The family we all seek

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Dire che Yeji era nervosa era dire ben poco.
Era terrorizzata.
Le mani le tremavano di fronte agli sguardi delle sue amiche, di fronte alla loro attesa di sentire cosa avesse da dire.
Sentiva il cuore batterle in gola, accelerare al solo pensiero di dover dire cose che per tutta la vita aveva tentato di tenere nascoste anche a se stessa.

Ma doveva farlo, doveva liberarsi da questo peso.
Un peso che per anni l'aveva tenuta oppressa a una realtà che non le apparteneva. Doveva ricominciare a sognare da sola la propria vita.

Ma da sola non ci sarebbe mai riuscita, aveva bisogno di qualcuno... di qualcuno lungo questa strada lunga e piena di fatica.
Aveva bisogno della sua famiglia che alle sue spalle l'avrebbe raccolta ogni volta che sarebbe caduta, che l'avesse tenuta per mano quando su quella strada sarebbe calato il buio della notte o che le avrebbe sorriso quando all'orizzonte avrebbe cominciato a vedere l'alba rischiarare la sua vita di colori nuovi.

E quella famiglia non sarebbe mai stata quella con cui condivideva soltanto un legame di sangue, adesso dopo lunghi anni di sofferenze lo aveva compreso, aveva compreso che non avrebbe mai ottenuto l'amore della madre, che aveva tanto rincorso come fosse ossigeno, non avrebbe mai ottenuto il conforto di un fratello che neanche incrociava il suo sguardo, non avrebbe mai avuto suo padre a sua difesa di fronte alle parole acide della madre, quando anche lui aveva troppo paura di difendere sé stesso... ma avrebbe avuto le sue amiche che sarebbero state al suo fianco, sempre, se solo glielo avesse concesso.

<< Io... >> Però dire tutto questo che sentiva ardere dentro di se non era così facile. << Io v-volevo... >>

<< Yeji? Are you all right? >> Chiese preoccupata Lia.

<< Si, si... >> Ma non poteva continuare a mentirgli se voleva che davvero fossero quella famiglia, che aveva ricercato per tutta la sua vita. << In r-realtà no... no, non sto bene. >>

Il cuore accelerò il suo battito a quella confessione, quasi come estraneo a lasciarsi andare a una onestà dolorosa, da tempo nascosta a tutti.

<< I-io... io volevo solo chiedervi scusa... >> Continuò abbassando il capo, non volendo incrociare lo sguardo delle sue amiche, non potendo...

<< Per cosa? >> Chiese Chaeryeong.

<< Per non essere mai stata veramente sempre sincera con voi... >>

<< Tutti mentiamo Yeji-unnie, non preoccuparti non ti devi sentirti in obbligo di- >> Yuna cercò di non mettere troppa pressione sull'amica, visibile in difficoltà.

<< Invece si, io voglio dirvi la verità... io, io non ho deciso di non ballare più con voi perché non volessi o perché fossi troppo impegnata... cioè in realtà questo è un po' vero, non ho moltissimo tempo tra lo studio e i corsi, le competizioni scolastiche... ma non è stata una mia scelta... >>

<< Che intendi Yeji? >> Domandò curiosa la bruna, mentre tra quelle paia di sguardi, uno aveva già compreso la verità che le seguenti parole avrebbero portato, ma non per questo era più pronta a sentirle delle altre.

<< M-mia madre... l-lei non è proprio un'amante della danza e non le piace affatto che perdi tempo dietro a qualcosa di così inutile >>

<< Inutile? >> Incredula chiese la più piccola, sapendo bene quanto la danza non fosse solo una qualcosa di "inutile " per l'amica.

<< Già, lei è a-abbastanza irremovibile su alcune cose e beh, la danza è una di quelle... non le piace affatto che non dedichi tutto il mio tempo a qualcosa di più produttivo che possa essere più utile per me, o per lei se vogliamo essere sinceri... >> Lasciò andare un lungo respiro tremante, come se non volesse realmente lasciarla andare, perché sapeva che quando l'ossigeno di nuovo le avrebbe riempito i polmoni, parole piene di una verità amara le avrebbero lasciato le labbra.

DEMONSWhere stories live. Discover now