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Chapter ten: "Our relationship seems impossible."

"Sì, sta dormendo. È bella, ma è mia! Okay, se vieni la vedrai. A stasera allora, ciao." Queste furono le parole che sentii non appena mi svegliai. Aveva appena finito un discorso su di me, su di noi, che io non avevo completamente udito, poiché riuscivo a sentire solo la voce di Harry. "Non so proprio cosa fare con te," sospirò allo stipite della porta, "sei così difficile, ma tremendamente intrigante."
Touche Harry, touche.

In quel momento sembrava un ragazzo così semplice, schietto, dolce. Ehi, ho detto sembrava? Sì, okay posso andare avanti.
Mi veniva la tentazione di abbracciarlo, ma me lo negai categoricamente. Tra me e Harry Styles doveva vigere una distanza di almeno due metri, se mi volevo sentire al sicuro. Eppure era riuscito a entrare nella mia testa in modo positivo così velocemente come lo era entrato nella mia vita, e io non facevo altro che pensare a lui.

"La nostra relazione sembra impossibile, è per questo che sei così importante." Importante...IMPORTANTE?! Ma si è fatto di cocaina per caso? Oddio, in che guaio sono finita.

[...]

Di scatto il freddo mi colpì il corpo, alitandomi nelle gambe, e dovetti aprire gli occhi. "Forza Cloe, è pronta la cena." Già il modo in cui mi svegliò mi diede alla testa, ma lo ignorai. "E il pranzo?" Forse mi sono saltata qualcosa...
"Chiamalo pranzo se vuoi," entrammo in cucina e ci sedemmo sul tavolo, "ma io il pasto alle otto di sera lo chiamo cena." La sua voce era vellutata, liscia, al contrario del solito.

Gli sorrisi, era davvero così tardi?
"Stasera viene Louis." Annunciò, mentre mi porse un piatto di carne davanti. "Cosa? E chi è Louis?" Mi sentivo un po' a disagio a mangiare sotto gli sguardi del ragazzo, non sono mai stata una che adora mangiare, e credetemi, non c'è da vantarsi.
"Uno dei miei veri amici." Veri? Perché veri? Evitai di informarmi anche su questo, tanto di lui non poteva importarmi di meno, a cosa mi sarebbe servito sapere chi fossero i suoi veri amici?
"Allora racconta. Che lavoro fai?"

Aveva già sbirciato tra i miei documenti e nel mio telefono, sapeva sulla mia famiglia, non rischiavo nulla a dirgli della mia occupazione. "Lavoro con mio zio, Caesar's Offices, li conosci?"
Scosse la testa, sorridendo. "Sei bella, lo sai?" Quest'improvviso cambio di discorso mi spiazzò letteralmente. Abbozzai comunque un sorriso, mentre pensavo che la mia parte sfacciata avrebbe risposto 'Anche tu, sei tremendamente bello.'
"Sai che di solito si ricambiano i complimenti?" Sorrise. Io risi, e quella che all'inizio era una risata contenuta e un po' forzata ne divenne una sincera grazie all'aggiungersi di Harry. Okay, questo che cazzo di battute fa?

[...]

Il campanello suonò mentre l'atmosfera guerresca tra me ed Harry era meno inquieta dopo quella nostra risata. Harry a grandi falcate raggiunse il portone e lo aprì, poco dopo spuntò un uomo, questo presunto, o che io presumevo fosse, Louis.
"Buongiorno gente," entrò senza farsi molti problemi. Sembrava simpatico. Appena mi vide sorrise. "Oh tu devi essere Cloe, Harry mi ha parlato molto di te." Guardai Harry sorridendo comunque a Louis.

"E io presumo che tu sia Louis, Harry mi ha permesso di sapere della tua esistenza circa mezz'ora fa." Ricambiai il sorriso. Il liscio si girò verso Harry "Ma è forte!" Disse indicandomi. "Allora, ditemi, come vi siete conosciuti?" Disse sedendosi vicino a me.
"A scuola." Replicai io, mentre Harry mi parlò sopra dicendo "Così per caso."

"Cosa?" Louis ci guardò entrambi, esterrefatto.
"A scuola." Disse Harry, mentre io gli parlai sopra dicendo "Sì sì, per caso."
"Tutti e due." Esclamammo alla fine all'unisono. "Già..." aggiunsi io subito dopo.
"Allora vi conoscete da tanto tempo, Harry perché non me ne hai mai parlato?" Louis puntò le sue pozze sugli smeraldi di Harry, che per un secondo mi guardò. Mi piaceva punzecchiarlo in questo modo, quindi quando mi guardò gli sorrisi riconoscendomi il diritto di sciupa-amici.
"Ti ricordi quel giorno che dovevo fare delle commissioni e per cui non sono uscito con te e gli altri?" Louis annuì.

