XXVI

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Chapter twenty-six: "Harry, your girlfriend is in my bed...and she's naked."

Quella sera andai a letto, senza toccare cibo. Harry era il mio cibo.

Con Harry avevo quella sensazione di sazietà, che mi faceva stare bene. Mi mancava terribilmente, e ripensare al suo stato mi faceva solo che piangere.

La mia paura di stare bene, mi aveva portato a scegliere e sbagliare. Avevo paura che anche Harry mi spezzasse, eppure avevo preferito tenere al sicuro lui.

Ma in fondo la mia sofferenza valeva la salvezza di Harry, cioè, valeva la pena soffrire sapendo che Harry stava bene, no?

Glielo dovevo, alla fine. Lui aveva sempre messo davanti me a se stesso e l'ho capito quando ero davanti a un bivio. Al bivio.

O lui o me. E io ho scelto lui.

Era lui. Era lui il mio angelo. Adesso lo sapevo...

"Harry!"
Alzai il mio busto, sedendomi.

Guardai l'orologio: 3:54.

Ero sudata, e mi ero addormentata pensando ad Harry.

Cercai un bagno, e quando lo trovai decisi, ovviamente chiudendo la porta a chiave, di farmi una doccia fredda.

Era così puro e semplice il pensiero che rimanendo sotto l'acqua avrei potuto allontanare tutti i problemi.

Allontanarmi da tutto. Da tutti.

Ma Harry era semplicemente fantastico, e io non volevo lasciarlo. Volevo fargli sentire un pizzico di cosa fosse ciò che stavo provando.

Perché io lo chiamavo amore, l'umanità lo chiama amore. Ma lo avrei definito più come uno sfiancante sentimento, bellissimo, ma sfiancante.

Perché era sfiancante amare tanto Harry, ed essere rinchiusi in una gabbia. Più stretta perfino di quella che avevo prima di incontrarlo.

E io avevo in mente solo i perché, di questa situazione. Non c'erano domande, c'erano solo scuse. Risposte incomplete, giustificazioni. E tutto questo perché amavo Harry.

Perché era lui, la mia ragione. La mia unica.

E lo avevo capito.

"Cloe! Forza esci! Sono le otto!"
Mi svegliai di soprassalto.

Cazzo sono stata a mollo per quattro ore!

Uscii e mi rivestii. Sospirai, Harry già mi mancava.

Andai in camera.

In quel momento l'ultima cosa a cui avrei dovuto pensare era lui. C'era la mia famiglia. C'era tutto.

Eppure il mio unico e immancabile pensiero era lui.

Ed era vero, mi mancava la mia vecchia vita, se così si può dire, mi sembrano passati secoli, sorrisi, ma ciò a cui tenevo di più era Harry.

La mia vita quotidiana mi offriva un palo di ferro a cui aggrapparmi quando ero sull'orlo del precipizio, ma Harry mi offriva un elicottero che mi avrebbe portato via, perfino più in alto.

Volevo sentirmi felice, al posto di deglutire guardando in basso, constatando che con un altro errore sarei finita giù, e col tempo quel palo si sarebbe arrugginito, e col tempo le mie mani avrebbero cominciato a sudare.

E col tempo sarei caduta.

Ma se ci fosse stato Harry vicino a me, avrei viaggiato in alto.

Guardai il cielo avvicinandomi alla finestra.

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now