Can even a moster be beautiful?

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Dopo essere certa che la bionda fosse al sicuro, nelle braccia dall'amica che la stavano stringendo forte mentre piangeva, Yeji uscì da quella stanza, per lasciarla riposare dopo gli eventi traumatici di quella giornata, sforzandosi di trattenere le lacrime e ricacciare via tutte le emozioni che lentamente la stavano divorando da dentro.

Ancora non riusciva a credere al racconto della più piccola, quello che le era successo oggi era qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto trovarsi ad affrontare, tanto meno delle adolescenti, che con quel mondo della malavita non avevano niente a che fare.

Mentre una lacrima scivolò via alla sua volontà, si preoccupò subito di asciugarla, prima che la sua pelle potesse essere bagnata da questa e il suo sapore salato incontrasse le sue labbra, rendendo le emozioni che stavano lottando dentro di se ancora più vere.

Non era giusto, Yuna era una ragazzina solare, sempre con il sorriso stampato sulle labbra, eppure anche dietro a quei sorrisi, che aveva sempre ritenuto i più forti e veri che avesse mai visto, si nascondeva una vita più difficile di quanto quei sorrisi volessero mostrare.

Yuna era come una rosa, all'esterno nessuno riusciva davvero a non fermarsi a contemplarne la bellezza, ma in pochi si fermavano abbastanza a lungo per conoscere davvero la sua bellezza e non fermarsi solo a quei bellissimi petali rossi che risplendevano sotto lo sguardo altrui.
Se si restava abbastanza per conoscerla davvero si cominciavano a notare le prime note di realtà in quel fiore, perché nonostante la volontà, quei petali non riuscivano a rimanere sempre rigogliosi anche di fronte alle tempeste e perciò in alcuni giorni erano più spenti degli altri, ma se proprio in quel momento qualcuno si sarebbe stufato di contemplare questo fiore, perché ormai non più vivo come un tempo, non più bello come un tempo; solo chi avrebbe continuato con convinzione avrebbe avuto l'opportunità di comprenderne la vera bellezza, quella che la caratterizzava tutti i giorni, nel bene e nel male, quella creata non solo dai suoi petali ma anche da ogni sua singola spina che era nata sul suo gambo, sul suo corpo per poterla difendere da ogni pericolo.

Continuando a camminare per i corridoi immensi di quella villa, con la coda dell'occhio vide una porta molto familiare, la sorpassò, tentando di cacciare via le preoccupazioni, ma solo dopo aver fatto qualche passo si fermò.

Fissando il vuoto davanti a se, tirò un sospiro pesante, sapendo bene che la decisione era stata già presa prima ancora che la sua mente cominciò a farsi mille domande o mille problemi, perciò si girò e bussò a quella porta.

Mentre aspettava, guardava quella portata come per cercare di vederne sulla superficie ciò che si sarebbe dovuta aspettare dall'altra parte.

Non era sicura di esserne pronta, ad affrontare qualsiasi cosa si fosse trovava davanti e una parte di sé voleva girarsi e scappare via, avendo troppa paura di cosa avrebbe visto, avendo come preparazione solo le parole tremanti di Yuna, che continuavano a ripetersi come un disco rotto nella sua testa.

Nonostante continuò ad aspettare, dopo alcuni minuti di puro silenzio, allungò il braccio e posò la mano sulla maniglia, esitando, ma alla fine girandola lo stesso.

Ma di certo non si aspettava questo.
Non una stanza completamente vuota.

Dove era? 

Ma ben presto un leggero lamento, seguito da un'imprecazione detta a denti stretti, rispose ai suoi dubbi, facendole girare il volto verso sinistra, verso la porta, socchiusa del bagno, da dietro la quale provenne quel suono.

Avanzando di qualche passò ed era già pronta a chiamare quel nome, ma la voce si fermò, le sue labbra si freddarono, l'una lontano dall'altra, aperte in totale stupore, o meglio, in totale orrore.

DEMONSWhere stories live. Discover now