappresentano gli amori più forti, quelli destinati a rimanere impressi." Tornò a guardarmi. Dici che ci siamo anche noi lì, Harry? Mi venne spontaneo pensarlo, ma forse lui non mi amava. Probabilmente neanche io lo amavo.

[...]

"E lì, vicino all'Orsa Minore c'è la costellazione del Drago, personalmente la trovo fantastica." Mi spiegò lui. "Tu credi in un'altra...vita?" Questa volta parlai io. "Assolutamente sì, beh da qualche parte dovremo pure andare, no?" Mi sedetti e lui mi seguì a ruota. Annuii. "Hai ragione." Gli sorrisi. Notai il suo sguardo scendere sulle mie labbra. La voglia di baciarlo mi assalì mentre le farfalle iniziavano a farsi strada nel mio stomaco. Si fece poco più vicino. "Ti piace stare con me?" Mi domandò. Guardai in basso e successivamente nei suoi occhi. "Sì." Si avvicinò ancora.

"Hai mai pensato di andartene via da me? Sinceramente." Abbassai lo sguardo. "Sì." Rimase fermo.

"Vorresti andartene via in questo momento?" Ma è un interrogatorio? "No." Si avvicinò ancora. Adesso avevo capito: era una specie di gioco, più la risposta lo convinceva, più si avvicinava, nel caso contrario sarebbe rimasto fermo. E io riuscivo solo a pensare al fatto che prima o poi avrebbe unito le nostre labbra.

"Cosa ti va di fare adesso?" L'unica cosa che riuscivo a guardare erano le sue labbra perfette, mentre i nostri nasi si sfioravano. "Baciarti." Il mio stomaco iniziò a fare le capriole. Guardandomi negli occhi si avvicinò, fino a far sfiorare le nostre labbra. Rimase a un soffio dal vero bacio, come se fosse dubbioso. L'attesa mi dava un sacco d'ansia. Stava per allontanarsi quando fui io ad avventarmi sulle sue labbra. Delicatamente. Poi fu lui a premere avidamente le nostre bocche.

Mi godei quel momento chiudendo gli occhi, lasciandomi trasportare dal suo tocco. Poggiò una mano sul mio ginocchio, disegnando cerchi immaginari mentre io posai la mano sui suoi ricci, tirandoli leggermente. Gemette, aumentando la presa sul mio ginocchio. Sentii la lingua che premeva contro le mie labbra, e le schiusi appena, per far in modo che, come accadde, le nostre lingue si toccassero dolcemente, perdersi per poi ritrovarsi. E così passò la sera, tra baci, carezze, coccole, risate, ancora baci, qualche sua frase un po' pervertita ma che rendeva comunque l'atmosfera più reale.

Eppure non ne fui contenta, di quella sera. Mi diede solo una convinzione che avevo cercato di evitare in quei giorni. "Dio Cloe, quanto sei perfetta." Mi disse tutto d'un fiato. Lo guardai, sperando che dalla sua bocca uscissero parole fin troppo attese: quella sera non mi disse neppure un ti voglio bene, figuriamoci un ti amo. Ma così non fu. Schiuse la bocca per mordersi il labbro, successivamente si avvicinò e mi diede un altro bacio. Sembrava più bisognoso, come se cercasse conferme, cose che io avevo perso. Si sedette a gambe aperte e mi fece mettere in mezzo ad esse. Fece combaciare la mia schiena con il suo petto. "Sai, a volte guardandoti penso, e se ci fossero altri interessati a te?" Poggiò la sua guancia destra sulla mia sinistra. "Se ci fossero altri che ti vogliono portare via da me?"

"Impossibile." Replicai. "L'ho pensato anche io. Ma tu hai quella purezza, tu sei pura, così tanto che se Dio volesse potrebbe regalarti una vita, migliore di questa, senza che tu lo sappia. Sei un angelo? Forse. E chi dice che gli angeli non si possano baciare o toccare? Nessuno. Beh, se tu fossi un angelo, allora vorrei che tu fossi il mio angelo. E in quanto mio voglio riconoscerti." Le sue parole, nonostante fossero leggermente senza senso, mi arrivarono dritte al cuore. Iniziò a baciarmi la mascella, lentamente. Due tre, quattro, dieci volte, tanti, tanti baci umidi sul mio viso. "Cloe, lascia che io ti possa riconoscere, lascia che io ti possa fare mia. Ti prego." Non volevo rovinare il suo momento con discorsi o roba del genere, se teneva a me era giusto lasciargli questa libertà. Gli strinsi leggermente la gamba coperta dai pantaloni aderenti, e lui in tutta risposta si mosse.

Spostò i miei capelli biondi dalla spalla destra, lasciando la pelle scoperta. Avvicinò con cautela le sue labbra al mio collo, lasciandoci un bacio leggero e umido. Poi iniziò a succhiare, dapprima piano, accompagnando il tutto con piccoli baci, poi in modo più violento. Gemetti quando morsicò lo stesso punto. Poi riprese in bocca il lembo di pelle, i movimenti diventarono pian piano più lenti fino a che, dopo qualche minuto, si staccò definitivamente. Soffiò leggermente sulla zona lavorata e dopo qualche istante la toccò con il dito. Mugolai un pochettino per il dolore che mi aveva causato il contatto con la sua mano. Si avvicinò al mio orecchio e bisbigliò. "Adesso tocca a te: fammi tuo."

W.S. : questo capitolo is really Sweet.

Hi amori miei, posso chiedervi un favore?
Potete commentare questo capitolo dato che sarà un piccolo assaggio di ciò che provano Harry e Cloe?
Non commentate mai! :(

Ho visto inoltre che il capitolo in cui parlavo di Zayn, intitolato 'Miss u Zayn' ha meno voti rispetto agli altri capitoli, lo vogliamo lasciare indietro Vas Happening?

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now