XXXV

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Chapter thirty-five: "I feel magically alive."

Eravamo sdraiati sulla tovaglia, a parlare di ciò che più ci piaceva.

Io ero con la testa poggiata sul petto di Harry, guardavamo il cielo, mentre parlavamo.

Quello stesso cielo, artefice del nostro amore.

Non capivo perché preferivamo urlarci contro sottointendendo il nostro amore, piuttosto che dirci un chiaro e tondo ti amo.

Forse non eravamo pronti.

Ad un certo punto alzai la testa, nonostante non potevo vederlo comunque.
"Parlami di te."

Sorrise.
Facevano così effetto, quelle parole così semplici.

Sembrava che ci conoscessimo da una vita, invece nessuno sapeva quasi niente dell'altro.

L'unica cosa che sapevo di lui era della storia di Shannon, e che lui si chiamava Harry Edward Styles, aveva ventun'anni e che era convinto che io e lui avremmo fatto l'amore.

Il dolore che avevo ripensando a quel giorno era straziante, ma sapere che anche lui era un umano sembrò sbiadire i ricordi.

Non so se avrei mai sbiadito, il ricordo di Harry, il ricordo di adesso.

"Credo non ci sia molto da dire, sul mio conto. Però, sul nostro c'è qualcosa..."

Cercò la mia mano, e successivamente la afferrò.

"C'è qualcosa, che inspiegabilmente provo quando sono con te."

L'euforia cominciò a farsi spazio tra le mie membra, mentre un sorriso prendeva posto sul mio volto.

Cercai di mantenere la calma, come se fosse indifferente, come se fosse normale. Ma la verità è che il mio cuore aveva già iniziato a battere, e io mi ero già preparata a dirgli anche io ti amo.

"Quando sono con te, dall'angolo più nascosto di ogni mia singola cellula, fino alla punta delle mie dita..."
Con le mani mi toccò le unghie, per poi chiudere la mano nella sua.

Aspettavo quel momento da quasi due settimane, e finalmente stava per arrivare.

"Io mi sento magicamente vivo."

Il mondo mi crollò addosso.
Era bello ciò che mi aveva detto, questo non potevo negarlo.

Mi alzai.
"Scusa Harry, d-devo un attimo..."

Mi girai, cominciando a camminare a passo svelto dall'altra parte del lago.
"Tutto bene?"

Mi girai.
Trattenni una lacrima, almeno mentre mi guardava in volto.
"Sì Harry, è tutto apposto. Come sempre."
Finsi un sorriso.

Invece era come sempre tutto una merda.

La magia non può sostituire l'amore.

Il trucco e l'effetto magico prima o poi svaniscono, ciò che provavo io invece si incrostava ogni giorno di più al mio cuore e alla mia mente, ricordandomi quanto la vita possa prendere pieghe indesiderate e quanto tutta questa fosse una grande cazzata.

Una bellissima cazzata, ma sempre cazzata era.

Le parole di Harry avevano scavato un buco nel mio cuore, ma il fatto che poi non mi avesse detto quelle altre due, gli ha impedito di sostituire il cemento armato del quale era costituito con carne.

E con quelle due parole, il buco da lui scavato sarebbe stato abbondantemente coperto, forse avrebbe addirittura straripato.

Ma invece non l'aveva detto.

Tutto questo non mi bastava più.

Mi sedetti con una voragine nello stomaco vicino ad un albero.

Ma cosa mi stava succedendo?

Un momento prima ero convinta che non eravamo ancora pronti a dirci ti amo, e un momento dopo piango perché ciò che mi ha detto non era ciò che desideravo.

E in tutto questo il mio era il ruolo della bambina viziata, che deve ottenere ciò che vuole a tutti i costi.

Ma forse, come sempre, mi sbagliavo.

Forse ero io, quella codarda, quella vigliacca che non riusciva a dire niente, a mostrare concretamente ciò che provava. Erano le mie, parole, a morire in bocca.

Forse lui non me le avrebbe mai dette.

Avevo rovinato tutto, come al solito, per colpa dei miei ingenui capricci.

Ero egoista, ma non ero io a comandare il cuore.

Stratificato sotto al cemento, sotto al passato, mi dava indicazioni che nemmeno io riuscivo a capire.

Ero schiava del mio cuore.

E il mio cuore mi diceva che, dopo tutto questo tempo, tutte le esperienze, gli accaduti, gli anni passati, dovevo infischiarmene di tutto e di tutti.

Respirai lentamente e abbondantemente, per calmarmi.

Come potevo essere così ingenua?

Perché cascavo sempre in tutte le trappole, che ne fossero artefici umani, o addirittura me stessa, il mio cuore, la mia mente?

Tornai da Harry.
"Ti prego, andiamocene."

"Ma perché?"

Non aveva neppure notato che non andava bene per niente, secondo me.
"Ti prego Harry, te lo chiedo perfavore."

Era riuscito a farmi mangiare, e fino a qualche ora fa ne ero soddisfatta: adesso sapevo che di questa serata l'unica cosa che avrei voluto ricordare erano i miei conati di vomito e il sapore del liquore.

"Va bene, se proprio dobbiamo."

"Grazie."

Non so cosa io abbia fatto, cosa mi fosse passato per la mente, ma davvero, le sue parole non mi bastavano più.

Niente mi bastava più.

Neppure io mi bastavo più.

Come poteva invece Harry bastare e avanzare, nonostante tutto ciò che mi faceva provare?

W.S. : Cloe, ur so crazy!

Ammettiamolo, Harry, nonostante sia dolce (e figo), poteva dirgliele quelle due parole!

Le intenzioni originali erano quelle di fargli passare una serata romantica, ma adesso, che aprendo il capitolo mi sono ritrovata a scrivere, non mi andava davvero di farla finire bene.

Ma c'è qualcuno (che è mia. La amo. È mia.) che shippa Niall e Harry, sarà felice di questo capitolo.

Bene, quindi...boh, sinceramente, mi ritrovo in un vicolo cieco, e l'unico modo che trovo per andare avanti in questa storia è far passare qualche giorno, in cui Cloe non si comporta proprio bene.

Ma ehi, non spoilero un bel niente.

Al prossimo chapter ahahah.
(Stay tuned)

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now