"Bene, ho fatto anche un salto a scuola così, per salutare, e lì l'ho incontrata." Mi guardò ancora, adesso aveva stravolto i ruoli, era come se stessimo giocando.
"Tu invece come hai conosciuto Harry?" Fui io a domandare questa volta. Notai il riccio farmi dei segni intimidatori, ma gli sorrisi. "Oh io ed Harry ci conosciamo da un sacco di tempo, era un po' sfigato, ma l'ho preso sotto il mio braccio."
"Non ero sfigato." Ribattè il più alto.

"Eri sfigato?" Risi io. "Senti Cloe, non ti consiglio di sfidarmi, se stasera non ci vuoi rimettere la pelle." I suoi lineamenti erano serrati, ma Louis non se ne accorse, dato che mi fece l'occhiolino.

[...]

"Harry: io e gli altri avevamo deciso di andare in campagna Venerdì sera. Voi venite?" Louis sorrise, dopo aver finito l'acqua e aver poggiato il bicchiere. "Zio Sam?"
"Sì, il solito. Fa freddo su, ci sono stato ieri." Harry si voltò verso di me e mi sorrise, fregata, pensai.
"Beh, adesso si è fatto tardi, sarà meglio che io vada." Si alzò dal divano.
"Sicuro che tu non voglia rimanere ancora un po' qui?" Replicò il riccio.

"Il letto è caldo!" Urlò poco prima di correre verso l'ingresso e uscire dalla casa. Sorrisi, coprendomi gli occhi. "Non permetterti mai più di prenderti gioco di me. Venerdì sera dormirai nella stanza più fredda." Mi fissò, leccandosi le labbra. "E tu stasera prenditi una camomilla."
"Ti ricordo che basta legarti." Mi sussurrò all'orecchio, non ci volle molta fantasia per intendere ciò a cui pensava. Deglutii. "Vuoi essere legata?" Scossi il capo e mi sdraiai sul divano. "Buonanotte signor sfigato." Dissi prendendolo in giro secondo ciò che mi aveva detto Louis.

Si girò e immediatamente mi bloccò i polsi sopra la testa e si mise a cavalcioni all'altezza della mia vita. Si avvicinò a me. "Chiedi scusa." Disse con voce roca, era imponente sopra di me e mi sentivo un burattino, riusciva a controllarmi sia fisicamente che mentalmente. Lo guardai negli occhi. "S-scusa." Borbottai, era stupendo a guardarlo.
Si abbassò ancora, all'altezza del mio collo, dove lasciò una serie infinita di baci. Una mia mano riuscì a scappare dalla sua presa, ma lui non ci fece molto caso, sapeva di avermi in pugno. Invece di allontanarlo, misi la mano sul suo petto, delicatamente.

Sorrise. "Ti piace eh?" Quella situazione per me era semplicemente orgasmante, quel ragazzo mi bruciava ogni mossa giudiziosa e me la toglieva dalla testa. È ufficialmente iniziato il giorno dei contrari per me. "No." Risposi. "Non mentire." Ringhiò, avvicinando subito le labbra al mio collo e lasciandoci un bacio umido, salì alla mascella, che purtroppo era il mio punto debole, quando iniziò a lavorare in quel punto gemetti. "Allora, ti piace?" Mi richiese. "Sì." Gemetti ancora. Si fermò di scatto e si alzò. "Buonanotte."

Mi lasciò di sasso, avrei voluto che continuasse. In fondo la sua parte cattiva era ancora tutta da scoprire in un nuovo lato, da certi punti di vista era seducente. Lui era seducente. "Ti odio." Gli dissi in tutta risposta.
"Calma i toni, piccola, risparmia le energie per Venerdì, avrai freddo." Sorrise. Io quasi non rischiai di uccidermi con la mia stessa saliva per il nome con cui mi aveva chiamata, adesso quel nome faceva più effetto.
Lo odio, non vedo l'ora di andarmene via, mi continuavo a ripetere e a convincermi di entrambe le cose: poter andare via e di odiarlo.

Oh, ma io come potevo sapere?

W.S. : Bella a tutti. Questo capitolo lo adoro
1- perché c'è Louis
2- perché Harry è misteriosamente figo (come se non lo fosse mai.)

Ai prossimi capitoli. :*♡
Vi amo, grazie di tutto. Anzi, voglio premiarvi, se il capitolo arriva a 10 commenti (tutti da parte vostra) e 10 voti farò un doppio aggiornamento, cioè tra tre giorni posterò sia l'11 che il 12, grazie ancora.

xoxo

His Prey //H.S.//Where stories live. Discover now