Away from here, away from all those lights

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Fumo bianco usciva lentamente dalle sue labbra, accarezzandole con un sapore amaro che lasciava sulla punta delle sua lingua il desiderio di sentirlo ancora.

E così portò nuovamente la sigaretta alle labbra, abbracciandola con queste per sentire ancora la sua superficie ruvida strisciare lievemente lungo queste soffici.

E mentre inspirava quel fumo maledetto - perché solo così poteva descriverlo, essendo lei per prima, come tanti altri, rimasta ammaliata da quella maledizione così tentatrice, impigliata nella rete dipendente di quella nicotina, che mentre le riempiva i polmoni di sostanze nocive, sembrava svuotarle l'anima da tutte le cattiverie del mondo - lo teneva intrappolato dentro di se per qualche secondo, aspettando quel bruciore familiare nascere nuovamente nel suo petto, riscaldare i suoi polmoni e infiammare la sua gola. Attendeva con ansia di riprovare quella sensazione del fumo grigio che uscendo dal suo corpo, sembrava ripulirlo dei dolori della realtà, anche se per pochi istanti.

Così stava seduta lì a quella panchina, in quel parco, fumando quella sigaretta, a solo qualche metro dalla sua moto, che rifletteva le luci dei lampioni, con accanto quel suo vecchio zaino.

Quello stesso zaino che quel pomeriggio aveva riempito dei vestiti necessari da bastarle ancora per qualche giorno.

Non sapeva quando lo zio avrebbe fatto ritorno al suo appartamento, per quanto avrebbe potuto godere della libertà e della pace di rientrarci per recuperare la sua roba, ma che senso aveva prendere tutti i suoi averi e spostarli fuori da quell'appartamento, se ancora non aveva un posto dove andare?

E per questo si trovava seduta su quella panchina a contemplare le stelle che non riusiciva a vedere nel cielo scuro di quella sera.

Era circondata dalla luce. C'erano tutti quei lampioni che illuminavano quel parco e la gente che passeggiava tranquilla, in compagnia, o in solitaria, per quei sentieri, tra quel verde.
Eppure il suo desiderio di luce non riusciva a essere appagato da tutte quelle luci artificiali, sentiva come il bisogno di vedere una luce vera, che le avrebbe provato che nel buio della realtà ci poteva essere anche un piccolo faro di speranza. Una vera luce che le avrebbe provato che esistesse per natura una via di uscità dell'oscurità e che non fosse soltanto tutta un'invezione fittizia del uomo; che per sua incapacità di vincere le tenebre, cercava di mascherare il buio e tranquillizzare il prossimo con quella falsa apparenza, con quell'appartente luce che illuminava quel parco e lasciava vivere quelle persone con spensieratezza, nascondogli la realtà della notte e con se tutte le paure e le incertezze.

Avrebbe voluto tanto poter vedere la luna, o le stelle e trovare in loro le risposte. Un modo per fuggire all'oscurità, proprio come solo loro erano riuscite a fare in tutto l'universo.

Mentre contemplava la volta nera sopra la sua testa, nella sua mente però si ripetevano le scene di quel pomeriggio, della discussione nella quale si era trovava casualmente e nella quale inevitabilmente era stata tirata in mezzo... o meglio, in parte era stata lei stessa a infilarsi in quella discussione, attirandosi così l'inimicizia della madre di Yeji. Non era quella la prima impressione che avrebbe voluto avere su di lei, onestamente, ma già sapeva che sarebbe rimasta tale per molto tempo e che difficilmente sarebbe stata dimenticata, proprio per questo abbandonò qualsiasi tipo di speranza di cambiarla anche prima di provarci.

Eppure nonostante sentiva ancora viva nel petto la rabbia che quella signora aveva acceso parlando dei suoi genitori, questa era vinta dalla preoccupazione di non sapere cosa fosse successo dopo che aveva lasciato quella camera e quella casa alle sue spalle.

Anche quando era tornata all'appartamento delle zio, insicura se questo fosse a casa o no e perciò tesa anche nella piccolissima possibilità di incontrarlo, la sua mente non aveva seguito il comportamento del suo corpo. Mentre il suo corpo teso e rigido era entrato esitante in quell'appartamento e aveva velocemente recuperato qualche vestito, prima di correre via da quel posto pieno di brutti ricordi, la sua mente era rimasta intrappolata a quella discussione e nella preoccupazione di non sapere come stesse Yeji dopo tutto quello che era successo.

DEMONSWhere stories live. Discover now