Panick attack

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Il corpo della ragazza accanto tremava sotto le luci fioche dei corridoi, la mano che non era stretta nella sua era portata al petto, chiusa in un pugno che afferrava il tessuto al di sotto, il petto contro di essa si muoveva con fare frenetico e irregolare, si alza con un moto violento e così si riabbassava, l'azione si ripeteva ad intervalli non coordinati ma sempre più veloci come se l'aria entrasse nelle sue vie respiratorie per poi svanire nel nulla. Gocce trasparenti di sudore le scorrevano il collo per finire di nascondersi nella maglietta, nello stesso modo il viso ne venivano percorso, mentre gli occhi lucidi guardavano il vuoto davanti a se.

In pochi secondi realizzò di cosa si stesse trattando, un attacco di panico. Per paura di aggravare la situazione tentò di lasciare la mano dell'altra ma vanamente, infatti appena lasciò la presa le dita di lei si aggrapparono disperatamente alle sue che stavano scivolando via. Nonostante lo stupore, decise di fare le domande dopo, riaggiusto la sua presa e si avviò fuori dall'edificio.

Il clima mite di quella giornata subito le accolse, questa era solo una diceria per Ryujin ma forse poteva aiutare la ragazza, perciò la condusse verso il giardino.

<< Yeji, perché non ci sediamo un po' qui? >>

Chiese con tono gentile ma deciso. Sapeva che adesso Yeji si stava distaccando dalla realtà per perdersi tra l'infinità dei suoi pensieri, non poteva permetterlo e visto che lei da sola non poteva farlo, le avrebbe dato un aiuto.

<< Aspetta, l'erba è bagnata- si tolse il giacchetto e lo posò per terra- ecco, siediti. >>

Le sue parole erano distanti alla bruna, gli occhi la osservavano, ma il resto del corpo era impegnato in una lotta interiore. Le prese di nuovo la mano e sedendosi per terra, fece fare lo stesso lentamente a lei.

<< Allora, Yeji... >>

<< C-come... sai il mio n-nome?.. >>

Cercò di dire tra i suoi respiri affrettati e la gola che si serrava al passare della sua voce, soffocando così le sue parole.

<< Conosci Yuna, vero? >>

Le domandò cercando di farla restare in una conversazione che avrebbe potuto mantenerla concentrato su altro, così riconnessa con la realtà, avrebbe avuto il tempo di rilassarsi e riprendere il controllo di se.

La bruna rispose soltanto con leggero cenno del capo, sentendo impossibile parlare parole che venivano strozzate ancora prima di nascere.

<< Beh, io sono sua sorella... >>

Disse guardando l'altra negli occhi e con una lieve esitazione, usò il pollice della mano nella quale era posata quella di Yeji, per accarezzare la morbidezza della sua pelle in un intento di rassicurarla.

<< Va bene? >>

Continuò, indicando con un cennò del capo il movimento.

<< S-si... >>

<< Allora, perché non respiriamo insieme? >>

La sola citazione di quell'azione fece riaccendere il panico dei suoi occhi. Respirare, si era dimenticata di farlo, oppure così credeva, con la mente assorta dalle parole di Ryujin aveva lasciato che il suo corpo svolgesse l'azione, ma adesso che la mente ne era di nuovo consapevole sentì come necessario prenderne il comando ma non aveva messo in conto che la sua testa era invasa dalla confusione più pura. I pensieri vagavano trascinati come da un uragano devastando qualsiasi resto di serenità che era rimasta nel corpo della ragazza, le parole di Yeonjun come per effetto dell'eco si ripetevano ma invece che sentirle sempre più lontane da se, ogni secondo diventavano più rumorose.

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