XXXVII

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Chapter thirty-seven: "Oh, okay."

[Cazz- ma sono uguali! O.o]

Lo sguardo di Niall si fece curioso.

Cosa gli avrebbe raccontato Harry?

"Cloe...lei non...-"

"Non cosa?"

"Lei non vive qui, lei abita a Londra, è venuta a stare da me perché è in viaggio di lavoro."

E il mondo mi crolla addosso, di nuovo. Per la milionesima volta mi sono aperta con qualcuno e quel qualcuno mi ha illusa. Profondamente.

Devo superare tutto ciò, basta metabolizzare il tutto.

Ingoiare il fatto che quel ragazzo mi abbia rapita, ignorare il fatto che la mia ferita sia ancora aperta e stando con lui abbia cominciato di nuovo a sanguinare.

Lui non è il cerotto, lui è solo il coltello.

Il coltello che pensavo potesse farmi star bene, credendolo una medicina, ma io non ho mai saputo guardare in faccia la realtà, e non ho mai voluto credere che quella fosse una fredda e tagliente lama in direzione del mio cuore.

Una bugia.

Una pugnalata.

È bastata una frase per farmi crollare.

E l'unico modo per metabolizzare è punire me stessa per essermi lasciata andare.

Mi alzai.
Non potevo reggere ancora la conversazione.

Andai in bagno, mentre mi ripetevo che era l'unico modo.

Mi chinai sulla tazza.

Come poteva ancora non avere il coraggio di dire niente ai suoi amici?

Come poteva ancora mentire a tutti?

Far del male a me e non accorgersene?

Era l'unico modo.

[...]

Ero nella mia stanza, rintanata in un angolino a piangere.

Speravo nessuno mi venisse a cercare qua.

Volevo rimanere da sola, fisicamente.

Mentalmente ero sovrapopolata dai pensieri.

Dalla mia schifosa ed inutile vita.
Ero solo uno spreco di tempo.

Morta dentro.

Inerme a ciò che l'uomo chiama sentimento.

Allontanavo tutto, tutti.

Il petto, stretto in una morsa di rancore, odio, illusione, schifo.

Era tutto uno schifo.

Mi alzai in piedi, avevo bisogno di sfogarmi.

Presi una lampada e la buttai per terra con tutta la forza che avevo.

Lo sentii correre per le scale, per poi spalancare la porta.
"Cloe che succede?"

Lo guardai negli occhi.
La rabbia si impossessò di me.

"Hai ragione, Styles, cosa cazzo mi sta succedendo?!"

Mi guardò stranito, probabilmente chiedendosi in quale angolo del mio corpo si fosse nascosta la mia pacatezza.

Beh, si era nascosta davvero bene in quel momento.

"Me lo sto chiedendo anch'io, perché a quest'ora sono in una villa di merda con un ragazzo che non sa nemmeno dire ai suoi amici la verità! Che mente spudoratamente al mondo perché ha rubato una ragazza!"

Lanciai una sedia in aria.

Sembrava offeso.
Poi si fece serio, e aggrottò le sopracciglia.

"C-cosa hai fatto alle braccia?"

"Mi chiedo perché non possa essere seduta su uno sgabello di un qualsiasi bar a bere un cocktail parlando con una persona normale di quanto sia bella la vita, invece di pensare che tra lo schifo di questo mondo, io sono capitata con uno come te!"

Mi sedetti di nuovo.

"Cosa hai fatto alle braccia?!"

Lui era rimasto lì impalato.

"E non offenderti adesso, non allontanarti pensando a quanto le mie parole siano taglienti, perché credimi, questo è tutto colpa tua."

Si avvicinò.

"Stammi lontano," dissi con il tono di voce che, essendo di calibro basso, tremava, "tu..." Mi alzai in piedi, allontanandomi da lui.

"Tu sei un mostro."

Sembrò vacillare, e l'unica cosa che mi sentivo di fare era dargli il colpo finale.

"Sei tu quello che mi ha fatto cadere in depressione, tu quello che non mi fa mangiare, tu la causa di tutto!" Dissi indicandoni l'avambraccio.

"Tu...sarebbe meglio..."

Le gocce cominciarono la loro marcia, mentre le parole cercavano di morire in gola, mentre io volevo, per una volta, far provare a qualcun'altro l'inferno che avevo dentro.

"Cloe-"

"Sarebbe meglio essere ancora imprigionata da quell'uomo!"
Sputai.

Respirai a fatica, le parole sembravano aver un peso enorme sul mio corpo, ed ora che erano uscite dalla mia bocca, mi sentivo quasi leggera.

Quasi, perché la realtà schiacciava ancora la felicità.

"E adesso vattene..."
Piansi comunque.

Lui, dopo qualche minuto in cui stava subendo i miei chili di problemi, se ne andò.

Sapevo benissimo che l'impresa più difficile sarebbe arrivata adesso, che io lo odiavo più che mai, lui si sentiva ferito, e dovevamo convivere insieme.

Sperai solo che tutto si risolvesse al più presto.

UPS!

Cloe ha parlato.
Harry è ferito.
Niall è mio marito.
Il capitolo è corto.

Lo so!
Questi ultimi capitoli rispecchiano un sacco ciò che sto provando, cioè lo schifo più totale.

Tradotto: anche questi capitoli sono lo schifo più totale.

Sono comunque tra le prime cinquanta nelle Teen Fiction, ma scusate, in questo momento non riesco proprio a rallegrarmi, soprattutto se sto pensando che questa storia mi faccia altamente schifo.

C'è una (anche se minima) probabilità che io cancelli la storia :/

Non so... :(

Vediamo come vanno le notifiche, è che sto anche perdendo, negli ultimi capitoli, voti, e inoltre le visualizzazioni non raggiungono più le cento (credo).

Vabbè dai non vi sto ad assillare, spero solo sia tutto temporaneo...

Baci.

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora