55. L'ora più buia - seconda parte

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«È veramente un piano del cazzo» decretò O'Malley, appena Jim ebbe finito di parlare

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«È veramente un piano del cazzo» decretò O'Malley, appena Jim ebbe finito di parlare.

«Io lo definirei il tentativo estremo di arginare un disastro» ribatté lui. «Però devo chiedervelo: chi è con me?»

Guardò a uno a uno i suoi amici: esausti, col morale a terra dopo tutte le prove che avevano dovuto affrontare e ancora poco a loro agio coi loro nuovi poteri. Vanja e Wilhelm continuavano a incastrarsi nelle proprie ali, Frank si muoveva come se camminasse sui cocci di vetro a causa della sua straordinaria forza e Rodrigo si stringeva le mani sotto le ascelle come se avesse paura di incenerire qualcuno per sbaglio.

Erano dei semplici saltimbanchi, dei reietti a cui la vita non aveva mai regalato nulla, ma che all'improvviso si erano trovati il destino del mondo sulle spalle. Se si fossero rifiutati di seguirlo in quella follia, non avrebbe potuto certo biasimarli...

«Credi sul serio che possa funzionare?» domandò Arthur, guardandolo con la massima serietà.

«Credo che abbiamo una discreta percentuale di successo dalla nostra.»

«Cristo, non ti mettere a parlare come Blake adesso!»

«Allora te lo dico così» disse Jim, ricambiando il suo sguardo con forza. «Il destino dell'intera umanità si decide ora e ci sono solo due modi in cui questa storia può finire. Sta a noi scegliere quale.»

«Ci sarebbe sempre la Florida» obiettò O'Malley.

«Io sto contigo» disse Rodrigo, senza traccia di esitazione nella voce. Gli altri lo guardarono stupiti e lui scrollò le spalle. «Be', cos'altro dovremmo fare ora che abbiamo los poteros? Voltarci dall'altra parte? Scappare? È nostro dovere, una responsabilidad

I gemelli Svanmör si scambiarono uno sguardo e le loro ali traslucide fremettero.

«Pensi quello che penso io, sorellina?» disse Wilhelm.

«Che è l'occasione di mettere in scena il nostro numero migliore?» replicò Vanja con un sorrisetto. «E quando ci ricapita?»

Jim sorrise loro con riconoscenza e si volse verso Arthur. «Lo so che pensi sia una follia...»

«Ah, al diavolo!» Arthur si sfilò la giacca di velluto nero. «Facciamolo. Ma se vai a raccontarlo a qualcuno giuro che ti sbrano!»

Gli allungò Excalibur e si trasformò in leone in pochi istanti, poi con il muso gli fece segno di montare sulla sua groppa. Jim gli si mise a cavalcioni, reggendo con una mano Excalibur e con l'altra mantenendosi alla sua criniera nella maniera più rispettosa che poté.

«Non sei mai stato una spina nel fianco.»

Stupito, Jim si volse a guardare O'Malley. Era sicuro di aver capito male.

«Be', pensavo dovessi saperlo» borbottò invece lui, con aria imbarazzata. «Considerando che ti ho cresciuto io, sei venuto su discretamente.»

A suo modo, era la cosa più dolce che Jim avesse sentito da parte sua in tutti quegli anni e gli scaldò il cuore. «Grazie, Maurice.»

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